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Serie che funge da seconda stagione di “Ef - a Tale of Memories”.

Avevo apprezzato la prima stagione, la quale era partita un po’ in sordina, ma poi era cresciuta riuscendo a bilanciare bene i momenti romantici con quelli drammatici.
Questa seconda stagione focalizza l’attenzione su due coppie diverse di personaggi: Yu e Yuuko da una parte e Kuze e Mizuki dall’altra. Sono quasi tutti personaggi visti di sfuggita nella season 1 (e dunque collegati ai personaggi che già conoscevamo) e che qui diventano protagonisti.

Purtroppo, rispetto alla prima stagione, questa seconda l’ho trovata pretenziosa, forzata e insensatamente drammatica. Anche la prima proponeva temi drammatici, ma era stata in grado di prepararli adeguatamente: i protagonisti erano umani, ci si affezionava e a quel punto la svolta drama colpiva nel segno, straziava il cuore. Qui invece si è partiti immediatamente con drammi tanto pesanti quanto irrealistici, che coinvolgono personaggi ai quali non si è dato modo e tempo di affezionarsi e che non si capiva nemmeno bene perché si comportassero in determinati modi.
In certi episodi le situazioni appaiono estremizzate in maniera inverosimile e le azioni dei personaggi non sembrano seguire una logica sensata ma essere finalizzate solamente a rendere ancora più tragica la storia. Così facendo però sa tutto di artificiale e l’emozione non attecchisce, lascia abbastanza freddi.
I momenti migliori ci sono offerti quasi sempre dalle rare volte in cui compaiono i personaggi della stagione 1, il che è tutto dire sulla differenza tra le due stagioni.

Inoltre ci sono alcuni aspetti secondari che mi hanno infastidito.
Il primo è l’ecchi gratuito di Nagi: va bene che è nel club di arte, ma quale ragazza con un cervello funzionante, per migliorare nel dipingere gli autoritratti, sta di continuo completamente nuda in un’aula scolastica? Una cosa del genere me la posso aspettare da una romcom ecchi/demenziale, qui è proprio fuori contesto e stona da morire.
Il secondo è che in questo universo sembra che ogni amore sia eterno: praticamente tutti i personaggi principali trascinano i propri sentimenti da una vita intera, si sono innamorati da bambini o dalla scuola e questi amori non si esauriscono mai, che siano corrisposti o meno, e li affliggono per sempre. Mi sembra una visione infantile dei sentimenti umani, i quali sono invece mutevoli ed effimeri: la vita va avanti, anche i grandi amori spesso si esauriscono e ne nascono di altri, non è che a tutte le persone la cotta che hanno avuto a 8 anni segna l’esistenza fino alla morte.

Lo stile dell’animazione l’ho trovato piuttosto manieristico, riprendendo certi elementi che già erano presenti nella prima stagione ma esasperandoli, nonchè ripetendoli più volte. Il parossismo verbale ed esempio: nella prima stagione aveva conferito a un certo episodio un impatto eccezionale, ma se qui lo ripeti una, due e tre volte, diventa ridondante e pesante.

In definitiva è stata una discreta delusione: a cercare di estorcere le emozioni con la forza si ottiene l’effetto contrario.