Recensione
Tiger & Dragon
9.5/10
"Quando due rivali competono, si dice "drago contro tigre".
Ma, a pensarci bene, non ha senso.
Il drago è una creatura fantastica. Non si è mai visto.
Ma una tigre è facile da trovare. Ce n'è una allo zoo di Ueno.
La tigre e il drago non possono competere, perché vivono in mondi distinti.
Questa è la storia di una tigre e un drago che vivono in due mondi diversi."
Toraji Yamazaki è stato cresciuto dalla yakuza, ma adesso si vuole lasciare alle spalle il mondo della malavita. Affinché possa farlo, deve compiere la sua ultima missione: riscuotere un grosso debito da Donbei Hayashiyatei, un signore qualunque, apparentemente pavido e insignificante. In realtà, si tratta di un maestro veterano di rakugo. Il giovane yakuza, rimasto folgorato da un'esibizione, contro ogni previsione gli chiede di prenderlo come allievo e insegnargli il rakugo.
Chiaramente, a uno yakuza a cui devi dei soldi non ci si può opporre, quindi Toraji, che non ha minimamente senso dell'umorismo e non ha mai avuto contatti con le persone se non per picchiarle e minacciarle, viene accolto nella grande famiglia allargata di Donbei, composta da lui, sua moglie, figli, familiari e allievi vari e inizia a salire sul palco col nome d'arte di Kotora Hayashiyatei.
Toraji non capisce nulla di quelle vecchie storie, non sa come arrivare al cuore del pubblico, usa un linguaggio sboccato, insulta gli spettatori e si arrabbatta come può, sovrapponendo ai tradizionali racconti del rakugo le vicende e i personaggi che incontra nella sua vita di tutti i giorni, cominciando inaspettatamente a riscuotere successo e affetto da parte del pubblico. Parallelamente, la vita di Toraji si incrocia anche con quella di Ryuji, che gestisce uno sgangherato negozio di vestiti autoprodotti di pessimo gusto, ha un terribile senso della moda tutto suo, ma nasconde un segreto... perché è, in realtà, figlio di Donbei, un ex bravissimo attore che ha mollato carriera e famiglia non riuscendo a sopportare più la pressione. Uno vuole avvicinarsi al mondo del rakugo, l'altro ne è uscito, eppure il rapporto fra Toraji e Ryuji, provenienti da due mondi distinti ma uniti dal rakugo, comincia a intensificarsi, cambiando le vite di entrambi...
La yakuza e il rakugo: due mondi distinti, che non hanno alcun legame fra loro. Raccontarne l'unione è stata l'idea vincente di Aki Isoyama, produttrice del canale televisivo TBS, e Kankuro Kudo, sceneggiatore. La coppia, che aveva già lavorato in passato a vari drama di successo, lancia con queste premesse Tiger & Dragon, che esordisce su TBS il 9 gennaio del 2005 con un lungo pilot di un'ora e mezza per poi continuare con una serie di 11 puntate, trasmessa sullo stesso canale tra il 15 aprile e il 24 giugno dello stesso anno.
Nel 2005 il nome di Kankuro Kudo, prolifico attore, regista, sceneggiatore, musicista, speaker radiofonico e chi più ne ha più ne metta, è già famosissimo, avendo già firmato diversi lavori di successo sin dai primi anni 2000, tra i quali possiamo citare ad esempio il dramma metropolitano Ikebukuro West Gate Park del 2000, che trasforma il famoso romanzo di Ira Ishida in una serie TV ancor più popolare.
C'è una sorta di continuità nei lavori di Kankuro Kudo: attori che si ripetono, personaggi particolarissimi un po' sfigati ma con una grande e particolare forza interiore, amicizie, rivalità e rapporti familiari. Per Tiger & Dragon, Kudo chiama ancora una volta l'attore protagonista di Ikebukuro West Gate Park, ovvero Tomoya Nagase, allora cantante e chitarrista della popolarissima band Tokio (nome che farà suonare qualche campanello nella testa di chi ha visto Kochikame e Kodomo no omocha - Rossana in lingua originale...), per fargli interpretare il suo Toraji in quello che diventa il primo capitolo di una ideale trilogia che parte da qui, passa per Unubore Deka del 2010 e trova la sua conclusione con Story of my family del 2021.
Nel caso vi steste chiedendo come mai ci siamo presi la briga di parlarvi di un drama di quasi vent'anni fa, la ragione è che Tiger & Dragon, così come Story of my family (e speriamo presto anche Unubore Deka), è stato recentemente caricato su Netflix ed è quindi visibile con sottotitoli in italiano, senza troppi sforzi, perciò vogliamo un po' incuriosirvi.
Punto in comune fra le tre serie della "trilogia" è il reiterarsi di alcuni attori che sono presenti qua e là, in ruoli ora secondari ora più importanti: chi c'è sempre, chi fa solo una comparsata, chi viene solo citato in una gag.
Tomoya Nagase interpreta sempre il protagonista e, in un modo o nell'altro, si trova ad avere un rapporto padre-figlio/maestro-allievo con un personaggio interpretato da Toshiyuki Nishida, uno degli attori più iconici del mondo del cinema e della TV nipponici, star di infiniti drama storici e coprotagonista della lunghissima serie di film Tsuribaka Nisshi, tratta dal manga fiume di Juzo Yamasaki e Kenichi Kitami.
