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Se state leggendo questa recensione significa che volete sapere se vale la pena "specare" un'ora della vostra vita vedendo quest'opera. Se volete la mia opinione personale, io vi dico: sì, ne vale assolutamente la pena. I vostri occhi prima e il vostro cuore poi vi ringrazieranno.
La storia ruota attorno a Takaki e Araki, due bambini che si conoscono a scuola e legano subito, accomunati dai continui trasferimenti e da una salute leggermente cagionevole. Quando, alle soglie dell'adolescenza, la loro profonda amicizia potrebbe trasformarsi in qualcosa di più, Araki deve nuovamente trasferirsi. Inizia così un'intensa corrispondenza che culminerà con un incontro prima dell'ennesimo trasferimento e che segnerà per sempre la futura vita di entrambi.

Ma, oltre ai personaggi e alle loro storie, due sono i veri protagonisti di quest'anime. Innanzitutto l'amore idealizzato, perché non vissuto ma cristallizzato in un istante perfetto, oppure perché non corrisposto, come nel secondo episodio, fra Takaki e una sua compagna di scuola. Un sentimento che, proprio perché non corroso dalla quotidianità, diventa così puro da essere ineguagliabile e che porterà Takaki a rinchiudersi in se stesso e a non essere capace di vivere fino in fondo la sua vita e quello che gli offre.
La natura è l'altra compartecipe di questo affresco, dipinto in maniera superba dal regista Shinkai, moderno pittore di vedute, che grazie alla sua tecnica è stato paragonato ai grandi nomi dell'animazione giapponese come Miyazaki. Essa occupa ogni scena, sotto forma di neve, di mare o di petali di ciliegio ed è resa in maniera così realistica, così perfetta e precisa da togliere il fiato; riusciamo quasi a percepire il freddo intenso dell'abbondante nevicata del primo episodio, la brezza marina e il calore estivo nel secondo e nel terzo la leggerezza delle migliaia di petali che scendono a terra alla velocità di 5 cm al secondo, che danno il titolo all'opera.

Si riesce ad apprezzare tutto questo grazie all'ottima grafica: il disegno è pulito, nitido ma mai freddo, ricco di particolari che rendono il quadro sontuoso senza essere stucchevole. La presenza del computer non è mai ingombrante, né fastidiosa ma serve solo a rendere l'impatto visivo ancora più coinvolgente.
Originale la chiusura, affidata a una canzone il cui testo riassume bene i sentimenti dei protagonisti e che lascia intravedere comunque un barlume di speranza. Triste ma non melenso, "5 Cm Per Second" non indulge nella lacrima facile, ma lascia molto su cui riflettere. Per apprezzarlo appieno bisogna essere nello spirito d'animo giusto, perché è una storia che non fa sconti.