Recensione
Kaichou wa Maid-sama!
7.0/10
Inizialmente quando ho letto questo titolo dalla lista degli anime della stagione, l’ho inconsciamente scartato perché pensavo fosse il solito prodotto per otaku, assolutamente privo d'interesse se non per il fanservice. Invece dopo aver letto qualche recensione in giro ho deciso di dargli una possibilità, e decisamente ho fatto bene.
Innanzitutto una doverosa premessa: il “maid” del titolo non si riferisce a una qualsiasi cameriera, ma alla tipica cameriera dell’immaginario giapponese, con vestiti elaborati in stile simile ai vestiti delle cameriere inglesi del periodo vittoriano. Questa figura è così radicata che ultimamente in Giappone sono nati molti maid cafè, ovvero locali in cui le cameriere vestono elaborati costumi con le suddette fattezze.
Torniamo adesso all’anime. La storia parla delle vicende di Misaki Ayuzawa, presidente del comitato studentesco della scuola superiore Seika. Questa scuola era in origine una scuola maschile, ma recentemente è stata aperta anche al gentil sesso. Tuttavia proprio per questo la popolazione maschile è ancora in netta superiorità, e le ragazze vengono trattate come una minoranza dai rozzi maschietti. Così Misaki decide d'impegnarsi e diventare la prima presidente ragazza del consiglio studentesco, decisa a cambiare la scuola e a renderla più appetibile anche al gentil sesso. Per far questo applica una politica decisamente aggressiva contro i ragazzi, motivo per il quale non è esattamente popolare a scuola tra di essi.
Tuttavia oltre ai sui problemi scolastici la nostra protagonista ha anche dei seri problemi nella vita privata. Infatti la sua famiglia, composta dalla madre e dalla sorella minore, è estremamente povera, e per aiutare a mantenere la casa e a ripagare i debiti lasciati dal padre Misaki lavora come maid in un maid cafè, il tutto nel massimo segreto anche per gli amici più stretti.
Tutto fila liscio finché un giorno Usui Takumi, uno degli studenti più popolari della scuola, scopre il lavoretto part-time della presidentessa, gettandola nell’angoscia. Come diventerà la sua vita scolastica se il suo lavoro come maid diventasse pubblico? Ma con il passare dei giorni il segreto non trapela, anzi Takumi inizia a frequentare con regolarità il Maid Latte, ovvero il locale in cui lavora Misaki, dichiarando che questo segreto è il suo “divertimento personale”.
L’anime si sviluppa come un'interessante commedia romantica, con Misaki alle prese con i problemi spesso bizzarri che puntualmente si presentano a scuola e al lavoro, aiutata in più di un modo da Takumi, che sembra sviluppare un notevole interesse per la bella presidentessa, specie quando lei veste i panni di maid…
La storia rientra nei canoni del genere, e i personaggi principali sono caratterizzati con notevole cura e simpatia. Molto meno lo sono quelli secondari che, anche nelle puntate a loro dedicate, risultano eccessivamente stereotipati. Anche le situazioni hanno spesso un che di “già visto”, tranne qualche rara eccezione legata alla natura un po' “otaku” del lavoro al Maid Latte. Le animazioni rientrano in una fascia medio-bassa: buone nelle inquadrature ravvicinate, che rappresentano l’80% del totale, ma un po' troppo approssimativo il resto. Per esempio ho visto una scena in cui delle macchine della polizia che si allontanano in un vicolo sembrano piuttosto delle scatole di cartone semoventi. Le musiche fanno il loro dovere, anche se non sopporto quando nei momenti clou parte la tipica musichetta j-pop, che spesso trovo decisamente inopportuna.
Quello che rende quest'anime più che degno di esser visto nonostante i difetti è l’ottima regia, sopratutto l’uso abbondante delle onomatopee in stile fumetto, che riescono a ricreare delle spassosissime gag, specie quando i personaggi pronunciano le onomatopee a voce alta. Ad esempio è impagabile la scena in cui Takumi fissa Misaki dicendo “jiiiiii”, ovvero l’onomatopea giapponese usata per fissare. Anche l’uso dei fiori, così popolare nel genere shoujo, non è troppo fastidioso, anzi spesso viene usato in modo divertente, come quando la proprietaria del locale comincia a spargere fiori immaginari gridando “fiori del moe”!
Inoltre i personaggi principali possiedono un innegabile carisma, che spinge inevitabilmente lo spettatore ad affezionarsi e ad aspettare con curiosità gli sviluppi della storia. Misaki è un po' la classica “tsundere”, dura e inflessibile a scuola, ma assolutamente carina e a volte impacciata quando viene sorpresa nel suo lavoro di maid; mentre Takumi è il classico bel tenebroso perfetto in qualunque cosa, con una vita privata praticamente segreta, ma con delle fisse che non nega a nascondere. Queste lo rendono molto diverso dallo stereotipo del genere. Per dire, quando gli chiedono “cosa sei per lei?”, e lui risponde “il suo molestatore (stalker)”, con quello sorriso beffardo mi sono fatto una grassa risata.