E' proprio Tiger & Dragon a settare questa regola non scritta che sarà presente in tutti e tre i drama della "trilogia": Tomoya Nagase intepreta Toraji, Toshiyuki Nishida è Donbei. I due diventano maestro e allievo, ma, entrando a far parte della grande famiglia allargata del maestro di rakugo, Toraji diventa in un certo senso il figlio adottivo di Donbei, mentre nel frattempo instaura un rapporto speciale col suo vero figlio biologico, Ryuji, che diventa suo amico, rivale, collega e fratello.
E' l'unica serie delle tre dove i personaggi di Tomoya Nagase e Toshiyuki Nishida non hanno un legame di sangue, ma il rapporto che instaurano nel corso della storia è profondissimo, forse ancora più forte di un legame biologico, con Toraji che da Donbei impara il rakugo e diverse cose sulla vita, sull'amore, sui rapporti umani, e Donbei che con Toraji può essere il padre che non è stato per Ryuji.
Tutto questo accade grazie a Donbei, il personaggio più complesso dell'intera serie. Si fa spesso intimidire da Toraji, che continua in ogni episodio a riscuotere i soldi del suo debito, mentre i due mangiano omurice in una caffetteria tradizionale, e si lamenta pure, urlandogli contro, perché questi gli vengono consegnati a mano e non in una bella busta. Ma quando indossa gli abiti del maestro di rakugo, Donbei cambia completamente, risultando più vecchio, austero e solenne; quando poi se li toglie per indossare i panni del patriarca della sua stramba famiglia cambia ancora, diventando un maestro inflessibile e attento alla tradizione, che però vuole un bene dell'anima ai suoi familiari anche se non sa come esprimerlo nel modo giusto e spesso fa piangere la moglie, viene preso in giro dagli allievi o ha dato dispiaceri al figlio Ryuji.
Tiger & Dragon è una serie relativamente breve, ma ha tantissimi personaggi e tantissimi temi. Intorno ai tre principali, Toraji, Donbei e Ryuji, si costruisce un microcosmo di personaggi tutti bellissimi e tutti utili nell'economia del racconto, per unire i due mondi, quello della yakuza e quello del rakugo, quello della tigre e quello del drago, che nulla dovrebbero avere in comune e invece si stanno unendo in una grande, bellissima, famiglia allargata. Essa comprende anche i microcosmi delle tre ambientazioni principali della serie, rivelando che, in realtà, di cose in comune ne hanno eccome, mentre tutti i personaggi instaurano particolari legami fra loro.
Ognuno dei mille personaggi secondari diventa una più o meno importante parte dell'affresco dipinto dalla sapiente mano di Kudo: la guida turistica Megumi, tanto bella quanto sciocca, che fa battere il cuore di praticamente tutti i personaggi maschili della serie; Donta, il fratello maggiore di Ryuji che tenta di diventare famoso con scarsi risultati; l'allievo Donkichi intellettuale e impaurito dalle donne; lo strambo Jumptei Jump che viene preso in giro da tutti perché onestamente non fa ridere nessuno; Risa, la commessa del negozio di Ryuji, che da lui viene ripetutamente offesa ma non si fa certo mettere i piedi in testa; Chibi-T, il coinquilino di Ryuji che lavora in un negozio di musica; l'inflessibile capo yakuza di Toraji e il suo smidollato erede Ginjiro a cui il nostro si trova a dover fare da badante; il proprietario del chiosco di oden e quello del ristorante di soba che vanno a vedere gli spettacoli di rakugo, e tantissimi altri.
Personaggi divertentissimi, ottimamente caratterizzati e interpretati, che non hanno davvero nulla in comune, ma che, quando Toraji decide di imparare il rakugo, cominciano inaspettatamente a instaurare rapporti fra di loro, diventando amici, colleghi, amanti, rivelando che in realtà in passato hanno avuto dei trascorsi, diventando una famiglia. Molti di loro hanno personali sottotrame più o meno delineate, altri sono sono personaggi comici che però quando serve nascondono un'inaspettata profondità.
Le vicende che li coinvolgono sono tantissime, tutte abbastanza intricate, cosa che fa ben comodo a Toraji, dato che utilizza i fatti della sua vita e le persone che lo circondano come modello per i suoi racconti di rakugo, scoprendo che in realtà le vicende si somigliano moltissimo e così anche la morale che ne deriva. E qui Tiger & Dragon gioca le sue carte, mostrando chiaramente la bravura dei suoi attori.
La struttura delle puntate è tutta più o meno simile: dopo un breve riassunto iniziale narrato come se fosse un'esibizione di rakugo (e sono tutti bellissimi, perché ad ogni episodio lo fa un personaggio diverso, in maniera totalmente personale, folle e divertentissima), a Toraji viene raccontata la storia su cui dovrà esibirsi, poi le vicende dell'episodio culmineranno in un'esibizione sul palcoscenico dove il nostro protagonista narrerà al pubblico una storia basata su di esse che ne racconterà la conclusione.
L'idea geniale sta nel fatto che le storie di rakugo narrate a Toraji nella prima parte sono mostrate come se fossero l'episodio di una serie storica in costume, interpretate dagli stessi attori di Tiger & Dragon, che interpretano di volta in volta, indossando costumi d'epoca, signori, guerrieri, contadini, ristoratori, ladri, consorti e via dicendo: personaggi diversissimi da quelli che interpretano nella storia principale, ma che mostrano quanto gli attori sappiano essere bravi e versatili, dato che si trovano a cambiare sesso e/o parlare in un giapponese arcaico.
