Recensione
Deve essere onesto, il primo episodio mi ha affascinato, soprattutto perché è interamente dedicato alla vita del main character prima che venisse trasportato nel nuovo mondo dalla Dea. Credo sia uno dei pochissimi main character isekai (il primo che vedo) ad essere effettivamente vecchio, ma non un fallito come tanti che finiscono invece per morire in un modo a caso. Oltre questo, l’anime ha degli alti e dei bassi a livello di trama e personaggi.
I primi tre episodi mi sono piaciuti particolarmente, forse dipeso dal fatto che mi piacciono le spiegazioni razionali e dettagliate di cosa fa un personaggio e perché. Mi è piaciuta anche la presentazione della magia, diversa dal solito “imparo una skill dietro l’altra che mi fa fare tutto diretto e facile senza nessun problema”, e di come Lugh si approcci ad essa per la prima volta assieme a Dia.
Ciò che poi va ad abbassare la storia è la presenza di classici stereotipi e cliché stile anime come i paesani che lo adorano fin da subito, l’approccio harem delle ragazze, lo stesso Lugh che riesce brillantemente in ogni cosa che fa, che non viene davvero sufficientemente motivata e a mio parere è anche molto ‘rushata’.
Tuttavia, l’episodio 6 mi ha convinto che questo non è un normale isekai con un protagonista interessante, per il tipo dei fatti trattati e la fedeltà alla realtà con la quale li hanno portati. Inoltre, apprezzo molto il fatto che l’autore abbia messo in chiaro che Maha e Tarte hanno capito il modo di fare di Lugh, ma non per questo l’hanno sminuito o fatto un dramma, dimostrando anche in varie occasioni di essere personaggi con un io proprio che devia dalle solite “anime girl supporter”. Anche Dia, nonostante rispecchi la classica ragazza della quale il protagonista si innamora nonché la prima che egli incontra, sembra avere una personalità a sé stante e risulta molto apprezzabile dal punto di vista dello spettatore, anche se non è stato un personaggio molto determinante nella storia (fino ad adesso).
Per quanto riguarda Lugh stesso, direi che è quello che mi gusta di più della storia. È razionale, calmo, ma fedele alle sue scelte, non si ferma in intrighi personali inutili, ma sa essere sensibile. Apprezzo moltissimo che egli stesso si ritenga una persona logica ma conveniente, non gentile o onesta, senza però fare la solita figura del protagonista puro e amorevole senza alcuna ragione logica.
Questo anime sembra un po’ un misto fra “The Eminence in Shadow”, per obbiettivi e modi di fare dei personaggi principali, e “Mushoku Tensei”, per tipo di sviluppi e caratteri degli stessi.
Anche i dialoghi, onestamente, mi sembrano ben congegnati, e alcune volte deviano dal classico percorso isekai, come per l’incontro con Setanta.
In conclusione, direi che non è il migliore fra gli isekai o gli anime sugli assassini, ma di certo merita la sua visione di episodi che, comunque, si divorano uno dietro l’altro.
I primi tre episodi mi sono piaciuti particolarmente, forse dipeso dal fatto che mi piacciono le spiegazioni razionali e dettagliate di cosa fa un personaggio e perché. Mi è piaciuta anche la presentazione della magia, diversa dal solito “imparo una skill dietro l’altra che mi fa fare tutto diretto e facile senza nessun problema”, e di come Lugh si approcci ad essa per la prima volta assieme a Dia.
Ciò che poi va ad abbassare la storia è la presenza di classici stereotipi e cliché stile anime come i paesani che lo adorano fin da subito, l’approccio harem delle ragazze, lo stesso Lugh che riesce brillantemente in ogni cosa che fa, che non viene davvero sufficientemente motivata e a mio parere è anche molto ‘rushata’.
Tuttavia, l’episodio 6 mi ha convinto che questo non è un normale isekai con un protagonista interessante, per il tipo dei fatti trattati e la fedeltà alla realtà con la quale li hanno portati. Inoltre, apprezzo molto il fatto che l’autore abbia messo in chiaro che Maha e Tarte hanno capito il modo di fare di Lugh, ma non per questo l’hanno sminuito o fatto un dramma, dimostrando anche in varie occasioni di essere personaggi con un io proprio che devia dalle solite “anime girl supporter”. Anche Dia, nonostante rispecchi la classica ragazza della quale il protagonista si innamora nonché la prima che egli incontra, sembra avere una personalità a sé stante e risulta molto apprezzabile dal punto di vista dello spettatore, anche se non è stato un personaggio molto determinante nella storia (fino ad adesso).
Per quanto riguarda Lugh stesso, direi che è quello che mi gusta di più della storia. È razionale, calmo, ma fedele alle sue scelte, non si ferma in intrighi personali inutili, ma sa essere sensibile. Apprezzo moltissimo che egli stesso si ritenga una persona logica ma conveniente, non gentile o onesta, senza però fare la solita figura del protagonista puro e amorevole senza alcuna ragione logica.
Questo anime sembra un po’ un misto fra “The Eminence in Shadow”, per obbiettivi e modi di fare dei personaggi principali, e “Mushoku Tensei”, per tipo di sviluppi e caratteri degli stessi.
Anche i dialoghi, onestamente, mi sembrano ben congegnati, e alcune volte deviano dal classico percorso isekai, come per l’incontro con Setanta.
In conclusione, direi che non è il migliore fra gli isekai o gli anime sugli assassini, ma di certo merita la sua visione di episodi che, comunque, si divorano uno dietro l’altro.
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