Recensione
Sakura, Saku
8.0/10
"Nelle recite scolastiche delle elementari facevo l'abitante del villaggio o il cane procione numero due. Ma in tutta onestà, anche se non fossi stata lì nessuno se ne sarebbe accorto. Interpretavo ruoli di quel tipo."
La storia di "Sakura Saku" inizia con questa presentazione in prima persona in un capitolo dal titolo "Il giorno in cui ho trovato il mio nome". Saku è una comune studentessa consapevole di essere invisibile agli occhi degli altri e che vive le emozioni nel suo mondo interiore in maniera assai intensa. Un giorno si trova in treno, in orario di punta, e nella fase di uscita dei pendolari in corsa le si sfila la borsa. ll tentativo di recuperare l'oggetto prezioso sfuma perché nello stesso momento perde i sensi. Si risveglia in una stazione di polizia e un agente le indica la sua borsa "Qualcuno si è fatto in quattro per riprenderla e portarla qui". Qualcuno che sembra averla osservata anche nella fase di insorgenza del malessere e che si congeda lasciando un bigliettino con il nome "Sakura" e un numero di telefono. Nonostante i tentativi per mettersi in contatto con la persona, Saku non la intercetta. Fino a quel momento si riteneva invisibile ma quel giorno qualcuno l'ha notata e non è rimasto indifferente al suo bisogno. Saku fa una promessa con sé stessa. Avendo sperimentato lei stessa l'impatto miracoloso di un gesto gentile, non sarà indifferente alle difficoltà altrui ma si adopererà per aiutare sempre.
Nei capitoli successivi inizia la storia liceale di Saku e già alla cerimonia d'apertura si lascia distrarre da un compagno di classe chiamato dagli altri a voce alta "Sakura". Al contrario di quello che pensa chi le è intorno, non si volta perché ha un cognome simile al suo, quanto perché ha inizio ufficialmente per Saku la ricerca di indizi che la porteranno al suo angelo custode. Tutte le circostanze sembrano associare il gesto al fratello maggiore di Haruki. Il ragazzo, in un primo momento, è poco disponibile verso la piccola investigatrice e ne male interpreta l'insistenza. Sembra inoltre colpito dal suo atteggiamento da "brava bambina" e, dopo qualche piccolo scossone tra i due, accetta di aiutarla.
"Sakura Saku" in nove volumi racconta di Saku e di Haruki come due universi paralleli. Già nei primi volumi entrambi sono persi l'uno dell'altra e ricercano delle tracce di interesse dell'altro. La ricerca dell'angelo custode di Saku è il pretesto per dare avvio ad un percorso dove il vero obiettivo è fuoriuscire dalla propria zona di comfort e imparare a farsi avanti con coraggio. Entrambi i protagonisti idealizzano, riflettono e agiscono in un mondo che è tutto nella loro testa. La gentilezza che li accomuna e li attira diventa allo stesso modo una zavorra. Si innamorano e interpretano i gesti dell'altro secondo i propri schemi mentali, le immense ramificazioni di pensiero e tormento. I protagonisti sono come due giraffe che tentano di nascondersi dietro un albero di ulivo e temono di osare. Quando fanno capolino è solo per cercare delle conferme alle loro miopie, ai propri viaggi mentali, che li lasciano sospesi nelle loro supposizioni e non li fanno avanzare - volume dopo volume - che di pochi timidi millimetri.
Nel frattempo i personaggi che circondano e affiancano i protagonisti vanno avanti nel gioco e chi li legge li considera all'occorrenza dei "disturbatori" o, addirittura, degli "eroi". In due universi paralleli amovibili con il rimorchio e che non si intersecano, la diversità di vedute rappresenta il tentativo di portare il cambiamento. E' il caso del famoso Iryu con cui si costruirà un triangolo (poco riuscito a mio personale avviso) e preferito al protagonista immobile perché un personaggio leggero, capace di dare voce e azione ai propri sentimenti.
Saku e Haruki si rispecchiano nello sguardo e dissimulano i loro sentimenti. Sono introversi, naviganti dei propri viaggi mentali e portatori di una maschera onerosa fatta di parole da pesare e di gesti fraintendibili. Da lettori si diventa impazienti, si avrebbe voglia di entrare tra quelle pagine per urtarli e invitarli a vivere la vita con più slancio, gioia e leggerezza.
"Sakura Saku" è una commedia scolastica dolce e delicata, gentile, lontana dalla dinamicità alla quale ci ha abituati l'autrice in opere passate. Non è una storia da fuochi d'artificio, con protagonisti "bad boy" problematici o principini biondi sicuri di sé; con protagoniste talmente belle da avere bisogno di vestire sciatte e mangiare le merendine per non farsi notare; oppure pronte a passare sul cadavere delle "fidanzate altrui" pur di vivere l'amore della propria vita. E' una storia per chi si accontenta del tepore dei piccoli gesti, per i vigliacchi che si lasciano attorcigliare dalle proprie seghe mentali, che creano un alone immenso intorno ai propri complessi di inferiorità, e collezionano conferme su conferme prima di farsi avanti. E alle volte cambiano idea piuttosto che mettersi in discussione e restare asfaltati dal peso dei propri sentimenti. Sono contenta di avere letto anche questa Io Sakisaka, che non ha lasciato indietro nessuno. "Sakura Saku", tutti hanno il diritto di sbocciare. Anche quelli che apparentemente nessuno vede, gli abitanti del villaggio e i secondi cane procione.
