Recensione
"Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento" ("Karigurashi no Arrietty" in originale Giapponese) a mio avviso è un opera d'arte a cui i creatori hanno donato movimento e trama.
Sho, ragazzino dalla salute instabile in attesa di un intervento cardiaco molto delicato, trascorre una settimana nella casa d'infanzia della madre. Qui, a insaputa dei suoi abitanti (ma non di alcuni dei loro parenti defunti) vive celata sotto il pavimento una famigliola di tre piccoli esseri umani che sopravvive grazie ai doni della natura e alla presa in prestito di oggetti della casa. Arrietty, giovane prendimprestito molto curiosa ed entusiasta, si troverà ad affrontare l'arrivo del nuovo ragazzo e la spietatezza insospettabile della governante, che metteranno a dura prova la tranquillità e la routine della sua famiglia.
Sono principalmente un amante dei film occidentali di Disney-Pixar: il mio metro di giudizio è molto diverso, penso, da chi conosce molto bene Hayao Miyazaki, le sue opere e il suo modo di lavorare. Di questo autore ho potuto ammirare dapprima "La città incantata" e alcuni anni dopo "Il castello errante di Howl", due film fortemente archetipali in gran parte dei personaggi e delle situazioni che si vengono a creare nel corso delle due pellicole. In "Karigurashi no Arrietty" questa caratteristica, che ha fatto sì che i due film citati rientrassero tra i miei preferiti di sempre, manca: anche qui rimane intatta, nell'insieme, l'impronta della "fiaba" tipica di Myazaki, questa volta però non arricchita dai secondi significati sottesi, rappresentati appunto dalle situazioni e dai personaggi archetipici. E questo secondo me abbassa abbastanza la qualità del film in sé, perché alla fin fine rimane una favola che ha poco da dire oltre alle emozioni e alla morale che intende comunicare, non è "impreziosito" dai messaggi nascosti filosofici che si colgono solo con un'attenta analisi e che renderebbero il film molto più significativo di quel che sembra.
Tuttavia rimane un capolavoro, secondo me. Infatti, pur essendo una favola fine a se stessa che, diciamocelo, rievoca pur sempre il mito del "piccolo mondo", ormai classico - quindi passabile, alla fin fine -, vanta diversi aspetti a suo favore.
Prima di tutto, come gli altri lavori dello studio Ghibli, il tratto grafico delle ambientazioni e le colorazioni sono a dir poco spettacolari (da annoverare la camera di Arrietty e il giardino della casa di campagna): alcuni fermimmagine sono dei quadri che contemplano la magnificenza della natura nel suo mutare in base alle condizioni del tempo. Che dire poi dell'interno dell'enorme casa vista dagli occhi di Arrietty? Geniale, se pensiamo anche ai suoni che accompagnano quella scena, allo scopo di accrescere il senso di "mastodontico".
Inoltre dobbiamo accennare sicuramente lo studio del "piccolo" nel film: tralasciando gli oggetti di cui Arrietty e la sua famiglia fanno uso per vivere e del come li usano per adattarli al loro mondo minuto (potete divertirvi a constatare la genialità di certi accorgimenti nel corso della pellicola), ciò che mi ha colpito è l'attento studio del comportamento dell'acqua nel mondo ristretto dei Prendimprestito, per cui gli autori hanno avuto cura di rappresentarla maggiormente densa come realmente accadrebbe. Fate caso, per esempio, a come si versa dalle teiere alle tazze, o a come la pioggia si comporta su Arrietty. Questo può sembrare un dettaglio da recensore meticoloso e antipatico, ma quello che voglio dire è che anche qui, come negli altri film Ghibli, c'è un forte studio dell'aspetto e del comportamento dell'ambiente circostante, ovviamente qui portato ai massimi livelli di attenzione e prodigiosità.
Non ultimo aspetto da valutare per constatare la validità del lungometraggio è la colonna sonora. Secondo la mia modesta opinione "Karigurashi no Arrietty" è per gran parte la sua musica. Il talento Cecile Corbel presta voce e dita - alcuni brani sono cantati, altri strumentali - per raccontare con le note della sua arpa i personaggi e le vicende del film, che diventa un tutt'uno con la musica e di cui non potrebbe fare a meno. Ritmi, parole (Corbel qui canta in giapponese, italiano e inglese) e melodie sono incalzanti e indimenticabili e vale la pena dare loro un ascolto per capire anche quanto sono state studiate per rendere al meglio le atmosfere della pellicola animata.
Molto significativi sono inoltre la rappresentazione del nucleo familiare e i sentimenti legati a esso, le parole della canzone "Our house below" esprimono molto di questi concetti già da sé. Inoltre sono importanti le morali e i temi contenuti nella storia, quali l'abbandono, il rispetto del diverso, la sensibilità nei confronti della natura, e direi anche l'amore, in base alle parole e ai gesti di Arrietty nel finale.
Un ulteriore aspetto che vorrei citare è che in "Karigurashi no Arrietty" la rappresentazione della nemesi dei protagonisti non è intesa come "cattiva" vera e propria, ma come un personaggio schiavo dei propri vizi, elemento a cui già feci caso in "Il castello errante di Howl" e che anche qui con piacere ritrovo.
Molto buona è la regia dell'esordiente Hiromasa Yonebayashi.
In conclusione ritengo "Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento" un autentico capolavoro, sebbene di minor qualità rispetto ad altri lavori dello studio Ghibli, per i motivi che vi ho citato. Un film che nonostante tutto è da vedere, perché è semplicemente ben ponderato in tutti i suoi aspetti, e per questo appare come un'autentica opera d'arte in fluido movimento.
