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10.0/10
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E' una grande emozione per me, in questo momento, recensire quello che è sempre stato (ed è tuttora) il mio anime preferito (a pari merito solo con "Hime-chan no Ribbon"), che ha segnato in maniera profonda e significativa i migliori anni della mia adolescenza, che mi ha tenuto compagnia tutti i pomeriggi dinanzi alla TV, a guardare l'indimenticabile programma per bambini "Bim Bum Bam" su Italia1, durante il quale mi ipnotizzavo completamente e non esistevo più per nessuno, solo per i miei amatissimi "cartoni animati". Che ricordi... dalle 16:00 del pomeriggio, di ogni santo giorno, abbandonavo qualsiasi cosa stessi facendo e non mi scollavo dalla televisione almeno fino alle 18:00, cioè fino alla fine di tutti gli anime che trasmettevano. Non c'era nulla o nessuno capace di distogliere la mia attenzione, e devo ammettere che anche oggi, nonostante la mia veneranda età, accade la stessa cosa.
Ecco, uno degli anime capaci di compiere questa "magia" era proprio Sailor Moon. Non scorderò mai il primo giorno in cui, in attesa del nuovo cartone animato che avrebbero trasmesso di lì a pochi minuti, mi accomodai sulla solita sedia e iniziai a chiedermi, tra me e me, quale cartone sarebbe andato in onda e se, soprattutto, mi sarebbe piaciuto (pensieri semplici e ingenui di una bambina). Le mie aspettative non sono andate affatto deluse, anzi. Già dalla sigla di apertura della prima serie ho capito all'istante che Sailor Moon sarebbe diventato il mio anime preferito, che sarebbe stato un vero successo in Italia e in tutto il resto del mondo, proprio com'è successo.

E’ una serie animata prodotta da Toei Animation, basata sul manga omonimo di Naoko Takeuchi, a partire dal 1992, prima in Giappone e poi in tutto il resto del mondo. La saga completa è composta da 5 serie televisive, per un totale di 200 episodi complessivi, 3 lungometraggi e 2 cortometraggi.
La protagonista è Usagi Tsukino, che nella versione anime italiana è diventata "Bunny" (dato che il suo nome, nella lingua giapponese, significa letteralmente "coniglio lunare"), una quattordicenne dormigliona, svogliata negli studi e abbastanza piagnucolona (almeno nella prima serie, poi crescerà e maturerà molto nelle altre serie a venire), una ragazzina assolutamente normale, che un giorno, mentre si sta recando a scuola, incontra una gatta nera con una falce di luna sulla fronte, aiutandola a liberarsi da una banda di piccoli teppistelli. La gatta si rivelerà essere una gatta parlante, che seguirà Bunny fino a casa e le rivelerà di provenire dal Regno della Luna, inviata dalla regina Selene per "risvegliare" tutte le guerriere Sailor, soprattutto Sailor Moon, e cercare sulla terra la "principessa Serenity", che non si sa chi sia né dove sia. Così Luna (questo il nome della gatta parlante) rivelerà alla nostra protagonista che quest'ultima è stata scelta per combattere contro le forze del male, intente a distruggere il pianeta, capitanate dalla Regina Periglia (nel manga è Queen Beryl). Le donerà una spilla magica, il "moon prism power" (manga docet) che con la formula: "Potere del cristallo di Luna, vieni a me!" la trasformerà nella combattente che veste alla marinara, appunto Sailor Moon. Nonostante lo scetticismo e sopratutto la paura iniziale, Bunny accetterà (controvoglia inizialmente) la missione che le è stata assegnata, e nel corso dei vari episodi verrà aiutata dalle altre quattro guerriere sailor: Mercury (Emi, una ragazza genio molto studiosa ma introversa, dolce e gentile con tutti, studentessa nella stessa scuola di Bunny), Mars (Rea, giovane sacerdotessa nel tempio della sua famiglia, dal carattere forte e deciso, spesso in disaccordo con Bunny - con la quale litiga per qualsiasi sciocchezza -, ma giudiziosa e coraggiosa), Jupiter (Morea, una ragazza molto alta e molto forte, che non sopporta le ingiustizie, un tipo un po' violento all'inizio ma che si rivelerà essere una ragazza sensibile, tranquilla, bravissima donna di casa e un vero talento nell'arte culinaria) e Venus (l'ultima ad arrivare tra le guerriere sailor, il suo nome è Marta, bellissima ragazza bionda, vanitosa e sempre pronta a nuove esperienze e avventure, che sarà accompagnata - come Bunny - da un gatto parlante dal pelo bianco, Artemis). Ovviamente, essendo una recensione sull'anime, ho riportato i nomi "cambiati" da Mediaset e non quelli originali.
Le cinque ragazze dovranno affrontare tanti nemici, come i quattro malvagi, seguaci della regina Periglia, fino allo scontro finale proprio con quest'ultima, posseduta dalla regina Metallia (entità oscura molto potente, che si risveglierà solo nelle ultime puntate della serie). Non saranno sole: con loro combatterà, prima come avversario poi come amico, il cavaliere mascherato che dice di chiamarsi Milord, di cui ovviamente la nostra Bunny sarà profondamente innamorata. Non svelo altro, chi avrà già visto questo splendido anime saprà come si svolgeranno le vicende e chi sarà la principessa Serenity, ma chi non l'ha ancora visto non deve rovinarsi lo spettacolo. Quindi, a chi non si è ancora avvicinato al mondo delle guerriere sailor, dico: "Guardate questo anime senza alcuna esitazione, altrimenti 'vi punirò in nome della Luna' !"

