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Madoka Magika, dal titolo suona molto un prodotto carezzevole e felice in tutti i sensi. In realtà non è altro che un anime ingannatorio, dietro la cui maschera si cela quell'animo perverso di Gen Urubochi che ha già, con la sua penna, deliziato diversi lettori con le sue opere controverse.

Trama stringata quanto possibile: Madoka è una ragazza come tante, va a scuola, chiacchiera con le amiche etc. Salva per caso un animaletto, tale Kyubei, che la sprona a diventare una maghetta e quindi a realizzare anche un suo desiderio per diventarla. Ciò che Kyubei nasconde è un mondo composto da esseri malvagi che attraggono le persone comuni per ucciderle e divenire così delle Streghe, che le maghette devono combattere e sconfiggere per diventare più forti e salvare il mondo.

Ovvio, con premesse simili quanti anime o manga avrete già sentito o anche visto. E invece, ciò che all'apparenza può sembrare un nuovo Card Captor Sakura o anche una specie di Sailor Moon, si rivela essere un prodotto dai toni cupi e dark, venature horror e personaggi ambigui, alcuni freddi e distaccati, ossessionati dalla gelosia verso gli altri. I nemici sono cattivi, ma veramente, in grado di uccidere in maniera truculenta i propri avversari; la responsabilità che una persona si porta per essere una maghetta è impensabilmente più alta della norma; le conseguenze a tutto ciò si riportano al fisico e alla psiche dei protagonisti.

Corredato totalmente da una colonna sonora incalzante e geniale in molte delle sue tracce, da una eccellente renderizzazione degli sfondi e dei colori e da animazioni degne di nota, la SHAFT ama il suo lavoro e si vede, sfornando ancora una volta un prodotto ben più che meritevole.