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Siamo agli inizi degli anni 2000 e la DreamWorks sfornò quel capolavoro dell'animazione di nome "Shrek", un film che non solo rivoluzionò un nuovo metodo per raccontare delle storie che sfruttano il classico tema fiabesco in chiave parodistica, ma che riuscì anche a rendere il mondo dell'animazione 3D talmente popolare, da essere al centro dell'interesse di tutti e aver surclassato la classica animazione 2D. Tuttavia, la classica animazione 2D aveva ancora molto da dare e nel 2003 lo stesso studio decise di metterla ancora in prova in quello che oggi è l'ultimo film della DreamWorks ad usare l'animazione 2D: "Sinbad: La leggenda dei sette mari".

Se pensate che la storia narri le gesta del personaggio de "Le mille e una notte", purtroppo vi sbagliate. Questa storia non ha nulla a che vedere con ciò. Qui Sinbad è uno scaltro pirata dalla battuta pronta sempre in cerca di fortune e tesori, e proprio quando è in cerca del misterioso libro della pace, si dovrà scontrare con un suo amico di vecchia data, il principe Proteo, che non ha intenzione di cedere il sacro tesoro al pirata. Ma in quell'istante i due vengono attaccati da un mostro marino e, nel mentre collaborano per sconfiggerlo, Sinbad finisce per morire annegato, finché non verrà salvato da Eris, dea del Caos. La dea propone un patto al pirata: rubare il libro della pace per Eris, e lei avrebbe fatto in modo che Sinbad e la sua ciurma avrebbero vissuto una vita di lusso e spensierata per sempre. Sinbad accetta senza esitazioni, tuttavia, arrivati a Siracusa, città natale di Proteo e dove verrà custodito il libro, farà la conoscenza di Marina, promessa sposa di Proteo, e all'ultimo momento rifiuterà di rubare il libro. Eris allora ruberà lei stessa il libro sotto le mentite spoglie di Sinbad, incastrando così il pirata e condannandolo a morte. Sinbad proclama la sua innocenza e il suo amico Proteo, credendolo sulla parola seppur riluttante, convince la giuria a lasciare andare l'amico e mandarlo a recuperare il libro scomparso, per mostrare la sua innocenza; se non avesse fatto ritorno con il libro entro l'alba del giorno seguente, Proteo si offrirà di prendere il posto di Sinbad per essere giustiziato. E Sinbad cosa farà? Sarà disposto ad aiutare il suo amico o scapperà lasciandolo al suo destino? Il viaggio è appena iniziato.

Questo "viaggio" tuttavia è lungi dall'essere magico. Abbiamo a che fare con un cast di personaggi piuttosto simpatici, e sono capaci di essere memorabili: Sinbad è un protagonista che sa essere carismatico, passando dall'essere uno sbruffone che pensa a sé stesso e al suo tornaconto a diventare più serio e coraggioso, dove la sua lealtà e sincerità verranno messe a dura prova; ottima anche Marina, che con la sua tenacia, grinta e il desiderio di voler più libertà, per non essere ancorata alle rigide "regole da principessa", la rendono una quasi degna erede del personaggio di Jasmine del film "Aladdin"; come spalle comiche abbiamo Lercio e il bulldog Scheggia, che ogni tanto strappano qualche sorriso; infine Eris, che con il suo fascino accattivante, le sue doti alquanto seducenti e manipolatrici verso il protagonista sa essere una villan di tutto rispetto, se non addirittura anche il personaggio più riuscito del film.
Nonostante questi personaggi validi, purtroppo non si può dire lo stesso della narrativa, che appare piena di forzature e con delle aggiunte non necessarie e fin troppo superflue per la trama stessa. Si dimostra alquanto assurdo che all'inizio del film Sinbad e Proteo erano sul punto di uccidersi a vicenda, e poi compare un mostro marino e quindi tutti amici, come se non fosse successo nulla. Il libro della pace possiede una strana energia che non viene mai spiegata, così come non viene spiegato come sia possibile che rubare un libro faccia cadere una città nelle tenebre. Ancora più assurdo e insensato è il rapporto tra Sinbad e Marina: per quasi l'intero film i due non faranno altro che battibeccare tra di loro, anche se alcune loro scenette sono alquanto divertenti, per poi sbocciare improvvisamente l'amore tra loro due in un lampo, andando persino ad approfondire le origini del protagonista e il motivo per cui è diventato pirata, tutto in un modo troppo forzato; sinceramente, avrei preferito che i due rimanessero amici, piuttosto che mettere forzatamente una storia d'amore dove non ce n'è così bisogno.

Sul lato animazione ci sono alti e bassi, i personaggi sono realizzati bene, così come certi scenari, come la città di Siracusa, le montagne innevate e anche il Tartaro, però per il resto hanno fatto troppo uso della CGI, che mal si sposa con la classica animazione, e lo fanno notare persino le varie creature del film, come il mostro marino all'inizio del film e il volatile Roc nelle parti innevate, davvero inguardabili; forse solo la parte con le sirene è quella più azzeccata per quel tipo di tecnica.

"Sinbad: La leggenda dei sette mari" avrà saputo regalarci dei personaggi vivaci e divertenti, ma purtroppo non è stato un prodotto in grado di competere con l'animazione 3D e di rendere giustizia all'animazione tradizionale in 2D; inoltre, essendo uscito in un periodo di grande concorrenza, subì un grosso flop ai botteghini, che convinse Jeffrey Katzenberg ad annunciare tristemente che l'animazione in 2D era ufficialmente morta.