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9.0/10
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Premetto che ho cominciato la lettura di "Prison School" dopo la visione della versione animata che ammetto di aver amato dal primo istante. Akira Hiramoto con questo manga ha raggiunto vette altissime, difatti è riuscito in 28 volumi a creare situazioni al limite dell'assurdo riuscendo ogni volta a sorprendere il lettore con delle trovate geniali. Ci tengo a far presente che prima di cominciare la lettura sarebbe bene aver presente il contesto a cui si fa riferimento: "Prison School" è un manga di genere ecchi, quindi con spiccati elementi erotici (ma niente sesso o nudo), scene provocanti ed a volte un po' da maniaci, enfatizate al limite per rendere il tutto molto sensuale ed esilarante. L'autore è riuscito a trasmettere ai protagonisti le varie manie e vizi dei suoi connazionali fino a parodizzarle, ragion per cui si potrebbero trovare alcuni atteggiamenti assurdi per un occidentale. Detto questo partiamo dal principio:

"Prison School" come già accennato è un manga di genere ecchi ambientato in un contesto scolastico. Al liceo Hachimitsu, luogo principale degli eventi, fino all'anno prima dell'inizio della storia potevano iscriversi solo ragazze. Con il cambio di rotta e la possibilità di frequentare aperta anche ai ragazzi, cinque studenti decidono di iscriversi sperando di poter finalmente approcciare con semplicità il gentil sesso. Purtroppo per loro le cose non andranno per il verso giusto, vuoi un po' per la loro goffagine e timidezza vuoi per il fatto che alle studentesse è espressamente vietato relazionarsi con i ragazzi. Una sera, stanchi della situazione, mettono appunto un piano per poter spiare nel bagno delle donne e neanche a farlo apposta va tutto storto. I cinque vengono beccati e per evitare l'espulsione vengono costretti ad un mese di reclusione nella prigione della scuola, sotto la stretta sorveglianza dell'associazione studentesca segreta composta da tre bellissime studentesse. I guai per loro iniziano qui, o forse no?
Da questo semplice incipit Akira Hiramoto è riuscito a tirar fuori il meglio da situazioni eccentriche, creando gag sempre diverse e spassosissime condite da una sana dose di scene provocanti. Ogni volta ci si chiederà come diavolo faranno i nostri eroi a venir fuori da questa o quella situazione e la soluzione proposta dall'autore ci strapperà sempre una risata per l'originalità. La storia è coinvolgente e ci spinge capitolo dopo capitolo ad andare avanti per vedere come andranno le cose. Stessa cosa per i rapporti che si andranno ad instaurare tra i personaggi, contribuiranno ancor di più a farci appassionare alle loro vicende ed aumenteranno ancora di più la curiosità.
I personaggi sono tutti caratterizzati benissimo ed approfonditi il giusto, ognuno ha una sua evoluzione e maturazione durante tutto il racconto. Con il proseguo della lettura ci si sentirà parte integrante del gruppo e si propenderà a favore di uno piuttosto che un altro personaggio e terminata la lettura si sentirà la mancanza di tutti.
I disegni sono bellissimi, molto curati e perfetti per il genere di opera. Le ragazze neanche farlo apposta sono la punta di diamante, l'autore è riuscito a caratterizzare benissimo il loro aspetto e personalità. Non che i ragazzi siano da meno sia chiaro.
Adesso veniamo alla parte dolente: il finale.
Purtroppo la parte più deludente è appunto il così detto finale, se di finale si può parlare. Il tutto viene buttato li in un paio di pagine lasciandoci con l'amaro in bocca. E' un vero peccato perchè sarebbe bastato accorciare uno dei capitoli precedenti tirati un po' troppo per le lunghe se vogliamo essere pignoli e dedicarsi ad un epilogo degno di questo nome ed invece niente, il tutto rimane alla fantasia del lettore.
Detto questo per me "Prison School" è stata comunque una vera esperienza: esilarante, eccitante, coinvolgente e nonostante l'epilogo lo ritengo una lettura stra consigliata anche a chi non apprezza particolarmente questo genere.