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Tokyo magnitude 8.0 è una serie atipica, diversa in tutto e per tutto dalle centinaia di prodotti che sono scaturiti all'interno dell'animazione giapponese negli ultimi anni.
Parto a scrivere questa recensione dandovi qualche informazione tecnica per poi addentrarmi in una serie di riflessioni e di pareri più personali.
Tokyo magnitude 8.0 è un anime del 2009 trasmesso nell'ormai conosciutissimo contenitore di Fuji TV, noitaminA. Prodotto dallo studio Bones, esso ci presenta una cornice tecnica d'eccezione… insomma, musica (opening del famoso gruppo degli abingdon boys e soundtrack di Koh Otani) e grafica sono supportati da "pezzi grossi" del settore.

Partendo da queste premesse l'anime promette molto bene senza, inoltre, andare a contare il tema principale della serie: il terremoto. Il Giappone, come tutti saprete bene, è un paese martoriato da centinaia di terremoti ogni anno e studi scientifici hanno stabilito che nei prossimi 30 lustri potrebbe verificarsi il "big one" : una scossa tellurica di potenza superiore o pari a 8 gradi della scala Richter nella zona di Tokyo (la megalopoli, contando le sue ramificazioni, più grande del mondo). Basandosi su questi dati e su studi approfonditi la catastrofe dipinta dalla Bones è servita.

Il terremoto è il cuore di quest'opera. Viene presentato fedelmente un possibile scenario, ma soprattutto viene descritta la "tamashi" giapponese: la loro anima e il loro vero comportamento di fronte al terribile cataclisma. Calma e serenità esteriori che spesso mascherano drammi immensi vissuti nel profondo del loro spirito.
Il lungo ritorno verso casa da parte dei personaggi rappresenta un viaggio attraverso il dolore, la speranza, la perdita e, infine, la rinascita. Posso in qualche modo andare a confrontare questo anime con un'altra opera estremamente toccante e ambientata all'interno di una catastrofe: "la Tregua" di Primo Levi.

Dopo avervi dato un "quadretto" sintetico del lavoro passo ad analizzare quello che è stato Tokyo magnitude 8.0 per il sottoscritto. Parto col dire che la descrizione del cataclisma è ottima e i background sono eccellenti, ma, purtroppo, il resto dell'anime non mi ha attratto allo stesso modo. Il motivo è semplice: la presenza di protagonisti deboli. Forse deboli non è un termine propriamente corretto, ma proverò a spiegare meglio quello che intendo. I due fratellini, Mirai e Yuuki, e Mari, la donna che li aiuta nel lungo viaggio di ritorno, sono dei personaggi che potrebbero anche sostenere l'impianto narrativo, ma il problema sono i comportamenti e le azioni forzate lungo la storia che distorcono le loro figure: litigi continui, smarrimenti, drammi e gioie, pentimenti, scelte auto-lesionistiche… troppi temi concentrati in personaggi che avrebbero dovuto essere lo sfondo al dramma del terremoto e non l'opposto.

Attenzione: la seguente parte contiene spoiler

Sono definitivamente troppe le casualità e le incongruenze lungo la narrazione. Tralasciando episodi inutili alla struttura di Tokyo magnitude 8.0 (per esempio quello dei robot) vi sono forzature che non si possono accettare. Mi scusino coloro che si apprestano a guardare l'anime, ma, per avvalorare la mia ipotesi, devo portare alla vostra attenzione degli avvenimenti conclusivi: quando Mari riesce finalmente a tornare nel suo quartiere distrutto dall'incendio trova dei feretri che presentano esattamente la stessa fisionomia di sua madre e sua figlia… per poi scoprire subito dopo che sono sane e salve nell'edificio adiacente. Va bene l'"happy ending" (che poi come si vedrà dall'episodio successivo non lo è assolutamente) ma qui è estremamente fastidioso e sicuramente eccessivo.

Fine parte contenente spoiler

Dovrei andare a parlarvi infine della conclusione a quest'opera: parte peggiore e migliore allo stesso tempo per lo spettatore.
Partiamo dalle cose negative poiché è a mio parere inclassificabile la scelta di inserire una commistione fra reale e finzione in un'opera che è strettamente legata alla "Realtà". Non posso entrare nei dettagli per evitarvi spoiler ma vi basti sapere che i produttori hanno strutturato la seconda parte dell'anime per arrivare ad un finale strappalacrime assolutamente slegato alla dura realtà del cataclisma. L'ambito spirituale io l'avrei lasciato ad altri prodotti.
Vi sembrerà un controsenso ma la positività del finale è racchiusa nella sua più grande pecca. Infatti, se questo mix "reale-non reale" è sicuramente incoerente, esso garantisce allo stesso tempo un'impennata emotiva che non ci sarebbe mai stata senza questo stratagemma.
Si sacrifica la linearità per i sentimenti. Scelta discutibile ma che si può accettare.

In definitiva, nonostante il mio voto non alto e le mie critiche, vi consiglio Tokyo Magnitude 8.0 per la sua descrizione di un popolo che, volente o nolente, è obbligato a convivere con la parte più violenta e terribile della natura e dal quale abbiamo solo da imparare.