Recensione
Puella Magi ★ Madoka Magica
8.0/10
<b>Attenzione: contiene spoiler!</b>
Per recensire "Puella Magi Madoka Magica" servirebbe molto più spazio, ma tenterò di essere breve su ogni punto, anche se temo che in alcuni casi risulterò piuttosto vago.
Madoka Magica può sembrare superficialmente un anime piuttosto normale nei primi episodi, ma con il progredire della serie viene rivelata la sua vera natura partorita dalla mente di Gen Urobuchi, precedentemente noto sopratutto per Fate/zero che, come da lui stesso dichiarato, ha salvato la sua carriera da scrittore di storie.
Partiamo dalla colonna sonora. Composta dal noto Yuki Kajiura è costituita da una grande varietà di brani di grande qualità. Si passa dai violini alle chitarre, dai flauti ai pianoforti, da brani molto calmi e rilassati a brani dinamici e adrenalinici. Ogni brano si adatta perfettamente alla scena in cui è usato, diventando un tutt'uno con l'episodio e creando un'atmosfera fiabesca. Degni di nota sono brani come "Sis puella magica!", "Salve, terrae magicae" e "Decretum".
Passiamo ora alla veste grafica. Il character design fornito da Ume Aoki si discosta da molti non solo nella forma particolare del viso (la più evidente), ma anche nel particolare modo in cui sono disegnati gli occhi, totalmente diversi da quelli a cui siamo abituati.
I vestiti delle nostre care maghe invece non sono poi così particolari, specialmente quello di Madoka, che risulta essere molto ispirato dai classici canoni del genere.
Le streghe e le loro barriere sono la vera peculiarità di Madoka: dimorano in luoghi oscuri e inquietanti, abitati da strani esseri fuori da ogni logica in un ambiente quasi "lovecraftiano". Degno di nota il particolare alfabeto runico presente in queste barriere che viene usato per dare nome alle streghe: si divide in Arcaico (l'unico completo), Moderno e Musicale. I primi a riuscire a decifrarlo sono stati alcuni Anonimi di 4chan, comprendendo in pieno gli indizi lasciati dagli animatori in cui si incoraggiava a cercare nella letteratura tedesca (ma di questo parleremo più tardi) e lasciando di stucco i fan giapponesi, molto più indietro nel lavoro.
Piccola nota dolente: nonostante i primi piani siano di grande qualità, molto spesso i personaggi in posizioni arretrate (e non solo) sono stati disegnati in un modo piuttosto approssimativo - non che si potesse pretendere più di tanto, data la piccola area di lavoro su un personaggio in lontananza. Ciò ha scatenato in internet anche parodie degli episodi basate solamente su questi spezzoni mal disegnati.
E' il turno della storia e dei personaggi: ammettiamolo, in 12 episodi si è fatto il possibile. Nell'Official Guidebook "You Are Not Alone" si scopre che in origine l'anime sarebbe dovuto essere di 13 episodi, e Urobuchi ha dichiarato che nel suo bozzetto originale l'episodio 10 sarebbe dovuto durare come minimo 45 minuti, risultando quindi castrato della metà. Si evince quindi che in meno di 5 ore di episodi non si possa fare poi far sviluppare così tanto i personaggi e la storia, ma Madoka Magica ci riesce senza molti problemi.
La storia all'inizio non rivela una grande trama di fondo, sembrando la classica formula dell'alternanza tra la felice vita normale e combattimenti magici. Formula cancellata con un colpo di spugna nel terzo episodio con la morte di quella che sembrava dovere diventare un personaggio durevole, e che viene riscritta da 0 nel quarto episodio con la presa di coscienza su cosa comporta diventare una maga e con la consapevolezza di vivere in un mondo che non perdona i deboli. Con il progresso della storia si assiste a come la disperazione si fa strada dentro alla paladina della giustizia Sayaka, del profondo cambiamento di Kyoko nei suoi confronti e della relazione tra le due (prima di aperta rivalità, poi di tiepida tolleranza, quindi di comprensione e attrazione reciproca), culminando nella tragica morte di entrambe.
Ed è proprio "grazie" a Sayaka che si viene a conoscenza della vera natura di una maga: un corpo senza vita controllato dall'anima ormai separata, destinate a cadere in uno stato di disperazione e conseguente trasformazione proprio nelle streghe a cui danno la caccia.
