Recensione
Se avete giocato almeno una volta a "Farmville", questo anime vi darà sicuramente una sensazione di déjà-vu.
Il protagonista è Machio Hiraku, che al termine di una vita travagliata, passata perlopiù allettato in stato vegetativo, si ritrova al cospetto di una divinità che gli offre una seconda possibilità in un altro mondo. Il Kami, sentendosi in colpa per la vita ingiusta del ragazzo, gli offre la possibilità di rinascere in un corpo in salute e avere la vita che desidera. E il desiderio di Hiraku è quello di essere… rullo di tamburi… un contadino! (in un posto disabitato).
Rinasce quindi, già adulto, nella “foresta della morte” in un mondo popolato da ogni genere di creatura fantastica. In più la divinità, rosa dai sensi di colpa, gli concede anche un attrezzo magico che si trasforma in qualsiasi utensile il giovane desideri (zappa, pala, ma anche lancia, ascia…) e che non gli provoca alcuna fatica quando lo usa.
E proprio come in una partita a "Farmville", Hiraku inizia a costruire la sua dimora, coltivare il suo orto, scavare un pozzo, civilizzando un’area sempre più ampia della foresta della morte. Però il suo desiderio di solitudine ha vita breve, perché questo piccolo paradiso attira sempre più ospiti permanenti e non (perlopiù di sesso femminile) trasformando quello che era nato come un rifugio solitario in un vasto villaggio.
È un anime leggero e rasserenante, che scioglie un po’ di stress e tensioni. È divertente e spensierato e vi farà chiedere per tutto il tempo come fa il protagonista a star lì a coltivare i campi e cucinare curry con l’harem che si ritrova. Ma anche lui vi sorprenderà alla fine.
Voto 6,5. È un’opera carina e rilassante, ma a parte questo non offre particolari emozioni, anche se forse l’obiettivo è proprio questo.
Il protagonista è Machio Hiraku, che al termine di una vita travagliata, passata perlopiù allettato in stato vegetativo, si ritrova al cospetto di una divinità che gli offre una seconda possibilità in un altro mondo. Il Kami, sentendosi in colpa per la vita ingiusta del ragazzo, gli offre la possibilità di rinascere in un corpo in salute e avere la vita che desidera. E il desiderio di Hiraku è quello di essere… rullo di tamburi… un contadino! (in un posto disabitato).
Rinasce quindi, già adulto, nella “foresta della morte” in un mondo popolato da ogni genere di creatura fantastica. In più la divinità, rosa dai sensi di colpa, gli concede anche un attrezzo magico che si trasforma in qualsiasi utensile il giovane desideri (zappa, pala, ma anche lancia, ascia…) e che non gli provoca alcuna fatica quando lo usa.
E proprio come in una partita a "Farmville", Hiraku inizia a costruire la sua dimora, coltivare il suo orto, scavare un pozzo, civilizzando un’area sempre più ampia della foresta della morte. Però il suo desiderio di solitudine ha vita breve, perché questo piccolo paradiso attira sempre più ospiti permanenti e non (perlopiù di sesso femminile) trasformando quello che era nato come un rifugio solitario in un vasto villaggio.
È un anime leggero e rasserenante, che scioglie un po’ di stress e tensioni. È divertente e spensierato e vi farà chiedere per tutto il tempo come fa il protagonista a star lì a coltivare i campi e cucinare curry con l’harem che si ritrova. Ma anche lui vi sorprenderà alla fine.
Voto 6,5. È un’opera carina e rilassante, ma a parte questo non offre particolari emozioni, anche se forse l’obiettivo è proprio questo.