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7.0/10
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La seconda serie di "Fire Force" entra più nel dettaglio della narrazione: l’ottava brigata scopre delle connessioni tra i nemici, le cosiddette cappe bianche al seguito dell’Evangelista, e diverse brigate della Fire Force.

Ci sono degli scheletri nell’armadio della chiesa del sacro Sol, ma anche in quello delle industrie Haijima e i panni sporchi finiscono per venire alla luce. L’ottava brigata stringe dei rapporti con i capitani ed i membri di altre brigate e nel frattempo si arricchisce di nuovi membri, uno dei quali, Licht, viene direttamente dalle industrie Haijima; personaggio molto particolare, Licht fornisce il suo supporto di scienziato alla brigata, aiutando a risolvere diverse situazioni critiche. Un altro membro che si rivela molto utile è Vulcan, il geniere inventore che crea diversi armamenti utili alla squadra. L’inutilità della povera Tamaki, che aveva imperversato con la sua condizione cronica di attira palpate per tutta la prima serie, è presente anche in questa seconda serie (sarò ripetitiva, ma non se ne sentiva la mancanza e se ne poteva anche fare a meno), salvo sul finale di serie dove la poverina cerca di migliorare se stessa (forse Ōkubo ha avuto un moto di pietà per Tamaki?). Un personaggio che inizialmente aveva avuto poco spazio e che invece viene fuori in tutta la sua importanza nelle ultime puntate è Maki, l’ex soldatessa che dimostra in primis alla sua famiglia e poi alla brigata di essere un membro indispensabile (suo l'intervento risolutivo nella battaglia di fine serie).

Attenzione: questa parte contiene spoiler

Rispetto alla prima serie questa mi sembra migliore, Tamaki a parte, poverina; si scoprono delle cose che fanno mettere insieme alcuni pezzi del puzzle, ma ci sono anche nuovi misteri da risolvere. Grande assente, se non per qualche fotogramma, Sho Kusakabe, il fratello minore di Shinra redivivo. Importante la scoperta poi che anche la madre di Shinra sarebbe viva, anche se incendiata, e quindi Shinra si pone il duplice obiettivo di salvare sia il fratello che la madre. In questa serie si assiste a vere e proprie ecatombi, con perdite di personaggi tutto sommato secondari ai fini narrativi, fatto salvo per il comandante della Quarta Brigata. Arthur dimostra la sua assurda genialità e stupidità, un mix letale per chi gli sta accanto.
Tra le new entry mi è piaciuto molto Benimaru Shinmon, capitano della settima brigata: il personaggio over power che diventa mentore di Shinra e Arthur, sottoponendoli ad allenamenti massacranti (a volte dall’utilità dubbia, anche per sua stessa ammissione), con l’obiettivo di renderli in grado di affrontare le cappe Bianche.

Un appunto negativo va detto sul fatto che Ōkubo presenta diversi nemici come fortissimi e molto difficili da sconfiggere, salvo poi essere messi al tappeto con una facilità estrema in situazioni dubbie (uno su tutti Assault, che viene dipinto come un killer letale e finisce al tappeto per aver palpato il seno di Tamaki denudata come suo solito nei momenti meno indicati).

Fine parte contenente spoiler

Come giudizio finale ritengo che a questo giro forse inizia a ballare un po’ di più.
Voto 7.