Recensione
Lupin III - La seconda serie
8.0/10
Recensione di Gabe the third
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Lupin lll e compagnia tornano a colpire ancora nella seconda serie del 1977. Questa serie è ricordata da tutti come la più famosa e longeva, così come anche la giacca rossa del ladro gentiluomo è vista e ricordata come la più iconica. Tuttavia, ci sono dei radicali cambiamenti che portano la serie ad allontanarsi sia dalla precedente serie che dal manga, ma andiamo con ordine.
In questa serie Lupin intraprende numerose avventure e colpi, con episodi autoconclusivi, che lo portano a viaggiare in quasi ogni parte globo, affrontando ogni tipo di sfida possibile, variando persino il tipo di genere. Dalla più classica criminale e poliziesca, passando dalla più avventurosa e misteriosa, persino a quella con eventi più soprannaturali, arrivando infine alla più drammatica. Non mancheranno ovviamente i suoi immancabili compagni Jigen, Goemon e Fujiko (chiamata Margot in Italia, e che causò varie confusioni) al suo fianco, e ovviamente l'ispettore Zenigata sempre pronto a stargli alle costole.
Come detto prima, la serie si allontana dai toni più cupi e violenti della precedente serie, approcciandosi con un tono più leggero e comico. Lupin stesso ha subito uno stravolgimento nella personalità: da freddo criminale con una piccola dose di ironia passa a diventare un personaggio più buffo e scanzonato, a volte piuttosto goffo e pronto a fare il cascamorto con la prima fanciulla che gli capita davanti, e questa "nuova" personalità tende delle volte ad andare fin troppo fuori controllo, a tratti non necessaria, creando abbastanza imbarazzo; un cambiamento che fa storcere il naso a molti che erano abituati alla classica caratterizzazione più mite, ma nonostante l'eccessiva comicità egli riesce comunque a mantenere atteggiamenti seri in molte situazioni e anche mantenere sempre in modo onorevole la sua professionalità di ladro, cercando quindi di non sfigurare troppo il personaggio originale ideato da Monkey Punch. Jigen e Goemon mantengono fortunatamente delle caratterizzazioni quasi fedeli a quelle precedenti, sebbene resi meno rigidi del solito, ma comunque apprezzabili e dotati di un sarcasmo che non è tanto nocivo. Fujiko qui ha quasi accantonato del tutto la figura di femme fatale, tanto che in questa serie non la si vedrà svestita quasi mai, ma mantiene comunque il suo modo di essere sempre avida, calcolatrice, egoista e ambiziosa verso Lupin e soci, e anche col villan di turno. Questi ultimi variano in tutti i tipi, il più subdolo, il più sinistro, il più spietato, il più intelligente e altri ancora, ma non tutti alla fine riescono a essere memorabili.
Proprio come Lupin anche il caro vecchio Zazà diventa una figura comica, ma perdendo del tutto la serietà e i propri onori: per la maggior parte degli episodi il suo ruolo diventa quasi sempre marginale, limitandosi più a generare numerose gag che coinvolgono lo stesso Lupin, ma oltre a ciò non avrà mai l'occasione di avere un grande momento di gloria e di riscatto, rimanendo quasi sempre in disparte. Altra pecca sta nel doppiaggio italiano: nonostante sia buono e mantenga il cast originale, ad eccezione di Marcello Prando per Zenigata e Massimo Rossi per Goemon, che sostituiscono Enzo Consoli per entrambi i personaggi, vi sono però certe traduzioni errate. Tra le più note, oltre al già citato cambiamento da Fujiko a Margot le cui motivazioni sono ancora inspiegabili, vi è anche il nome completo "Arsenio Lupin", che viene storpiato in "Arsenico, detto Lupin", facendoci credere che Lupin sia un soprannome e il vero nome sia Arsenico, ma ciò è sbagliato.