Del resto, il cast è davvero ricco. Tanti gli attori cari a Kankuro Kudo che poi riappariranno in altre serie della "trilogia" o in altri suoi lavori, come Kenta Kiritani, Yoshiyoshi Arakawa, Yu Aoi, Toshinori Omi, Sadao Abe, Takashi Tsukamoto. E ancora, un giovane Gen Hoshino ancora ben lontano dallo strabordante successo di "Koi"; il vero attore di rakugo Shota Shunputei; il mitico Shofukutei Tsurube, icona dell'intrattenimento giapponese che ancora oggi è costantemente in TV, tra drama, film e pubblicità. E soprattutto Jun'ichi Okada, allora membro della popolarissima band V6 (I want to change the world...), qui in un ruolo fondamentale in quanto interprete di Ryuji.
Le ambientazioni principali della serie sono due, più una bonus. La prima è Asakusa, dove vivono Donbei e la sua famiglia. Il maestro si esibisce alla Asakusa Engei Hall, un teatro dedicato al rakugo aperto nel 1964, e lui e Toraji passano le serate a confidarsi i rispettivi problemi mangiando oden a un chiosco ambulante parcheggiato di fronte a una bellissima visione notturna del famoso tempio Sensoji.
Ex quartiere dei piaceri e centro nevralgico della Tokyo più antica e tradizionale, la zona di Asakusa mantiene ancora oggi quel filo diretto che la collega con il Giappone più tradizionale, ponendosi come rappresentante più turistico ma non meno genuino di quella "shitamachi", la città bassa, che gli abitanti di Tokyo tuttora ritengono la parte più autentica della metropoli giapponese.
Come ci dice a più riprese Ryotsu Kankichi, il protagonista di Kochikame, la cui famiglia gestisce un locale tradizionale proprio ad Asakusa, la "shitamachi" è il posto dov'è possibile trovare il calore tipico degli abitanti della vera Tokyo, i cosiddetti "figli di Edo" (antico nome di Tokyo). E Tiger & Dragon ce lo conferma, mostrandoci una Asakusa tutta teatri, templi, spettacoli di rakugo, ristoranti di soba, chioschetti, caffetterie vecchio stile, botteghe, abitata da ojisan tanto devoti alla tradizione quanto allegri, compagnoni, di buon cuore.
Oggi Asakusa è un luogo troppo turistico per poterlo vivere appieno, per poterne comprendere la vera essenza, ma forse, dietro la patina di "cool Japan" per turisti, la vera Asakusa è come quella mostrata in Tiger & Dragon: una "shitamachi" attenta alle tradizioni e a valori che forse in altre parti di Tokyo non ci sono più.
La seconda ambientazione è la Takeshita-doori di Harajuku, dove si trova l'assurdo negozio di vestiti gestito da Ryuji. Un'atmosfera diametralmente opposta alla placida e tradizionale Asakusa, fatta di musica, vestiti pacchiani, colori accesi, giovani che si arrabbattano come possono, vivendo in monolocali minuscoli e sgangherati e cercando di tirare avanti a campare e di trovare a modo loro l'amore.
Harajuku è ancora oggi il quartiere della moda, dei colori, dei vestiti sgargianti e di pessimo gusto per l'occhio di noi occidentali, un tocco di colore, di vita e modernità contrapposto alla tradizioni, all'immobilismo e alla quiete dei quartieri della "shitamachi". Non stupisce che Ryuji si rifugi qui, in un posto totalmente agli antipodi rispetto alla Asakusa dove è nato e cresciuto, cercando di nascondere sotto una montagna di vestiti kitsch il suo cuore di amante del rakugo.
C'è poi una terza ambientazione, che è più un bonus perché la si percepisce più a livello concettuale che visivo, ed è Shinjuku, dove si trova l'ufficio del clan mafioso di cui fa parte Toraji.
Si tratta di un interno costruito su un set, quindi non è detto che si trovi nella vera Shinjuku, ma se ne percepisce ugualmente l'atmosfera.
La zona di Kabukicho, adiacente a Shinjuku, è stata nei decenni passati (più o meno nel periodo in cui è andato in onda Tiger & Dragon) teatro di risse da strada, scontri tra bande di mafiosi e giri di prostituzione.
Oggi la situazione non è così drastica, ma a Kabukicho pare giri ancora qualche yakuza che gestisce i moltissimi locali, bar e sale pachinko della zona. In Tiger & Dragon, non viene mostrata chissà quanto la zona di Shinjuku, a parte qualche breve sfondo, ma ogni tanto pestaggi, scontri e ritorsioni fanno parte delle vicende e alcuni membri del clan di cui fa parte Toraji, come il capo e il suo erede, diventano personaggi importantissimi del racconto.
C'è però un elemento particolarissimo che lega Tiger & Dragon a Kabukicho, non a quella reale ma a quella fittizia, chiamata Kamurocho, teatro della serie di videogiochi Ryu ga gotoku (Yakuza o Like a dragon, in Occidente). La serie, incentrata proprio sulle lotte, gli intrighi e la vita notturna della yakuza di Kabukicho, offre un'estetica curiosamente molto simile a quella di Tiger & Dragon, in tantissimi aspetti: il protagonista Kazuma Kiryu veste, si esprime, si muove come Toraji e gli somiglia anche un po' fisicamente; ritorna l'iconografia della tigre e del drago, il capomafia di Toraji sembra uscito direttamente dal gioco e anche Kiryu, come Toraji, si ritrova sempre in situazioni paradossali, si allontana dalla yakuza ma viene costantemente richiamato per riparare i casini combinati dall'inetto erede del capoclan.