E dopo queste rivelazioni Homura si mostra finalmente per quella che è: non la fredda antagonista, ma colei che tenta di salvare Madoka da una fine orribile e che ritorna indietro nel tempo ogni volta che fallisce, creando però inconsapevolmente un finale sempre peggiore per il mondo.
Ma sarà proprio Madoka a risolvere questa situazione senza uscita in quello che molti chiamano incorrettamente un classico esempio di deus ex machina: non è l'arrivo di un dio o di un personaggio esterno a risolvere la situazione, è lei stessa che diventa un dio per risolverla, come precisa nel suo desiderio, con le sue stesse mani.
Ma un momento, non avevo parlato di letteratura tedesca? Sì, perché Madoka Magica è disseminato di citazioni dal famoso Faust di Goethe, con cui ha più di un parallelismo. Basta prendere in esempio come Kyubey per molti versi rappresenta Mefistofele e Madoka stessa sia Faust. Ma in realtà non è esattamente così. La strega nata da Madoka si chiama Kriemhild Gretchen, e Gretchen (nota anche come Margarete) era l'amata di Faust. Ciò porterebbe quindi a pensare che in realtà Homura sia Faust e che Madoka, oltre ad essere Gretchen, sia anche Dio (che poi, infatti lo diventa). Non solo: il discorso tra Madoka e Kyubey nel "sogno" del primo episodio ricorda in parte quello tra Dio e Mefistofele nel prologo del Faust.
Ma già dal primo istante si comprende un'altra cosa: quest'anime è una sorta di rivisitazione moderna del Faust. Nei primi secondi del primo episodio compare, in rune, la scritta "Prolog im Himmel", ovvero il prologo del Faust, e il numero "2011", anno di produzione di Madoka Magica.
Riguardo a questi parallelismi servirebbe un articolo a parte, data l'enorme mole di materiale che si potrebbe scrivere.
Che cosa rende quindi speciale Madoka Magica? L'unione di tutti gli elementi sopra elencati: sonoro, grafica, storia, personaggi, ispirazioni letterarie. Ma sopratutto la voglia di fare qualcosa di diverso, di qualcosa che possa riscrivere i canoni del genere e farlo maturare.
Per recensire "Puella Magi Madoka Magica" servirebbe molto più spazio, ma tenterò di essere breve su ogni punto, anche se temo che in alcuni casi risulterò piuttosto vago.
Madoka Magica può sembrare superficialmente un anime piuttosto normale nei primi episodi, ma con il progredire della serie viene rivelata la sua vera natura partorita dalla mente di Gen Urobuchi, precedentemente noto sopratutto per Fate/zero che, come da lui stesso dichiarato, ha salvato la sua carriera da scrittore di storie.
Partiamo dalla colonna sonora. Composta dal noto Yuki Kajiura è costituita da una grande varietà di brani di grande qualità. Si passa dai violini alle chitarre, dai flauti ai pianoforti, da brani molto calmi e rilassati a brani dinamici e adrenalinici. Ogni brano si adatta perfettamente alla scena in cui è usato, diventando un tutt'uno con l'episodio e creando un'atmosfera fiabesca. Degni di nota sono brani come "Sis puella magica!", "Salve, terrae magicae" e "Decretum".
Passiamo ora alla veste grafica. Il character design fornito da Ume Aoki si discosta da molti non solo nella forma particolare del viso (la più evidente), ma anche nel particolare modo in cui sono disegnati gli occhi, totalmente diversi da quelli a cui siamo abituati.
I vestiti delle nostre care maghe invece non sono poi così particolari, specialmente quello di Madoka, che risulta essere molto ispirato dai classici canoni del genere.
Le streghe e le loro barriere sono la vera peculiarità di Madoka: dimorano in luoghi oscuri e inquietanti, abitati da strani esseri fuori da ogni logica in un ambiente quasi "lovecraftiano". Degno di nota il particolare alfabeto runico presente in queste barriere che viene usato per dare nome alle streghe: si divide in Arcaico (l'unico completo), Moderno e Musicale. I primi a riuscire a decifrarlo sono stati alcuni Anonimi di 4chan, comprendendo in pieno gli indizi lasciati dagli animatori in cui si incoraggiava a cercare nella letteratura tedesca (ma di questo parleremo più tardi) e lasciando di stucco i fan giapponesi, molto più indietro nel lavoro.