Se si riesce a scendere a questi compromessi, però, si ha comunque una serie divertente da guardare, sebbene a tratti un po' "commerciale" per le modifiche e inferiore alla precedente; ciò non toglie però che resti di buona qualità e che ironicamente ha portato a rendere Lupin lll più popolare, oltre che a essere il personaggio che sa intraprendere ogni tipo di avventura, diventandone a tratti una figura rappresentativa per l'avventura stessa.
In questa serie Lupin intraprende numerose avventure e colpi, con episodi autoconclusivi, che lo portano a viaggiare in quasi ogni parte globo, affrontando ogni tipo di sfida possibile, variando persino il tipo di genere. Dalla più classica criminale e poliziesca, passando dalla più avventurosa e misteriosa, persino a quella con eventi più soprannaturali, arrivando infine alla più drammatica. Non mancheranno ovviamente i suoi immancabili compagni Jigen, Goemon e Fujiko (chiamata Margot in Italia, e che causò varie confusioni) al suo fianco, e ovviamente l'ispettore Zenigata sempre pronto a stargli alle costole.
Come detto prima, la serie si allontana dai toni più cupi e violenti della precedente serie, approcciandosi con un tono più leggero e comico. Lupin stesso ha subito uno stravolgimento nella personalità: da freddo criminale con una piccola dose di ironia passa a diventare un personaggio più buffo e scanzonato, a volte piuttosto goffo e pronto a fare il cascamorto con la prima fanciulla che gli capita davanti, e questa "nuova" personalità tende delle volte ad andare fin troppo fuori controllo, a tratti non necessaria, creando abbastanza imbarazzo; un cambiamento che fa storcere il naso a molti che erano abituati alla classica caratterizzazione più mite, ma nonostante l'eccessiva comicità egli riesce comunque a mantenere atteggiamenti seri in molte situazioni e anche mantenere sempre in modo onorevole la sua professionalità di ladro, cercando quindi di non sfigurare troppo il personaggio originale ideato da Monkey Punch. Jigen e Goemon mantengono fortunatamente delle caratterizzazioni quasi fedeli a quelle precedenti, sebbene resi meno rigidi del solito, ma comunque apprezzabili e dotati di un sarcasmo che non è tanto nocivo. Fujiko qui ha quasi accantonato del tutto la figura di femme fatale, tanto che in questa serie non la si vedrà svestita quasi mai, ma mantiene comunque il suo modo di essere sempre avida, calcolatrice, egoista e ambiziosa verso Lupin e soci, e anche col villan di turno. Questi ultimi variano in tutti i tipi, il più subdolo, il più sinistro, il più spietato, il più intelligente e altri ancora, ma non tutti alla fine riescono a essere memorabili.
Proprio come Lupin anche il caro vecchio Zazà diventa una figura comica, ma perdendo del tutto la serietà e i propri onori: per la maggior parte degli episodi il suo ruolo diventa quasi sempre marginale, limitandosi più a generare numerose gag che coinvolgono lo stesso Lupin, ma oltre a ciò non avrà mai l'occasione di avere un grande momento di gloria e di riscatto, rimanendo quasi sempre in disparte. Altra pecca sta nel doppiaggio italiano: nonostante sia buono e mantenga il cast originale, ad eccezione di Marcello Prando per Zenigata e Massimo Rossi per Goemon, che sostituiscono Enzo Consoli per entrambi i personaggi, vi sono però certe traduzioni errate. Tra le più note, oltre al già citato cambiamento da Fujiko a Margot le cui motivazioni sono ancora inspiegabili, vi è anche il nome completo "Arsenio Lupin", che viene storpiato in "Arsenico, detto Lupin", facendoci credere che Lupin sia un soprannome e il vero nome sia Arsenico, ma ciò è sbagliato.
Se si riesce a scendere a questi compromessi, però, si ha comunque una serie divertente da guardare, sebbene a tratti un po' "commerciale" per le modifiche e inferiore alla precedente; ciò non toglie però che resti di buona qualità e che ironicamente ha portato a rendere Lupin lll più popolare, oltre che a essere il personaggio che sa intraprendere ogni tipo di avventura, diventandone a tratti una figura rappresentativa per l'avventura stessa.