Chi ha giocato ai titoli della serie Sega non può non sentirsi in qualche modo a casa guardando Tiger & Dragon, che in realtà parla di tutt'altro, ma c'è inaspettatamente un bel po' di Kiryu in Toraji. Probabilmente si tratta di una coincidenza, dato che il primo titolo della serie è uscito nel dicembre 2005, qualche mese dopo la conclusione di Tiger & Dragon, ma immagino che un gioco di tale portata non si sviluppi in una manciata di mesi, anche se non posso escludere, ma nemmeno confermare, qualche influenza, dato che i punti in comune sono davvero tanti, e Tiger & Dragon risulta paradossalmente un adattamento live action di Ryu ga gotoku più credibile di quello ufficiale.
Alla sua trasmissione originale, Tiger & Dragon ha riscosso un grande successo, tanto da far appassionare molti giovani al rakugo, far proliferare le fanart in rete, popolare di articoli le riviste durante il periodo di trasmissione, far partecipare per sei mesi Tomoya Nagase in veste di attore di rakugo (non nei panni di Toraji perché si trattava di un canale TV rivale di quello che trasmetteva la serie) al varietà Daijoten di Nippon Television - NTV.
E' facile capirne il successo, dato che tocca diverse corde dell'animo dei giapponesi, mischiando la loro tradizione alla loro cultura pop in un modo unico e irresistibile, condito anche da tante bellissime trovate, prove attoriali fantastiche e una colonna sonora estremamente efficace.
La sigla iniziale è la bellissima "Tiger & Dragon", canzone del 2002 dei Crazy Ken Band dalla quale deriva il titolo della serie, che ritorna a più riprese come stacchetto all'interno degli episodi, perciò è praticamente impossibile guardare il drama senza mettersi a canticchiare ogni cinque minuti "Ore no hanashi wo kikeee, nifun dake de mo ii...".
Tra l'altro, è una canzone famosissima e, tanto per restare in tema Ryu ga gotoku, ne esiste anche una cover cantata in dialetto di Osaka da Riki Takeuchi.
La sigla finale, "Utao Utao", ovviamente dei V6 perché ne hai un membro nel cast principale e quindi devi usarlo, in teoria è un'allegra canzone pop, in pratica "fa malissimo", perché non solo ti mostra tutti gli scorci di Asakusa e Harajuku, ma ti mostra anche tutti i personaggi della serie, nella loro doppia versione normale e in costume d'epoca, che cantano e ballano in allegria sul palco del teatro, come la grande famiglia allargata che diventano nel corso della serie. E ripensarli così alla luce dell'ultima puntata dove tutte le loro sottotrame giungono a compimento, unendoli definitivamente, fa ancora più male, perché non vuoi lasciarli, ne vuoi ancora, vuoi riguardare tutta la serie daccapo.
Tiger & Dragon racconta tante cose. Tante sono le storie dei personaggi e tanto è il non detto, l'atmosfera che si percepisce, il Giappone che si può assaporare, in un mix più unico che raro.
Una volta superato lo scoglio del primo, lunghissimo, episodio da un'ora e mezza che non si capisce bene dove voglia andare a parare, e superata qualche difficoltà iniziale coi termini più tecnici e i racconti del rakugo, piano piano si entra in confidenza coi personaggi e non si riesce più a fare a meno di loro.
Tiger & Dragon è fondamentalmente una commedia dove si ride molto, ma c'è anche un po' di dramma (ovvio, non si può togliere ai giapponesi il loro classico pianto catartico davanti allo schermo), azione, momenti commoventi o romantici.
Una serie a tutto tondo che indaga per bene nei suoi personaggi, nelle loro storie personali, nei loro mondi che finiscono per unirsi in uno solo, grande, bellissimo, che ci ricorda ancora una volta perché amiamo così tanto il Giappone nei suoi vari aspetti, qui tutti presenti: la cultura tradizionale e quella pop, la yakuza e il rakugo, le rockband e i gruppi di idol dell'ex agenzia Johnny's Entertainment.
Mondi diversissimi, che non potrebbero mai incontrarsi fra loro, eppure lo fanno, e il risultato è una serie bellissima, che li tratta tutti con grande cura e rispetto (ad esempio, tanto per dirne una, non è assolutamente un caso che il cognome di Donbei e la sua famiglia sia Hayashiyatei, è un chiaro rimando agli Hayashiya, celebre famiglia di attori di rakugo realmente esistente, di cui fa parte anche Kobuhei Hayashiya, il famoso doppiatore di Kotaro in Touch e Terai in Kochikame).
Finalmente anche noi in Italia possiamo gustarci questo spettacolo comodamente su Netflix, quindi perché non sfruttare l'occasione?
Se siete interessati al Giappone tradizionale di Asakusa, a quello modaiolo di Harajuku e degli idol, a quello underground di Ryu ga gotoku... Tiger & Dragon è la serie che fa per voi!
E, se poi vi piace, come detto, si tratta soltanto della prima serie di un'ideale trilogia che ne ripresenta in una veste differente diversi personaggi, quindi non finisce qui...
