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Mahou shojo Madoka magica è una serie anime del 2011 di 12 puntate, di genere fantasy/slice of life. La casa di produzione, la famosa Shaft, questa volta ha veramente superato se stessa: dal punto di vista tecnico l’anime è impeccabile, con disegni belli e creativi e animazione fluida e definita anche nei momenti più concitati. I combattimenti sono pochi, ma molto spettacolari e “pirotecnici”, da fare invidia a combattimenti lunghi interi episodi di altre serie ben più famose.
Il doppiaggio a mio avviso è ottimo, soprattutto quello di Kyubey,che riesce a dare la sensazione di mancanza di emozioni, cosa non facile per un doppiatore. Le musiche sono di genere J-pop, a volte non adatte, ma belle e orecchiabili. Trovo che anche la regia è ottima. Mi chiedevo come si sarebbe riusciti a svolgere una simile matassa in sole 12 puntate: semplicemente si è riempito ogni singolo episodio di avvenimenti fondamentali, distribuendo bene lo svolgersi della trama.
L'opening è talmente bella che in 12 puntate non mi è mai venuta voglia di saltarla.

La trama ha come scheletro i canoni del majokko, con l’apparizione di un animaletto che dona alle giovani protagoniste il potere di combattere il male, ma questo è solo l’incipit di una storia tutt’altro che banale e ricca di colpi di scena, anche se alcuni sono abbastanza prevedibili. Il concetto stesso di bene contro il male viene spostato nel grigio; le streghe che le maghette combattono hanno un aspetto grottesco e indefinito, più che esseri malvagi sono male materializzato, che opera per istinto più che per ragione. Alcuni hanno criticato il modo in cui le streghe sono state rappresentate, sostenendo che si sia cercato di dimostrarsi “artistici” senza esserlo per impressionare lo spettatore; io invece penso che la scelta stilistica fatta sia stata perfetta e che nient’altro sarebbe riuscito a rappresentare meglio quello che le streghe sono: follia e disperazione incarnate. Il patto tra le ragazze e l’animaletto ha chiari riferimenti al “Faust” di Goethe, in cui un umano sacrifica la propria anima in cambio di un desiderio, ottenendo infine solo disperazione. Infine va sottolineato che, incredibile per un majokko, le protagoniste possono morire.

Con questi elementi quest’opera si avvicina alla perfezione del 10, ma purtroppo non la raggiunge a causa di un errore gravissimo, che gli fa perdere più di un punto: nonostante le differenze, i personaggi restano quelli di un majokko, cioè bambine infantili. Questo provoca inevitabilmente il crearsi di situazioni altrettanto infantili, dove le ragazzine esplodono sentimentalmente a ogni episodio e cercano la luce anche nella totale oscurità con esiti fallimentari. Fremo al solo pensiero di cosa sarebbe potuto essere quest'anime se al posto delle bambine ci fossero stati personaggi adulti, determinati e ben fatti.
Consiglio la visione a tutti gli appassionati di anime, sopratutto agli amanti delle storie complesse.
Voto: 8,5.