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Se quest'anime avesse la possibilità di scegliere una propria canzone probabilmente sarebbe "Paranoid Android" dei Radiohead. Non per una qualche somiglianza precisa con il testo, ma perché entrambi trattano l'argomento della paranoia.
Cos'é la paranoia? Una paura che porta a commettere qualcosa d'incomprensibile agli occhi altrui? Una sospetto che si fonda su una base reale? O semplicemente terrore? Perché Higurashi, alla fine, porta in scena tutto ciò. Paura, sospetto, delirio: tutto si mischia per creare una trama che più che far paura inquieta.
Del resto tutto si svolge in un piccolo paesino, dove dovrebbe esistere la fiducia, non il sospetto. Eppure lo si sente, lo si percepisce, forte e deciso come una mazza. La trama, in sé, può sembrare stupida e violenta: eppure chi non è rimasto un attimo scosso vedendo come le paure ci portino ad agire in maniere che noi stessi non potremmo mai immaginare?
Higurashi è un piccolo distillato di paura, che però non appare tale proprio per i suoi disegni così innocenti e colorati (la novel sembra disegnata da un bambino). Si rimane sempre un po' male quando le nostre certezze cadono, e Higurashi si diverte quasi a prenderci in giro, senza farsi troppi problemi.
C'è una contrapposizione tra innocenza e violenza, data da personaggi che appaiono semplici quando invece amano nascondere i propri segreti dietro una mano o, peggio, dietro a un'arma. Che poi tutto sia fatto per amore (del villaggio o di una persona) rende il tutto quasi sporco e cattivo. Sarà per questo che le scene violente non si risparmiano - per questo è sconsigliata la visione alle persone sensibili.
Higurashi è un piccolo capolavoro psicologico e malato, un viaggio allucinante dentro i nostri incubi. E non importa la dimensione sovrannaturale, ciò che conta sono i desideri e le paranoie che vanno in conflitto. Una cosa, questa, terribilmente umana.