Ma, a pensarci bene, non ha senso.
Il drago è una creatura fantastica. Non si è mai visto.
Ma una tigre è facile da trovare. Ce n'è una allo zoo di Ueno.
La tigre e il drago non possono competere, perché vivono in mondi distinti.
Questa è la storia di una tigre e un drago che vivono in due mondi diversi."
Toraji Yamazaki è stato cresciuto dalla yakuza, ma adesso si vuole lasciare alle spalle il mondo della malavita. Affinché possa farlo, deve compiere la sua ultima missione: riscuotere un grosso debito da Donbei Hayashiyatei, un signore qualunque, apparentemente pavido e insignificante. In realtà, si tratta di un maestro veterano di rakugo. Il giovane yakuza, rimasto folgorato da un'esibizione, contro ogni previsione gli chiede di prenderlo come allievo e insegnargli il rakugo.
Chiaramente, a uno yakuza a cui devi dei soldi non ci si può opporre, quindi Toraji, che non ha minimamente senso dell'umorismo e non ha mai avuto contatti con le persone se non per picchiarle e minacciarle, viene accolto nella grande famiglia allargata di Donbei, composta da lui, sua moglie, figli, familiari e allievi vari e inizia a salire sul palco col nome d'arte di Kotora Hayashiyatei.
Toraji non capisce nulla di quelle vecchie storie, non sa come arrivare al cuore del pubblico, usa un linguaggio sboccato, insulta gli spettatori e si arrabbatta come può, sovrapponendo ai tradizionali racconti del rakugo le vicende e i personaggi che incontra nella sua vita di tutti i giorni, cominciando inaspettatamente a riscuotere successo e affetto da parte del pubblico. Parallelamente, la vita di Toraji si incrocia anche con quella di Ryuji, che gestisce uno sgangherato negozio di vestiti autoprodotti di pessimo gusto, ha un terribile senso della moda tutto suo, ma nasconde un segreto... perché è, in realtà, figlio di Donbei, un ex bravissimo attore che ha mollato carriera e famiglia non riuscendo a sopportare più la pressione. Uno vuole avvicinarsi al mondo del rakugo, l'altro ne è uscito, eppure il rapporto fra Toraji e Ryuji, provenienti da due mondi distinti ma uniti dal rakugo, comincia a intensificarsi, cambiando le vite di entrambi...
La yakuza e il rakugo: due mondi distinti, che non hanno alcun legame fra loro. Raccontarne l'unione è stata l'idea vincente di Aki Isoyama, produttrice del canale televisivo TBS, e Kankuro Kudo, sceneggiatore. La coppia, che aveva già lavorato in passato a vari drama di successo, lancia con queste premesse Tiger & Dragon, che esordisce su TBS il 9 gennaio del 2005 con un lungo pilot di un'ora e mezza per poi continuare con una serie di 11 puntate, trasmessa sullo stesso canale tra il 15 aprile e il 24 giugno dello stesso anno.
Nel 2005 il nome di Kankuro Kudo, prolifico attore, regista, sceneggiatore, musicista, speaker radiofonico e chi più ne ha più ne metta, è già famosissimo, avendo già firmato diversi lavori di successo sin dai primi anni 2000, tra i quali possiamo citare ad esempio il dramma metropolitano Ikebukuro West Gate Park del 2000, che trasforma il famoso romanzo di Ira Ishida in una serie TV ancor più popolare.
C'è una sorta di continuità nei lavori di Kankuro Kudo: attori che si ripetono, personaggi particolarissimi un po' sfigati ma con una grande e particolare forza interiore, amicizie, rivalità e rapporti familiari. Per Tiger & Dragon, Kudo chiama ancora una volta l'attore protagonista di Ikebukuro West Gate Park, ovvero Tomoya Nagase, allora cantante e chitarrista della popolarissima band Tokio (nome che farà suonare qualche campanello nella testa di chi ha visto Kochikame e Kodomo no omocha - Rossana in lingua originale...), per fargli interpretare il suo Toraji in quello che diventa il primo capitolo di una ideale trilogia che parte da qui, passa per Unubore Deka del 2010 e trova la sua conclusione con Story of my family del 2021.
Nel caso vi steste chiedendo come mai ci siamo presi la briga di parlarvi di un drama di quasi vent'anni fa, la ragione è che Tiger & Dragon, così come Story of my family (e speriamo presto anche Unubore Deka), è stato recentemente caricato su Netflix ed è quindi visibile con sottotitoli in italiano, senza troppi sforzi, perciò vogliamo un po' incuriosirvi.
Punto in comune fra le tre serie della "trilogia" è il reiterarsi di alcuni attori che sono presenti qua e là, in ruoli ora secondari ora più importanti: chi c'è sempre, chi fa solo una comparsata, chi viene solo citato in una gag.
Tomoya Nagase interpreta sempre il protagonista e, in un modo o nell'altro, si trova ad avere un rapporto padre-figlio/maestro-allievo con un personaggio interpretato da Toshiyuki Nishida, uno degli attori più iconici del mondo del cinema e della TV nipponici, star di infiniti drama storici e coprotagonista della lunghissima serie di film Tsuribaka Nisshi, tratta dal manga fiume di Juzo Yamasaki e Kenichi Kitami.
