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8.5/10
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"Bleach" è senza dubbio uno dei migliori battle shonen di sempre. È un’opera curatissima, emozionante e adrenalinica che non smetterà di sorprendervi nel bene e nel male fino all’ultimo volume.

Come ogni volta in cui una recensione mi mette particolarmente in difficoltà, andrò ad analizzare i capisaldi di una storia degna di essere letta/vista.

1. Worldbuilding
La storia è ambientata in epoca moderna a cavallo tra tre mondi.
- Il mondo terreno, più precisamente la città di Karakura poco distante da Tokyo, in cui vive Ichigo, il nostro protagonista.
- Il mondo dell’aldilà, chiamato Soul Society diviso in Rukongai, dove “vivono” le anime dei defunti e Seireitei, dove si trovano gli shinigami del Gotei 13 (il corpo di guardia della Soul Society) che sovrintendono a proteggere e mantenere l’equilibrio tra il mondo spirituale e quello terreno.
- L’Hueco Mondo, un aldilà in cui dimorano gli Hollow, spiriti aggressivi e pericolosi che gli shinigami hanno il compito di purificare.
L'ambientazione non è nuova, ma ha molti dettagli originali e accattivanti che la rendono molto affascinante. Anche le dinamiche per il passaggio tra i vari mondi sono molto interessanti e ben dettagliate.

2. Creare personaggi forti e riconoscibili
Su questo punto Tite Kubo ha fatto davvero centro. I suoi personaggi sono meravigliosi, caratterizzati con cura maniacale sin dal primo volume e fatti crescere e maturare fino all’ultimo.
Il protagonista è Ichigo Kurosaki, un liceale testardo, forte e generoso, con la rara capacità di vedere spiriti e fantasmi. Vive nella cittadina di Karakura insieme al padre Isshin e alle due sorelline Karin e Yuzu. Una sera la sua famiglia viene attaccata da un Hollow e Ichigo incontra per la prima volta Rukia Kuchiki, una shinigami il cui compito è di purificare gli Hollow e accompagnare gli spiriti pacifici alla Soul Society.
Ma lo scontro è duro e Rukia ha la peggio. Impossibilitata a combattere, vede un’unica via d’uscita: cedere una parte dei suoi poteri da shinigami a Ichigo affinché possa proteggere i suoi cari. Ma Ichigo va ben oltre le sue aspettative, dimostrando una forza e un’abilità fuori dal comune. L’azione di Rukia, non proprio lecita, nonostante la scelta sia stata dettata dalle circostanze, metterà in moto una serie di ingranaggi che daranno a lei e a Ichigo parecchi grattacapi, incontrando l’ostilità del Gotei 13.
Il Gotei 13, il corpo armato della Soul Society, è costituto da shinigami organizzati in una rigida struttura gerarchica. Sono divisi in 13 compagnie, guidate ciascuna da un capitano e un luogotenente. Ogni personaggio sembra uscire dalle pagine. Le aspirazioni, le abitudini, le piccole (e grandi) manie, ogni dettaglio li rende estremamente reali e affascinati.
Soprattutto nei primi volumi, ad ogni nuovo personaggio è dedicata una minuziosa scheda a fine volume che ne presenta il profilo, le caratteristiche fisiche e caratteriali. E credetemi, niente è lasciato al caso. Persino i segni zodiacali sono coerenti con le personalità dei personaggi.

3. Sorprendere lo spettatore
Se credete di riuscire a definire i “buoni” e i “cattivi” di Bleach, temo dovrete ricredervi. I capovolgimenti di situazione, i tradimenti, le rivelazioni inattese sono all’ordine del giorno. Le abilità dei personaggi sono in continua evoluzione e ogni volta che credete di conoscere tutte le capacità di qualcuno, ecco che vi sorprenderà con qualcosa di nuovo.

4. Creare suspense, conflitti e tensioni
I combattimenti sono intensi, serrati, adrenalinici. I disegni dinamici e curatissimi. A volte sono così coinvolgenti che vi sembra di sentire il suono delle lame che si scontrano. Le abilità dei personaggi, soprattutto quelle dei capitani, sono appariscenti e spettacolari, tanto che a volte sembrano uscite da uno spettacolo illusionistico.

5. Lavorare sul linguaggio: le parole, la loro mescolanza, il ritmo, lo stile
La scelta delle parole, dei termini (alcuni inventati da Tite Kubo stesso), dei simboli è fatta con molta attenzione. Gli stessi nomi dei personaggi e delle loro spade hanno un forte legame con le personalità dei loro proprietari. Basti pensare agli ideogrammi che formano il nome “Ichigo” che significa “colui che si dedica a proteggere una persona”. E che dire del numero “15” che troviamo spesso sugli abiti e sulla porta della camera di Ichigo perché “ichi=uno”;”go=cinque” è un altro modo per scrivere il suo nome. Niente è lasciato al caso!
I combattimenti sono l’elemento cardine di Bleach e hanno una presenza importante con un ritmo incalzante e quasi frenetico. Ma non mancano momenti più riflessivi e profondi, che ci permettono di conoscere meglio i personaggi e empatizzare con loro, momenti comici e leggeri che vi strapperanno una risata, momenti drammatici che vi faranno scendere qualche lacrima.

6. Trovare un finale che funzioni
74 volumi sono tanti e mantenere un livello alto non è facile. I primi 20 volumi, che potremmo identificare come la saga della Soul Society, partono col botto e hanno un livello altissimo su tutti i fronti. I volumi 21-48, si concentrano sulle avventure nell’Hueco Mondo e mantengono ancora un livello molto alto. Purtroppo, poi si assiste a un calo evidente sia a livello di sviluppo narrativo che di azione e questo si ripercuote inevitabilmente sul finale. Non dico che sia da buttare, assolutamente, ma dopo tanta strada mi sarei aspettata qualcosa di meno frettoloso e confusionario.
Dare un voto ad una serie così lunga non è facile. Complessivamente è una serie da 8,5, per il semplice fatto che fino al volume 48 sarebbe stata da 10, ma la parte conclusiva rasenta il 7.
Nonostante tutto resta uno dei miei manga preferiti e vi consiglio vivamente di non perdervelo.