Piccola nota dolente: nonostante i primi piani siano di grande qualità, molto spesso i personaggi in posizioni arretrate (e non solo) sono stati disegnati in un modo piuttosto approssimativo - non che si potesse pretendere più di tanto, data la piccola area di lavoro su un personaggio in lontananza. Ciò ha scatenato in internet anche parodie degli episodi basate solamente su questi spezzoni mal disegnati.
E' il turno della storia e dei personaggi: ammettiamolo, in 12 episodi si è fatto il possibile. Nell'Official Guidebook "You Are Not Alone" si scopre che in origine l'anime sarebbe dovuto essere di 13 episodi, e Urobuchi ha dichiarato che nel suo bozzetto originale l'episodio 10 sarebbe dovuto durare come minimo 45 minuti, risultando quindi castrato della metà. Si evince quindi che in meno di 5 ore di episodi non si possa fare poi far sviluppare così tanto i personaggi e la storia, ma Madoka Magica ci riesce senza molti problemi.
La storia all'inizio non rivela una grande trama di fondo, sembrando la classica formula dell'alternanza tra la felice vita normale e combattimenti magici. Formula cancellata con un colpo di spugna nel terzo episodio con la morte di quella che sembrava dovere diventare un personaggio durevole, e che viene riscritta da 0 nel quarto episodio con la presa di coscienza su cosa comporta diventare una maga e con la consapevolezza di vivere in un mondo che non perdona i deboli. Con il progresso della storia si assiste a come la disperazione si fa strada dentro alla paladina della giustizia Sayaka, del profondo cambiamento di Kyoko nei suoi confronti e della relazione tra le due (prima di aperta rivalità, poi di tiepida tolleranza, quindi di comprensione e attrazione reciproca), culminando nella tragica morte di entrambe.
Ed è proprio "grazie" a Sayaka che si viene a conoscenza della vera natura di una maga: un corpo senza vita controllato dall'anima ormai separata, destinate a cadere in uno stato di disperazione e conseguente trasformazione proprio nelle streghe a cui danno la caccia.
E dopo queste rivelazioni Homura si mostra finalmente per quella che è: non la fredda antagonista, ma colei che tenta di salvare Madoka da una fine orribile e che ritorna indietro nel tempo ogni volta che fallisce, creando però inconsapevolmente un finale sempre peggiore per il mondo.
Ma sarà proprio Madoka a risolvere questa situazione senza uscita in quello che molti chiamano incorrettamente un classico esempio di deus ex machina: non è l'arrivo di un dio o di un personaggio esterno a risolvere la situazione, è lei stessa che diventa un dio per risolverla, come precisa nel suo desiderio, con le sue stesse mani.
Ma un momento, non avevo parlato di letteratura tedesca? Sì, perché Madoka Magica è disseminato di citazioni dal famoso Faust di Goethe, con cui ha più di un parallelismo. Basta prendere in esempio come Kyubey per molti versi rappresenta Mefistofele e Madoka stessa sia Faust. Ma in realtà non è esattamente così. La strega nata da Madoka si chiama Kriemhild Gretchen, e Gretchen (nota anche come Margarete) era l'amata di Faust. Ciò porterebbe quindi a pensare che in realtà Homura sia Faust e che Madoka, oltre ad essere Gretchen, sia anche Dio (che poi, infatti lo diventa). Non solo: il discorso tra Madoka e Kyubey nel "sogno" del primo episodio ricorda in parte quello tra Dio e Mefistofele nel prologo del Faust.
Ma già dal primo istante si comprende un'altra cosa: quest'anime è una sorta di rivisitazione moderna del Faust. Nei primi secondi del primo episodio compare, in rune, la scritta "Prolog im Himmel", ovvero il prologo del Faust, e il numero "2011", anno di produzione di Madoka Magica.
Riguardo a questi parallelismi servirebbe un articolo a parte, data l'enorme mole di materiale che si potrebbe scrivere.
Che cosa rende quindi speciale Madoka Magica? L'unione di tutti gli elementi sopra elencati: sonoro, grafica, storia, personaggi, ispirazioni letterarie. Ma sopratutto la voglia di fare qualcosa di diverso, di qualcosa che possa riscrivere i canoni del genere e farlo maturare.