E' proprio Tiger & Dragon a settare questa regola non scritta che sarà presente in tutti e tre i drama della "trilogia": Tomoya Nagase intepreta Toraji, Toshiyuki Nishida è Donbei. I due diventano maestro e allievo, ma, entrando a far parte della grande famiglia allargata del maestro di rakugo, Toraji diventa in un certo senso il figlio adottivo di Donbei, mentre nel frattempo instaura un rapporto speciale col suo vero figlio biologico, Ryuji, che diventa suo amico, rivale, collega e fratello.
E' l'unica serie delle tre dove i personaggi di Tomoya Nagase e Toshiyuki Nishida non hanno un legame di sangue, ma il rapporto che instaurano nel corso della storia è profondissimo, forse ancora più forte di un legame biologico, con Toraji che da Donbei impara il rakugo e diverse cose sulla vita, sull'amore, sui rapporti umani, e Donbei che con Toraji può essere il padre che non è stato per Ryuji.
Tutto questo accade grazie a Donbei, il personaggio più complesso dell'intera serie. Si fa spesso intimidire da Toraji, che continua in ogni episodio a riscuotere i soldi del suo debito, mentre i due mangiano omurice in una caffetteria tradizionale, e si lamenta pure, urlandogli contro, perché questi gli vengono consegnati a mano e non in una bella busta. Ma quando indossa gli abiti del maestro di rakugo, Donbei cambia completamente, risultando più vecchio, austero e solenne; quando poi se li toglie per indossare i panni del patriarca della sua stramba famiglia cambia ancora, diventando un maestro inflessibile e attento alla tradizione, che però vuole un bene dell'anima ai suoi familiari anche se non sa come esprimerlo nel modo giusto e spesso fa piangere la moglie, viene preso in giro dagli allievi o ha dato dispiaceri al figlio Ryuji.
Tiger & Dragon è una serie relativamente breve, ma ha tantissimi personaggi e tantissimi temi. Intorno ai tre principali, Toraji, Donbei e Ryuji, si costruisce un microcosmo di personaggi tutti bellissimi e tutti utili nell'economia del racconto, per unire i due mondi, quello della yakuza e quello del rakugo, quello della tigre e quello del drago, che nulla dovrebbero avere in comune e invece si stanno unendo in una grande, bellissima, famiglia allargata. Essa comprende anche i microcosmi delle tre ambientazioni principali della serie, rivelando che, in realtà, di cose in comune ne hanno eccome, mentre tutti i personaggi instaurano particolari legami fra loro.
Ognuno dei mille personaggi secondari diventa una più o meno importante parte dell'affresco dipinto dalla sapiente mano di Kudo: la guida turistica Megumi, tanto bella quanto sciocca, che fa battere il cuore di praticamente tutti i personaggi maschili della serie; Donta, il fratello maggiore di Ryuji che tenta di diventare famoso con scarsi risultati; l'allievo Donkichi intellettuale e impaurito dalle donne; lo strambo Jumptei Jump che viene preso in giro da tutti perché onestamente non fa ridere nessuno; Risa, la commessa del negozio di Ryuji, che da lui viene ripetutamente offesa ma non si fa certo mettere i piedi in testa; Chibi-T, il coinquilino di Ryuji che lavora in un negozio di musica; l'inflessibile capo yakuza di Toraji e il suo smidollato erede Ginjiro a cui il nostro si trova a dover fare da badante; il proprietario del chiosco di oden e quello del ristorante di soba che vanno a vedere gli spettacoli di rakugo, e tantissimi altri.
Personaggi divertentissimi, ottimamente caratterizzati e interpretati, che non hanno davvero nulla in comune, ma che, quando Toraji decide di imparare il rakugo, cominciano inaspettatamente a instaurare rapporti fra di loro, diventando amici, colleghi, amanti, rivelando che in realtà in passato hanno avuto dei trascorsi, diventando una famiglia. Molti di loro hanno personali sottotrame più o meno delineate, altri sono sono personaggi comici che però quando serve nascondono un'inaspettata profondità.
Le vicende che li coinvolgono sono tantissime, tutte abbastanza intricate, cosa che fa ben comodo a Toraji, dato che utilizza i fatti della sua vita e le persone che lo circondano come modello per i suoi racconti di rakugo, scoprendo che in realtà le vicende si somigliano moltissimo e così anche la morale che ne deriva. E qui Tiger & Dragon gioca le sue carte, mostrando chiaramente la bravura dei suoi attori.
La struttura delle puntate è tutta più o meno simile: dopo un breve riassunto iniziale narrato come se fosse un'esibizione di rakugo (e sono tutti bellissimi, perché ad ogni episodio lo fa un personaggio diverso, in maniera totalmente personale, folle e divertentissima), a Toraji viene raccontata la storia su cui dovrà esibirsi, poi le vicende dell'episodio culmineranno in un'esibizione sul palcoscenico dove il nostro protagonista narrerà al pubblico una storia basata su di esse che ne racconterà la conclusione.
L'idea geniale sta nel fatto che le storie di rakugo narrate a Toraji nella prima parte sono mostrate come se fossero l'episodio di una serie storica in costume, interpretate dagli stessi attori di Tiger & Dragon, che interpretano di volta in volta, indossando costumi d'epoca, signori, guerrieri, contadini, ristoratori, ladri, consorti e via dicendo: personaggi diversissimi da quelli che interpretano nella storia principale, ma che mostrano quanto gli attori sappiano essere bravi e versatili, dato che si trovano a cambiare sesso e/o parlare in un giapponese arcaico.