Allora, passiamo adesso alle mie considerazioni personali: innanzitutto, devo ammettere che questo è uno dei rari casi in cui mi è piaciuto molto sia l'anime che il manga, nonostante siano così completamente diversi in tutto, dall'inizio alla fine. Dico questo perché, in realtà, al contrario di molti altri, non ho affatto disprezzato la storia originale disegnata e narrata dall'autrice, Naoko Takeuchi, nonostante io abbia visto prima l'anime e poi aver letto il manga, come credo quasi tutti. All'epoca non ero neanche consapevole del fatto che esistesse il mondo dei manga e che gli anime che amo fossero stati tutti tratti da essi. Quando poi, crescendo, l'ho scoperto, ovviamente non me lo sono fatta ripetere due volte e ho subito provveduto ad acquistare tutti, ma proprio tutti, i manga che hanno ispirato le mie serie preferite, che hanno fatto la storia dell'animazione degli anni '80 - '90 e che tutt'oggi sono degli intramontabili evergreen, amati dai nostalgici (come me) ma anche dai più giovani.
Penso che "Sailor Moon", con i suoi pregi e i suoi difetti, sia davvero meritevole del successo di cui ha abbondantemente goduto negli anni. E' stato tra i primi anime in cui la protagonista, grazie all'aiuto di poteri magici, potesse trasformarsi in un'eroina e combattere contro i malvagi. E' stato quest'anime ad aver ispirato tutti gli altri majokko che sono succeduti nel tempo, la base della piramide da cui tutto è cominciato.

Personalmente, amo molto "Sailor Moon" perché, oltre all'elemento magia, esalta i valori dell'amicizia vera (ormai un'utopia ai giorni nostri), dell'amore per il prossimo (idem), il patriottismo per la propria terra e per il mondo in cui viviamo, nonché l'eterna lotta tra il bene e il male. A prescindere dal potentissimo fascino esercitato, bisogna notare una certa tendenza a "denunciare" i mali ed i problemi che affliggono l'umanità e la società contemporanea. Spesso infatti le persone sono attratte dalle cose superficiali, materiali ed effimere (come gioielli, moda, gli idol e bellezza esteriore), divenendo così inevitabilmente schiavi delle forze del male, liberamente interpretabili come la staticità, l'insicurezza e l'insoddisfazione per noi stessi, la monotonia dell'essere umano. Questo aspetto non è per nulla da sottovalutare, dato che, visto il pubblico giovane a cui è ed era rivolta la serie all'epoca, funge da spinta rigenerante per la società del domani. Non possiamo esimerci dallo spendere alcune parole d'encomio verso una serie che ha generato un vero e proprio fenomeno di massa in Italia e nel mondo; insomma, che ha fatto, e continua a fare, da metro di paragone per il genere shoujo.

Ovviamente, come non notare l'orribile mutilazione a cui questo anime è andato incontro con l'adattamento italiano? Per la maggior parte delle persone che, come me, è cresciuto con "Sailor Moon" negli anni '90, la versione italiana viene "accettata", ma è imparagonabile con quella giapponese: discorsi scialbi, tagli a scene per dare una parvenza di senso ai discorsi inventati di sana pianta, nomi, formule di trasformazione, attacchi, oggetti e posti completamente inventati (e senza senso), canzoni originali (assolutamente bellissime!) eliminate per lo più o sostituite da imbarazzanti versioni italiane, cultura giapponese sradicata a forza quando tutto l'anime è profondamente impregnato di "giapponesità".
Ritengo che, fondamentalmente, sia questa la grande pecca di questo anime, per il resto non posso fare altro che elogiarlo per il significato che ha ed ha avuto nella mia vita e per la mia crescita personale.

Per non parlare dei disegni. Il tratto della Takeuchi nel manga è molto bello, delizioso oserei dire, e anche quello dell'anime è di mio gradimento, nonostante alcuni cambiamenti e "arrotondamenti": occhioni enormi e brillanti, molto espressivi, pettinature stravaganti (come non adorare gli "odango" di Usagi?), vestiti molto carini (stiamo parlando di venti anni fa) e moderni a mio parere, nonostante la differenza temporale.
Peccato che sia stato tremendamente censurato, soprattutto nelle ultime serie, perché le scene più belle ed emozionanti sono in particolar modo proprio quelle "vietate ai minori". Comunque, per chi come me conosce anche la storia originale, apprezza questo anime al 100%, nonostante tutto.
Il mio voto: 10 e lode.