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In 365 Days to the Wedding c'è una Fiat Panda.

A visione completata è questa la prima cosa che mi viene in mente di questo anime. Il giudizio complessivo? Caruccio, ma a un approccio sicuramente interessante non corrisponde una seconda metà che concretizza, andando invece a perdersi in banalità e con un finale telefonatissimo sin dal primo episodio.

Recensione FULL SPOILER, siete avvertiti. Della trama dirò il giusto, mi concentrerò sulle mie opinioni.

Volevo vedere una commedia romantica, mi sono azzardato a iniziare "Le 100 ragazze che ti amano tanto tanto..." e mi è venuta l'orticaria dopo neanche due episodi. Messo da parte, probabilmente per sempre, quell'incompreso capolavoro, ho puntato su qualcosa di più adulto.

365 Days to the Wedding ha un incipit sicuramente più interessante e decisamente meno cringe, vedendo tra l'altro protagonisti due ragazzi più che ventenni (vado a memoria: 24 lui, 26 lei). Penso: finalmente una storia sentimentale più concreta e strutturata.

Ok che l'innesco non è proprio realistico, i due, colleghi in un'agenzia di viaggi, per evitare un trasferimento in Alaska destinato a chi non ha famiglia, fingono di avere una relazione e di doversi sposare. Ovviamente sono due sociopatici, una peggio dell'altro, che vivono serenamente le loro vite da single e non contemplano una relazione sentimentale. Cosa c'è di telefonato? Che chiaramente Honjoji (lei) e Ohara (lui), dovendosi obbligatoriamente avvicinare per non destare sospetti nei colleghi e nell'azienda, iniziano a conoscersi e a provare attrazione l'uno per l'altra. Dove andrà a parare tutto questo? In due e dico due momenti clou, circondati da un mare di sostanziale noia.

Sì perché il rapporto tra i due protagonisti evolverà in due distinte scene, le uniche che ci si ricorda a visione terminata: la passeggiata al chiaro di luna in campagna, il bacio sulla riva del canale. Dopo quest'ultimo, i due addirittura vanno a vivere insieme perché vengono coinvolti in un progetto su colleghi/coppie dell'azienda (si scoprirà esser sostanzialmente un modo per provare a smascherarli perché, strano, destavano sospetti) e voi direte: a questo punto finiscono a letto insieme. No, perché la serie si mantiene sempre quel passo indietro rispetto a un'evoluzione realistica. Anzi, disturba che Honjoji e Ohara spesso e volentieri si comportino da adolescenti e non da giovani adulti.

Ci si accorge quindi amaramente che 365 è veramente la solita storia. Illude l'età anagrafica, illude il setting (un ufficio e non una scuola), illudono anche alcuni temi anche abbastanza importanti, gettati lì giusto per allungare il brodo e trattati anche con superficialità. Tra i quali il divorzio improvviso di un collega che sembrava avere una famiglia felice, oppure un altro, sfigato, che sembra finalmente incontrare la donna dei suoi sogni ma lei è separata con un bambino piccolo e quindi si tira indietro. C'è proprio un intero episodio dedicato a Gonda e ai suoi patemi, ma resta tutto lì, fine a sé stesso, senza un proseguo.

Parentesi tecnica: l'anime è stato palesemente realizzato senza un budget alto. Se il character design è abbastanza buono, le animazioni sono appena sufficienti, la regia scolastica, le musiche poco originali e senza incisività. Meglio in alcune occasioni evitare di mettere in pausa e focalizzarsi sui dettagli di sfondo, in uno degli episodi finali si vede un aeroplano che decolla che sembra disegnato da un bambino delle elementari per dirne una.

Arriviamo quindi alla conclusione. Sembra che Gonda debba andare in Alaska, invece ci va a sorpresa Kurokawa, la capoufficio che, nonostante sia sposata, sente il bisogno di nuove avventure. Forzato già solo a scriverlo, figuriamoci a vederlo in scena. Honjoji e Ohara ovviamente poi saltano a piè pari la relazione e si gridano a vicenda in mezzo a un incrocio di volersi sposare davvero. Confessano tutto davanti ai colleghi e inizia la vera relazione. Niente sorprese, niente di niente. Neanche dal molestatore che faceva a entrambi chiamate anonime mettendo in dubbio il loro matrimonio. Si scopre essere uno dei colleghi che dà a entrambi la sua benedizione. Utilità? Nessuna, se non creare un minimo di tensione a inizio anime per poi dimenticarsene e ricicciare fuori la cosa nelle ultime scene altrimenti sarebbe rimasto il buco. Francamente ho trovato l'ultimo episodio il più noioso di tutti, tant'è che l'ho più volte messo in pausa per distrarmi con altro.

365 Days to the Wedding si rivela essere un riempitivo appena sufficiente. Certo, non c'è il cringe di altri anime sentimentali o di harem da quattro soldi, ma alla fine non lascia davvero nulla. I due protagonisti sono decisamente poco empatici e invece di concentrarsi sulle piccole cose che fanno evolvere il loro rapporto, usa il classico escamotage delle side stories per poi riflettere cambiamenti sui due, che però sembrano calati dall'alto. Oh, ma allora anche noi potremmo...

Quasi inesistente invece quella sfumatura più adulta che speravo di trovare. Non pretendevo di trovare roba estrema alla Scum's Wish, per carità, ma è comunque tratto da un manga seinen. Un tantino di spessore in più (che lascia intravedere timidamente, ma altrettanto timidamente svicola) l'avrei gradita. 365 si ferma quindi un gradino sopra il "guardabile" ma anche diversi gradini sotto il "consigliabile". Volete una commedia romantica standard e senza sussulti? È un buon passatempo. Ma come finisce ve ne sarete già dimenticati.

Eccezion fatta per la Fiat Panda.