Del resto, il cast è davvero ricco. Tanti gli attori cari a Kankuro Kudo che poi riappariranno in altre serie della "trilogia" o in altri suoi lavori, come Kenta Kiritani, Yoshiyoshi Arakawa, Yu Aoi, Toshinori Omi, Sadao Abe, Takashi Tsukamoto. E ancora, un giovane Gen Hoshino ancora ben lontano dallo strabordante successo di "Koi"; il vero attore di rakugo Shota Shunputei; il mitico Shofukutei Tsurube, icona dell'intrattenimento giapponese che ancora oggi è costantemente in TV, tra drama, film e pubblicità. E soprattutto Jun'ichi Okada, allora membro della popolarissima band V6 (I want to change the world...), qui in un ruolo fondamentale in quanto interprete di Ryuji.
Le ambientazioni principali della serie sono due, più una bonus. La prima è Asakusa, dove vivono Donbei e la sua famiglia. Il maestro si esibisce alla Asakusa Engei Hall, un teatro dedicato al rakugo aperto nel 1964, e lui e Toraji passano le serate a confidarsi i rispettivi problemi mangiando oden a un chiosco ambulante parcheggiato di fronte a una bellissima visione notturna del famoso tempio Sensoji.
Ex quartiere dei piaceri e centro nevralgico della Tokyo più antica e tradizionale, la zona di Asakusa mantiene ancora oggi quel filo diretto che la collega con il Giappone più tradizionale, ponendosi come rappresentante più turistico ma non meno genuino di quella "shitamachi", la città bassa, che gli abitanti di Tokyo tuttora ritengono la parte più autentica della metropoli giapponese.
Come ci dice a più riprese Ryotsu Kankichi, il protagonista di Kochikame, la cui famiglia gestisce un locale tradizionale proprio ad Asakusa, la "shitamachi" è il posto dov'è possibile trovare il calore tipico degli abitanti della vera Tokyo, i cosiddetti "figli di Edo" (antico nome di Tokyo). E Tiger & Dragon ce lo conferma, mostrandoci una Asakusa tutta teatri, templi, spettacoli di rakugo, ristoranti di soba, chioschetti, caffetterie vecchio stile, botteghe, abitata da ojisan tanto devoti alla tradizione quanto allegri, compagnoni, di buon cuore.
Oggi Asakusa è un luogo troppo turistico per poterlo vivere appieno, per poterne comprendere la vera essenza, ma forse, dietro la patina di "cool Japan" per turisti, la vera Asakusa è come quella mostrata in Tiger & Dragon: una "shitamachi" attenta alle tradizioni e a valori che forse in altre parti di Tokyo non ci sono più.
La seconda ambientazione è la Takeshita-doori di Harajuku, dove si trova l'assurdo negozio di vestiti gestito da Ryuji. Un'atmosfera diametralmente opposta alla placida e tradizionale Asakusa, fatta di musica, vestiti pacchiani, colori accesi, giovani che si arrabbattano come possono, vivendo in monolocali minuscoli e sgangherati e cercando di tirare avanti a campare e di trovare a modo loro l'amore.
Harajuku è ancora oggi il quartiere della moda, dei colori, dei vestiti sgargianti e di pessimo gusto per l'occhio di noi occidentali, un tocco di colore, di vita e modernità contrapposto alla tradizioni, all'immobilismo e alla quiete dei quartieri della "shitamachi". Non stupisce che Ryuji si rifugi qui, in un posto totalmente agli antipodi rispetto alla Asakusa dove è nato e cresciuto, cercando di nascondere sotto una montagna di vestiti kitsch il suo cuore di amante del rakugo.
C'è poi una terza ambientazione, che è più un bonus perché la si percepisce più a livello concettuale che visivo, ed è Shinjuku, dove si trova l'ufficio del clan mafioso di cui fa parte Toraji.
Si tratta di un interno costruito su un set, quindi non è detto che si trovi nella vera Shinjuku, ma se ne percepisce ugualmente l'atmosfera.
La zona di Kabukicho, adiacente a Shinjuku, è stata nei decenni passati (più o meno nel periodo in cui è andato in onda Tiger & Dragon) teatro di risse da strada, scontri tra bande di mafiosi e giri di prostituzione.
Oggi la situazione non è così drastica, ma a Kabukicho pare giri ancora qualche yakuza che gestisce i moltissimi locali, bar e sale pachinko della zona. In Tiger & Dragon, non viene mostrata chissà quanto la zona di Shinjuku, a parte qualche breve sfondo, ma ogni tanto pestaggi, scontri e ritorsioni fanno parte delle vicende e alcuni membri del clan di cui fa parte Toraji, come il capo e il suo erede, diventano personaggi importantissimi del racconto.
C'è però un elemento particolarissimo che lega Tiger & Dragon a Kabukicho, non a quella reale ma a quella fittizia, chiamata Kamurocho, teatro della serie di videogiochi Ryu ga gotoku (Yakuza o Like a dragon, in Occidente). La serie, incentrata proprio sulle lotte, gli intrighi e la vita notturna della yakuza di Kabukicho, offre un'estetica curiosamente molto simile a quella di Tiger & Dragon, in tantissimi aspetti: il protagonista Kazuma Kiryu veste, si esprime, si muove come Toraji e gli somiglia anche un po' fisicamente; ritorna l'iconografia della tigre e del drago, il capomafia di Toraji sembra uscito direttamente dal gioco e anche Kiryu, come Toraji, si ritrova sempre in situazioni paradossali, si allontana dalla yakuza ma viene costantemente richiamato per riparare i casini combinati dall'inetto erede del capoclan.