Sho, ragazzino dalla salute instabile in attesa di un intervento cardiaco molto delicato, trascorre una settimana nella casa d'infanzia della madre. Qui, a insaputa dei suoi abitanti (ma non di alcuni dei loro parenti defunti) vive celata sotto il pavimento una famigliola di tre piccoli esseri umani che sopravvive grazie ai doni della natura e alla presa in prestito di oggetti della casa. Arrietty, giovane prendimprestito molto curiosa ed entusiasta, si troverà ad affrontare l'arrivo del nuovo ragazzo e la spietatezza insospettabile della governante, che metteranno a dura prova la tranquillità e la routine della sua famiglia.
Sono principalmente un amante dei film occidentali di Disney-Pixar: il mio metro di giudizio è molto diverso, penso, da chi conosce molto bene Hayao Miyazaki, le sue opere e il suo modo di lavorare. Di questo autore ho potuto ammirare dapprima "La città incantata" e alcuni anni dopo "Il castello errante di Howl", due film fortemente archetipali in gran parte dei personaggi e delle situazioni che si vengono a creare nel corso delle due pellicole. In "Karigurashi no Arrietty" questa caratteristica, che ha fatto sì che i due film citati rientrassero tra i miei preferiti di sempre, manca: anche qui rimane intatta, nell'insieme, l'impronta della "fiaba" tipica di Myazaki, questa volta però non arricchita dai secondi significati sottesi, rappresentati appunto dalle situazioni e dai personaggi archetipici. E questo secondo me abbassa abbastanza la qualità del film in sé, perché alla fin fine rimane una favola che ha poco da dire oltre alle emozioni e alla morale che intende comunicare, non è "impreziosito" dai messaggi nascosti filosofici che si colgono solo con un'attenta analisi e che renderebbero il film molto più significativo di quel che sembra.
Tuttavia rimane un capolavoro, secondo me. Infatti, pur essendo una favola fine a se stessa che, diciamocelo, rievoca pur sempre il mito del "piccolo mondo", ormai classico - quindi passabile, alla fin fine -, vanta diversi aspetti a suo favore.
Prima di tutto, come gli altri lavori dello studio Ghibli, il tratto grafico delle ambientazioni e le colorazioni sono a dir poco spettacolari (da annoverare la camera di Arrietty e il giardino della casa di campagna): alcuni fermimmagine sono dei quadri che contemplano la magnificenza della natura nel suo mutare in base alle condizioni del tempo. Che dire poi dell'interno dell'enorme casa vista dagli occhi di Arrietty? Geniale, se pensiamo anche ai suoni che accompagnano quella scena, allo scopo di accrescere il senso di "mastodontico".
Inoltre dobbiamo accennare sicuramente lo studio del "piccolo" nel film: tralasciando gli oggetti di cui Arrietty e la sua famiglia fanno uso per vivere e del come li usano per adattarli al loro mondo minuto (potete divertirvi a constatare la genialità di certi accorgimenti nel corso della pellicola), ciò che mi ha colpito è l'attento studio del comportamento dell'acqua nel mondo ristretto dei Prendimprestito, per cui gli autori hanno avuto cura di rappresentarla maggiormente densa come realmente accadrebbe. Fate caso, per esempio, a come si versa dalle teiere alle tazze, o a come la pioggia si comporta su Arrietty. Questo può sembrare un dettaglio da recensore meticoloso e antipatico, ma quello che voglio dire è che anche qui, come negli altri film Ghibli, c'è un forte studio dell'aspetto e del comportamento dell'ambiente circostante, ovviamente qui portato ai massimi livelli di attenzione e prodigiosità.
Non ultimo aspetto da valutare per constatare la validità del lungometraggio è la colonna sonora. Secondo la mia modesta opinione "Karigurashi no Arrietty" è per gran parte la sua musica. Il talento Cecile Corbel presta voce e dita - alcuni brani sono cantati, altri strumentali - per raccontare con le note della sua arpa i personaggi e le vicende del film, che diventa un tutt'uno con la musica e di cui non potrebbe fare a meno. Ritmi, parole (Corbel qui canta in giapponese, italiano e inglese) e melodie sono incalzanti e indimenticabili e vale la pena dare loro un ascolto per capire anche quanto sono state studiate per rendere al meglio le atmosfere della pellicola animata.
Molto significativi sono inoltre la rappresentazione del nucleo familiare e i sentimenti legati a esso, le parole della canzone "Our house below" esprimono molto di questi concetti già da sé. Inoltre sono importanti le morali e i temi contenuti nella storia, quali l'abbandono, il rispetto del diverso, la sensibilità nei confronti della natura, e direi anche l'amore, in base alle parole e ai gesti di Arrietty nel finale.
Un ulteriore aspetto che vorrei citare è che in "Karigurashi no Arrietty" la rappresentazione della nemesi dei protagonisti non è intesa come "cattiva" vera e propria, ma come un personaggio schiavo dei propri vizi, elemento a cui già feci caso in "Il castello errante di Howl" e che anche qui con piacere ritrovo.
Molto buona è la regia dell'esordiente Hiromasa Yonebayashi.
In conclusione ritengo "Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento" un autentico capolavoro, sebbene di minor qualità rispetto ad altri lavori dello studio Ghibli, per i motivi che vi ho citato. Un film che nonostante tutto è da vedere, perché è semplicemente ben ponderato in tutti i suoi aspetti, e per questo appare come un'autentica opera d'arte in fluido movimento.