Recensione
Doraemon - La seconda serie
7.0/10
Doraemon è un buon anime sotto tutti i punti di vista.
Accanto a una grafica abbastanza curata e accattivante, si affianca un sonoro abbastanza leggero e che ha il gran pregio di non essere mai troppo invadente: un comparto tecnico, dunque, buono, che piacerà sicuramente agli spettatori più piccoli, ai quali è principalmente indirizzata la visione dell’opera.
La storia è abbastanza semplice e tradizionale: Nobita è un ragazzo alquanto sfortunato, in quanto soggetto alle angherie dei bulletti della sua scuola, e inoltre emarginato da molti, il che lo porta a esporre il lato peggiore di sé, scontroso, maleducato e scostante.
Un giorno, però, arriva dal futuro il gatto robot Doraemon: gli è stato inviato da un suo pronipote, per rimediare a tutti i disastri che Nobita ha combinato nella sua vita futura, lasciando una montagna di debiti ai suoi successori; egli spera che grazie agli insegnamenti di Doraemon, infatti, il ragazzo si ravveda, cambiando così il suo futuro.
In effetti, l’anime è interamente concentrato su questo movente: ogni volta che Nobita ha un problema, grande o piccolo che sia, il buon Doraemon lo aiuta in ogni modo, dispensando preziosi consigli e, inoltre, facendo uscire aggeggi di tutti i tipi e di tutte le forme dalla sua tasca sulla pancia: così, avremo una porta che permette di teletrasportarsi, un congegno per stare più freschi, un gadget per dilatare lo spazio, eccetera.
Furono proprio questi gadget, secondo me, a rendere famoso il gatto robot, in quanto riuscivano a stimolare la fantasia dei più piccini.
Ma il messaggio più grande dell’opera riguarda la fratellanza: Doraemon, infatti, è per Nobita come un fratello maggiore, sempre pronto a dare una mano o anche solamente un buon consiglio.
Insomma, consiglio quest’anime a chiunque, ma soprattutto agli utenti meno smaliziati, ai quali saprà dare ore e ore di sollazzo, mai noioso; i più grandicelli potrebbero storcere il naso riguardo all’atmosfera bambinesca, e dovrebbero valutare l’opera secondo i propri gusti personali.
P.S.: Il numero di episodi visti che ho messo è (quasi) puramente casuale, non credevo ce ne fossero così tanti.
Accanto a una grafica abbastanza curata e accattivante, si affianca un sonoro abbastanza leggero e che ha il gran pregio di non essere mai troppo invadente: un comparto tecnico, dunque, buono, che piacerà sicuramente agli spettatori più piccoli, ai quali è principalmente indirizzata la visione dell’opera.
La storia è abbastanza semplice e tradizionale: Nobita è un ragazzo alquanto sfortunato, in quanto soggetto alle angherie dei bulletti della sua scuola, e inoltre emarginato da molti, il che lo porta a esporre il lato peggiore di sé, scontroso, maleducato e scostante.
Un giorno, però, arriva dal futuro il gatto robot Doraemon: gli è stato inviato da un suo pronipote, per rimediare a tutti i disastri che Nobita ha combinato nella sua vita futura, lasciando una montagna di debiti ai suoi successori; egli spera che grazie agli insegnamenti di Doraemon, infatti, il ragazzo si ravveda, cambiando così il suo futuro.
In effetti, l’anime è interamente concentrato su questo movente: ogni volta che Nobita ha un problema, grande o piccolo che sia, il buon Doraemon lo aiuta in ogni modo, dispensando preziosi consigli e, inoltre, facendo uscire aggeggi di tutti i tipi e di tutte le forme dalla sua tasca sulla pancia: così, avremo una porta che permette di teletrasportarsi, un congegno per stare più freschi, un gadget per dilatare lo spazio, eccetera.
Furono proprio questi gadget, secondo me, a rendere famoso il gatto robot, in quanto riuscivano a stimolare la fantasia dei più piccini.
Ma il messaggio più grande dell’opera riguarda la fratellanza: Doraemon, infatti, è per Nobita come un fratello maggiore, sempre pronto a dare una mano o anche solamente un buon consiglio.
Insomma, consiglio quest’anime a chiunque, ma soprattutto agli utenti meno smaliziati, ai quali saprà dare ore e ore di sollazzo, mai noioso; i più grandicelli potrebbero storcere il naso riguardo all’atmosfera bambinesca, e dovrebbero valutare l’opera secondo i propri gusti personali.
P.S.: Il numero di episodi visti che ho messo è (quasi) puramente casuale, non credevo ce ne fossero così tanti.