Chi ha giocato ai titoli della serie Sega non può non sentirsi in qualche modo a casa guardando Tiger & Dragon, che in realtà parla di tutt'altro, ma c'è inaspettatamente un bel po' di Kiryu in Toraji. Probabilmente si tratta di una coincidenza, dato che il primo titolo della serie è uscito nel dicembre 2005, qualche mese dopo la conclusione di Tiger & Dragon, ma immagino che un gioco di tale portata non si sviluppi in una manciata di mesi, anche se non posso escludere, ma nemmeno confermare, qualche influenza, dato che i punti in comune sono davvero tanti, e Tiger & Dragon risulta paradossalmente un adattamento live action di Ryu ga gotoku più credibile di quello ufficiale.
Alla sua trasmissione originale, Tiger & Dragon ha riscosso un grande successo, tanto da far appassionare molti giovani al rakugo, far proliferare le fanart in rete, popolare di articoli le riviste durante il periodo di trasmissione, far partecipare per sei mesi Tomoya Nagase in veste di attore di rakugo (non nei panni di Toraji perché si trattava di un canale TV rivale di quello che trasmetteva la serie) al varietà Daijoten di Nippon Television - NTV.
E' facile capirne il successo, dato che tocca diverse corde dell'animo dei giapponesi, mischiando la loro tradizione alla loro cultura pop in un modo unico e irresistibile, condito anche da tante bellissime trovate, prove attoriali fantastiche e una colonna sonora estremamente efficace.
La sigla iniziale è la bellissima "Tiger & Dragon", canzone del 2002 dei Crazy Ken Band dalla quale deriva il titolo della serie, che ritorna a più riprese come stacchetto all'interno degli episodi, perciò è praticamente impossibile guardare il drama senza mettersi a canticchiare ogni cinque minuti "Ore no hanashi wo kikeee, nifun dake de mo ii...".
Tra l'altro, è una canzone famosissima e, tanto per restare in tema Ryu ga gotoku, ne esiste anche una cover cantata in dialetto di Osaka da Riki Takeuchi.
La sigla finale, "Utao Utao", ovviamente dei V6 perché ne hai un membro nel cast principale e quindi devi usarlo, in teoria è un'allegra canzone pop, in pratica "fa malissimo", perché non solo ti mostra tutti gli scorci di Asakusa e Harajuku, ma ti mostra anche tutti i personaggi della serie, nella loro doppia versione normale e in costume d'epoca, che cantano e ballano in allegria sul palco del teatro, come la grande famiglia allargata che diventano nel corso della serie. E ripensarli così alla luce dell'ultima puntata dove tutte le loro sottotrame giungono a compimento, unendoli definitivamente, fa ancora più male, perché non vuoi lasciarli, ne vuoi ancora, vuoi riguardare tutta la serie daccapo.
Tiger & Dragon racconta tante cose. Tante sono le storie dei personaggi e tanto è il non detto, l'atmosfera che si percepisce, il Giappone che si può assaporare, in un mix più unico che raro.
Una volta superato lo scoglio del primo, lunghissimo, episodio da un'ora e mezza che non si capisce bene dove voglia andare a parare, e superata qualche difficoltà iniziale coi termini più tecnici e i racconti del rakugo, piano piano si entra in confidenza coi personaggi e non si riesce più a fare a meno di loro.
Tiger & Dragon è fondamentalmente una commedia dove si ride molto, ma c'è anche un po' di dramma (ovvio, non si può togliere ai giapponesi il loro classico pianto catartico davanti allo schermo), azione, momenti commoventi o romantici.
Una serie a tutto tondo che indaga per bene nei suoi personaggi, nelle loro storie personali, nei loro mondi che finiscono per unirsi in uno solo, grande, bellissimo, che ci ricorda ancora una volta perché amiamo così tanto il Giappone nei suoi vari aspetti, qui tutti presenti: la cultura tradizionale e quella pop, la yakuza e il rakugo, le rockband e i gruppi di idol dell'ex agenzia Johnny's Entertainment.
Mondi diversissimi, che non potrebbero mai incontrarsi fra loro, eppure lo fanno, e il risultato è una serie bellissima, che li tratta tutti con grande cura e rispetto (ad esempio, tanto per dirne una, non è assolutamente un caso che il cognome di Donbei e la sua famiglia sia Hayashiyatei, è un chiaro rimando agli Hayashiya, celebre famiglia di attori di rakugo realmente esistente, di cui fa parte anche Kobuhei Hayashiya, il famoso doppiatore di Kotaro in Touch e Terai in Kochikame).
Finalmente anche noi in Italia possiamo gustarci questo spettacolo comodamente su Netflix, quindi perché non sfruttare l'occasione?
Se siete interessati al Giappone tradizionale di Asakusa, a quello modaiolo di Harajuku e degli idol, a quello underground di Ryu ga gotoku... Tiger & Dragon è la serie che fa per voi!
E, se poi vi piace, come detto, si tratta soltanto della prima serie di un'ideale trilogia che ne ripresenta in una veste differente diversi personaggi, quindi non finisce qui...