In conclusione Kaichou wa Maid-sama! non è certo un anime che cambierà la storia, ma secondo me vale decisamente la pena di seguirlo, sperando che duri più dei canonici 12-13 episodi che caratterizzano la maggior parte delle produzioni recenti.
Innanzitutto una doverosa premessa: il “maid” del titolo non si riferisce a una qualsiasi cameriera, ma alla tipica cameriera dell’immaginario giapponese, con vestiti elaborati in stile simile ai vestiti delle cameriere inglesi del periodo vittoriano. Questa figura è così radicata che ultimamente in Giappone sono nati molti maid cafè, ovvero locali in cui le cameriere vestono elaborati costumi con le suddette fattezze.
Torniamo adesso all’anime. La storia parla delle vicende di Misaki Ayuzawa, presidente del comitato studentesco della scuola superiore Seika. Questa scuola era in origine una scuola maschile, ma recentemente è stata aperta anche al gentil sesso. Tuttavia proprio per questo la popolazione maschile è ancora in netta superiorità, e le ragazze vengono trattate come una minoranza dai rozzi maschietti. Così Misaki decide d'impegnarsi e diventare la prima presidente ragazza del consiglio studentesco, decisa a cambiare la scuola e a renderla più appetibile anche al gentil sesso. Per far questo applica una politica decisamente aggressiva contro i ragazzi, motivo per il quale non è esattamente popolare a scuola tra di essi.
Tuttavia oltre ai sui problemi scolastici la nostra protagonista ha anche dei seri problemi nella vita privata. Infatti la sua famiglia, composta dalla madre e dalla sorella minore, è estremamente povera, e per aiutare a mantenere la casa e a ripagare i debiti lasciati dal padre Misaki lavora come maid in un maid cafè, il tutto nel massimo segreto anche per gli amici più stretti.
Tutto fila liscio finché un giorno Usui Takumi, uno degli studenti più popolari della scuola, scopre il lavoretto part-time della presidentessa, gettandola nell’angoscia. Come diventerà la sua vita scolastica se il suo lavoro come maid diventasse pubblico? Ma con il passare dei giorni il segreto non trapela, anzi Takumi inizia a frequentare con regolarità il Maid Latte, ovvero il locale in cui lavora Misaki, dichiarando che questo segreto è il suo “divertimento personale”.
L’anime si sviluppa come un'interessante commedia romantica, con Misaki alle prese con i problemi spesso bizzarri che puntualmente si presentano a scuola e al lavoro, aiutata in più di un modo da Takumi, che sembra sviluppare un notevole interesse per la bella presidentessa, specie quando lei veste i panni di maid…
La storia rientra nei canoni del genere, e i personaggi principali sono caratterizzati con notevole cura e simpatia. Molto meno lo sono quelli secondari che, anche nelle puntate a loro dedicate, risultano eccessivamente stereotipati. Anche le situazioni hanno spesso un che di “già visto”, tranne qualche rara eccezione legata alla natura un po' “otaku” del lavoro al Maid Latte. Le animazioni rientrano in una fascia medio-bassa: buone nelle inquadrature ravvicinate, che rappresentano l’80% del totale, ma un po' troppo approssimativo il resto. Per esempio ho visto una scena in cui delle macchine della polizia che si allontanano in un vicolo sembrano piuttosto delle scatole di cartone semoventi. Le musiche fanno il loro dovere, anche se non sopporto quando nei momenti clou parte la tipica musichetta j-pop, che spesso trovo decisamente inopportuna.
Quello che rende quest'anime più che degno di esser visto nonostante i difetti è l’ottima regia, sopratutto l’uso abbondante delle onomatopee in stile fumetto, che riescono a ricreare delle spassosissime gag, specie quando i personaggi pronunciano le onomatopee a voce alta. Ad esempio è impagabile la scena in cui Takumi fissa Misaki dicendo “jiiiiii”, ovvero l’onomatopea giapponese usata per fissare. Anche l’uso dei fiori, così popolare nel genere shoujo, non è troppo fastidioso, anzi spesso viene usato in modo divertente, come quando la proprietaria del locale comincia a spargere fiori immaginari gridando “fiori del moe”!
Inoltre i personaggi principali possiedono un innegabile carisma, che spinge inevitabilmente lo spettatore ad affezionarsi e ad aspettare con curiosità gli sviluppi della storia. Misaki è un po' la classica “tsundere”, dura e inflessibile a scuola, ma assolutamente carina e a volte impacciata quando viene sorpresa nel suo lavoro di maid; mentre Takumi è il classico bel tenebroso perfetto in qualunque cosa, con una vita privata praticamente segreta, ma con delle fisse che non nega a nascondere. Queste lo rendono molto diverso dallo stereotipo del genere. Per dire, quando gli chiedono “cosa sei per lei?”, e lui risponde “il suo molestatore (stalker)”, con quello sorriso beffardo mi sono fatto una grassa risata.
In conclusione Kaichou wa Maid-sama! non è certo un anime che cambierà la storia, ma secondo me vale decisamente la pena di seguirlo, sperando che duri più dei canonici 12-13 episodi che caratterizzano la maggior parte delle produzioni recenti.