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9.0/10
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"Hymn of Death" è una miniserie sudcoreana del 2018 che si distingue per la sua trama coinvolgente e drammatica. La storia, ispirata alla vita del drammaturgo U-Jin Kim e della soprano Sim-deok Yun, entrambi coreani, è magistralmente sviluppata, creando un equilibrio perfetto tra tragedia e romanticismo.

U-Jin è un uomo sposato quando incontra e s'innamora della cantante in erba Sim-deok. Ma quando l'amore vero bussa alla porta è molto difficile resistervi, soprattutto se si conduce una vita insoddisfacente. L'uomo, infatti, si è sposato con una donna che non ama per volere del padre, e sempre per volere suo svolge un'attività di famiglia che non entra nelle sue corde. Egli ama scrivere, la sua natura è quella dello scrittore appassionato, romantico e profondo. È questa sua dedizione alla scrittura che lo porterà a Tokyo, per studiare letteratura e per mettere su una piccola compagnia teatrale di cui lui stesso ne sarà il sceneggiatore. In questa città incontra lei: bella, giovane e di talento, ma proveniente da una famiglia modesta a cui lei stessa deve provvedere, e per la quale si sente molto responsabile. L'amore tra i due sboccia come un fiore a primavera, ma accumunati da un destino che li porta ad adempiere ai loro rispettivi doveri famigliari, strappano, loro malgrado, quel fiore appena sbocciato. 

Gli anni passano, lui ha rinunciato a scrivere, lei è diventata famosa, ma basta un breve incontro, uno sguardo fugace e quella fiammella, mai spenta, riprende vita e torneranno a frequentarsi, sostenendosi, e trovando gioia e conforto l'uno nell'altro. 
Ma il destino per questa coppia sarà davvero crudele, ed il tragico epilogo a cui si arriverà dopo tanti patimenti lo conosciamo tutti, basta controllare gli articoli dell'epoca, la cui notizia della loro drammatica fine fece parlare molto. 

Pertanto, la presa sullo spettatore è inevitabile. La consapevolezza di sapere che ciò che si sta vedendo è realmente accaduto (sebbene, per forza di cose, romanzato nei dialoghi e nei gesti), è inesorabilmente impattante. 
Tuttavia, non è solo questo aspetto a suscitare empatia e coinvolgimento. Il cast, composto da talentuosi attori, è stato fondamentale. Le interpretazioni sono coinvolgenti, e l'abilità nel comunicare le sfumature dei personaggi contribuisce in modo significativo alla riuscita complessiva della produzione. Gli attori, dunque, ci offrono performance eccezionali, trasmettendo in modo convincente l'intensità delle loro esperienze. Un plauso preferenziale ai due protagonisti, a Hye-sun Shin, nel ruolo della soprano, e a Jong-suk Lee, nel ruolo del drammaturgo, i quali hanno saputo dare profondità e carattere ai loro personaggi, catturando l'attenzione dello spettatore con le loro emozioni e relazioni complesse. In particolare stato di grazia Jong-suk Lee, che ha dato sfoggio della sua grande abilità artistica. Qui avremo modo di vederlo, in svariate scene, superare se stesso e le nostre aspettative, facendoci battere forte il cuore (nella scene in cui affronta il padre e in quelle più struggenti con la sua amata è stato davvero strepitoso).
Ma qui, badate bene, non ci troverete baci e abbracci sconvolgenti. No, qui a sconvolgere sono i gesti, gli sguardi, i sorrisi, le lacrime, ed il dolore.  

Brillante, quindi, la sceneggiatura, con dialoghi ben scritti che contribuiscono a costruire tensione ed emozione. Superba la fotografia, dai toni non troppo accesi, che cattura la bellezza delle ambientazioni e accentua i momenti emotivi con una regia attenta. Ricche di dettagli le ambientazioni che ci trasportano nell'atmosfera dell'epoca, mentre i costumi sono curati e rispecchiano accuratamente lo stile dell'era in cui è ambientata la storia.
La scenografia è un altro elemento di grande rilievo, con set che ricreano in modo autentico gli spazi dell'epoca, aggiungendo un tocco di realismo alla narrazione. Oltre alle ottime performance liriche della soprano, le musiche che commentano le scene, in sintonia con il tema della serie, sono toccanti e ben integrate, enfatizzando ulteriormente l'emozione presente in ogni episodio. 

Aggiunge ulteriore pathos a questa struggente storia l'aspetto artistico dei protagonisti: i canti lirici di lei e i pezzi scritti e recitati da lui, sono, per ironia della sorte, un vero inno all'amore.

Si sottolinea, inoltre, un dettaglio, non poco rilevante: la serie porta il  titolo di una canzone che la cantante incise poco prima della tragedia. Con questo pezzo viene ricordata lei e il suo sfortunato amore. Ed il significato del titolo stesso già dice tutto. 

In sintesi, "Hymn of Death" si distingue per un cast favoloso, una sceneggiatura impeccabile e una produzione visiva e musicale di alta qualità.
Un'opera che lascia un'impressione duratura, grazie anche alla cura meticolosa dei dettagli nella sua realizzazione.

Consigliatissimo.