La storia di "Sakura Saku" inizia con questa presentazione in prima persona in un capitolo dal titolo "Il giorno in cui ho trovato il mio nome". Saku è una comune studentessa consapevole di essere invisibile agli occhi degli altri e che vive le emozioni nel suo mondo interiore in maniera assai intensa. Un giorno si trova in treno, in orario di punta, e nella fase di uscita dei pendolari in corsa le si sfila la borsa. ll tentativo di recuperare l'oggetto prezioso sfuma perché nello stesso momento perde i sensi. Si risveglia in una stazione di polizia e un agente le indica la sua borsa "Qualcuno si è fatto in quattro per riprenderla e portarla qui". Qualcuno che sembra averla osservata anche nella fase di insorgenza del malessere e che si congeda lasciando un bigliettino con il nome "Sakura" e un numero di telefono. Nonostante i tentativi per mettersi in contatto con la persona, Saku non la intercetta. Fino a quel momento si riteneva invisibile ma quel giorno qualcuno l'ha notata e non è rimasto indifferente al suo bisogno. Saku fa una promessa con sé stessa. Avendo sperimentato lei stessa l'impatto miracoloso di un gesto gentile, non sarà indifferente alle difficoltà altrui ma si adopererà per aiutare sempre.
Nei capitoli successivi inizia la storia liceale di Saku e già alla cerimonia d'apertura si lascia distrarre da un compagno di classe chiamato dagli altri a voce alta "Sakura". Al contrario di quello che pensa chi le è intorno, non si volta perché ha un cognome simile al suo, quanto perché ha inizio ufficialmente per Saku la ricerca di indizi che la porteranno al suo angelo custode. Tutte le circostanze sembrano associare il gesto al fratello maggiore di Haruki. Il ragazzo, in un primo momento, è poco disponibile verso la piccola investigatrice e ne male interpreta l'insistenza. Sembra inoltre colpito dal suo atteggiamento da "brava bambina" e, dopo qualche piccolo scossone tra i due, accetta di aiutarla.
"Sakura Saku" in nove volumi racconta di Saku e di Haruki come due universi paralleli. Già nei primi volumi entrambi sono persi l'uno dell'altra e ricercano delle tracce di interesse dell'altro. La ricerca dell'angelo custode di Saku è il pretesto per dare avvio ad un percorso dove il vero obiettivo è fuoriuscire dalla propria zona di comfort e imparare a farsi avanti con coraggio. Entrambi i protagonisti idealizzano, riflettono e agiscono in un mondo che è tutto nella loro testa. La gentilezza che li accomuna e li attira diventa allo stesso modo una zavorra. Si innamorano e interpretano i gesti dell'altro secondo i propri schemi mentali, le immense ramificazioni di pensiero e tormento. I protagonisti sono come due giraffe che tentano di nascondersi dietro un albero di ulivo e temono di osare. Quando fanno capolino è solo per cercare delle conferme alle loro miopie, ai propri viaggi mentali, che li lasciano sospesi nelle loro supposizioni e non li fanno avanzare - volume dopo volume - che di pochi timidi millimetri.
Nel frattempo i personaggi che circondano e affiancano i protagonisti vanno avanti nel gioco e chi li legge li considera all'occorrenza dei "disturbatori" o, addirittura, degli "eroi". In due universi paralleli amovibili con il rimorchio e che non si intersecano, la diversità di vedute rappresenta il tentativo di portare il cambiamento. E' il caso del famoso Iryu con cui si costruirà un triangolo (poco riuscito a mio personale avviso) e preferito al protagonista immobile perché un personaggio leggero, capace di dare voce e azione ai propri sentimenti.
Saku e Haruki si rispecchiano nello sguardo e dissimulano i loro sentimenti. Sono introversi, naviganti dei propri viaggi mentali e portatori di una maschera onerosa fatta di parole da pesare e di gesti fraintendibili. Da lettori si diventa impazienti, si avrebbe voglia di entrare tra quelle pagine per urtarli e invitarli a vivere la vita con più slancio, gioia e leggerezza.
"Sakura Saku" è una commedia scolastica dolce e delicata, gentile, lontana dalla dinamicità alla quale ci ha abituati l'autrice in opere passate. Non è una storia da fuochi d'artificio, con protagonisti "bad boy" problematici o principini biondi sicuri di sé; con protagoniste talmente belle da avere bisogno di vestire sciatte e mangiare le merendine per non farsi notare; oppure pronte a passare sul cadavere delle "fidanzate altrui" pur di vivere l'amore della propria vita. E' una storia per chi si accontenta del tepore dei piccoli gesti, per i vigliacchi che si lasciano attorcigliare dalle proprie seghe mentali, che creano un alone immenso intorno ai propri complessi di inferiorità, e collezionano conferme su conferme prima di farsi avanti. E alle volte cambiano idea piuttosto che mettersi in discussione e restare asfaltati dal peso dei propri sentimenti. Sono contenta di avere letto anche questa Io Sakisaka, che non ha lasciato indietro nessuno. "Sakura Saku", tutti hanno il diritto di sbocciare. Anche quelli che apparentemente nessuno vede, gli abitanti del villaggio e i secondi cane procione.