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"Avatar - La leggenda di Aang" è un cartone animato americano del 2005, trasmesso in Italia nello stesso anno sul canale Nickelodeon, creato da Bryan Konietzko e Michael Dante DiMartino, i quali hanno tenuto a precisare di essersi ispirati ai lavori del ben più famoso Hayao Miyazaki ("La principessa Mononoke", "La Città Incantata") e ad altri titoli di madrepatria nipponica.

Ha poco senso stare a chiedersi se questo titolo si possa considerare un anime o meno a causa delle sue origini. Avatar è un prodotto unico nel suo genere con un sapore tutto suo, un sapore di connubio tra Occidente e Oriente, che inizialmente può far sorridere, ma in poco tempo spinge a rendergli conto di tutto il rispetto che merita.
Comincio con il dire che non è la trama il motivo del voto che ho deciso per Avatar, seppure bisogna ammettere che la semplicità dei presupposti sulla quale si basa si concede in maniera eccelsa allo sviluppo.
Il concetto principale è il dominio degli elementi naturali. Infatti gli abitanti del mondo di Avatar (non tutti però) sono in grado di manipolare un elemento naturale tra fuoco, acqua, terra e aria, a seconda della loro terra di appartenenza. Questo mondo è infatti suddiviso in quattro nazioni, che differiscono per cultura e tradizione, e ognuna di esse è custode di un elemento.

I quattro domini sono in strettissima analogia con le arti marziali; ad ogni dominio è associato uno specifico stile che lo caratterizza, il quale è effettivamente uno stile orientale, e ogni stile è stato scelto accuratamente per risultare in simbiosi con l'elemento associato: il Tai Chi presta i suoi movimenti fluidi e armoniosi al dominio dell'acqua, l'Hung Gar presta il suo carattere forte e deciso al dominio della terra, e seguendo lo stesso ragionamento lo Shaolin e il Pa Kua si prestano perfettamente al domino del fuoco e dell'aria.
In ultimo volendo si potrebbero notare molti casi in cui la stessa analogia si presenta tra il dominio e la personalità di colui che lo utilizza (un po' come un segno zodiacale).

Estremamente interessante è anche il modo in cui elementi esterni influiscono sull'efficacia di un dominio, come ad esempio il caso del domino dell'acqua, che trae forza dalla Luna, alla quale gli stessi dominatori dell'acqua si ispirano nel loro "spingere e tirare" masse d'acqua, e raggiungono quindi il loro massimo livello d'espressione in presenza di Luna piena.
Interessante anche come in realtà non si parli solo dei quattro elementi in senso stretto. Infatti si può vedere come alcuni stili separati, nati come ramificazioni dai quattro stili principali, siano in grado di raffinarne il dominio e manipolare diversi tipi di liquido, solido, fluido e plasma. <b>*SPOILER*</b> Il concetto si estende a tal punto durante le vicende che si arriva alla naturale conclusione che i quattro elementi siano in verità le quattro parti di una stessa cosa. <b>*FINE SPOILER*</b>

E così arriviamo alla trama vera e propria. In questo mondo pieno di strani animali e domini degli elementi si dilunga da cento anni un conflitto portato avanti dalla nazione del fuoco, nel tentativo di espandere il proprio potere e sottomettere ogni altra nazione al proprio comando. Senza entrare nei dettagli degli avvenimenti e delle manovre della nazione del fuoco, mi limito a dire che a questo punto della storia ci si sta riuscendo molto bene.
Ma in questo scenario manca un importante tassello di questo mondo: l'avatar.
L'avatar è una figura che rappresenta letteralmente l'equilibrio del mondo, e il collegamento tra questo e la dimensione spirituale delle cose, che si reincarna ciclicamente in forma umana da tempi immemori ogni volta che il precedente avatar muore, ed è l'unico essere in grado di esercitare tutti e quattro i domini degli elementi. A patto di apprenderli, ovviamente.
In questa situazione di guerra però, l'avatar non è mai apparso. La verità è che nonostante i tentativi da parte della nazione del fuoco di toglierlo di mezzo finché si trattava ancora di un bambino inesperto, l'avatar è ancora vivo, ed è rimasto ibernato in un iceberg creato da lui stesso per tutta la durata dei cento anni.
Qui facciamo quindi la conoscenza di Katara, l'ultima dominatrice della tribù dell'acqua del Polo Sud (piccolo insediamento separato dalla tribù principale del Polo Nord), e suo fratello Sokka, la fonte inesauribile di gag di questo cartone, che mentre sono a caccia scoprono per caso l'avatar ibernato in un iceberg. E da qui cominciano quindi le vicende di Aang, il piccolo avatar, che nato come dominatore dell'aria deve ancora imparare gli altri tre domini prima di poter anche solo pensare di combattere il signore della nazione del fuoco. In parallelo facciamo la conoscenza di Zuko, ex principe della nazione del fuoco, esiliato dal suo paese, a caccia dell'avatar per riconquistare il suo onore. Successivamente altre storie si intrecceranno lungo la trama principale, ad arricchirla di svolte e avvenimenti che culmineranno tutte allo stesso epilogo. E che epilogo.

Avatar è suddiviso in capitoli (le puntate), e libri (le stagioni), e il tutto contribuisce, insieme ad altri elementi, tra i quali l'ambientazione e la colonna sonora - fino a piccoli dettagli come il fatto che ogni diversa forma dei domini sia gelosamente contenuta in rotoli di pergamena - a dare un senso di rispettabile tradizione, se così la si può chiamare, come se ci venisse mostrata effettivamente un'antica leggenda del folklore orientale.

Si tratta in definitiva di un titolo che, nonostante il marchio occidentale, risulta essere piacevolmente ispirato dalla cultura orientale, colmo di tradizione, spiritualità e antica saggezza, con forti richiami al Buddhismo e al Taoismo, forse soprattutto Induismo, ma il suo punto di forza è che ognuna di queste cose viene trattata in modo semplice e senza nulla pretendere.
Non dimentichiamoci infatti che stiamo comunque parlando di un titolo estremamente leggero, che nonostante la cura nei dettagli della storia e di tutti i suoi contorni non si spinge mai oltre la soglia del semplice e immediato, molto spesso divertente, adatto a qualunque tipo di pubblico, che sia esso esigente o che cerchi semplicemente un titolo per passare il tempo.
Le risate e l'intrattenimento sono assicurati.