Recensione
Aku no Hana
8.0/10
Finalmente, dopo diverse stagioni di anime fiacchi, cloni di se stessi, super-stereotipati, commerciali, noiosissimi, insignificanti e chi più ne ha più ne metta, ecco spuntare una perla, una vera e propria opera d'arte: Aku no Hana.
Questo cartone riesce a sconvolgervi nel profondo fin dalla prima puntata, in quanto:
1) utilizza uno stile grafico audace ed originale: tutti i disegni sembrano essere stati digitalizzati da immagini reali, per poi essere "cartonizzati". Il risultato è che le proporzioni e le movenze dei personaggi sono incredibilmente aderenti alla realtà. In realtà la tecnica d'animazione usata è il ben noto "rotoscoping", ma quando parlo di originalità, non mi riferisco tanto a quanto sia innovativa la tecnica usata, ma quanto sia distante l'aspetto esteriore del cartone da quelli che sono i canoni standard. Certo, i puristi della classica animazione giapponese potrebbero storcere il naso, ma l'arte è anche questo: avere il coraggio di "osare" ed esprimersi uscendo dai soliti canoni e luoghi comuni degli anime, come il disegnare tutti con facce super-carine, occhioni enormi, capelli acconciati e colorati nei modi più improbabili, ecc.
2) La trama... La trama è molto adulta e tratta di problemi esistenziali giovanili, ragazzi in cerca di una propria identità e di dare un senso alla propria vita. E non aspettatevi di trovarvi le solite stupidate degli anime giapponesi, quali fan-service, situazioni ridicole e impossibili o altamente improbabili, personaggi assurdi e così via. Qui abbiamo delle situazioni verosimili, ed il tutto viene sapientemente narrato in una maniera tale che lo spettatore venga coinvolto fin da subito in una storia adulta ma mai noiosa. L'unica eccezione è rappresentata da una puntata in cui il protagonista cammina per strada, pensando a quale sia la cosa giusta da fare, e questa camminata (in cui non succede nulla) dura parecchi minuti, come se lo spettatore stesse passeggiando e pensando insieme al protagonista. Beh, che dire... Per me è stato come trovarsi in contemplazione di un bel dipinto (viste le belle scenografie). Se poi non si è molto pazienti, basta andare avanti col proprio lettore multimediale.
Interessante il comparto audio, fatto di effetti sonori ovviamente molto realistici, delle buone musiche d'apertura ed una "malata" musica di chiusura che ingenera una sensazione di disagio nell'ascoltarla, come a voler esprimere il disagio che provano i giovani protagonisti del cartone.
Per me quest'opera è stata un vero e proprio raggio di luce nel buio più totale di una prima stagione 2013 che definire piatta è dir poco. Se non fosse stato per Aku no Hana e Shingeki no Kyojin (altro anime di notevole caratura), credo che il 2013 sarebbe stato uno degli anni più tristi dell'animazione giapponese.
Nota: le 13 puntate di quest'opera non concludono la vicenda, ma saranno seguite da una seconda stagione, che si spera darà un bel finale. Avrei voluto dargli più di 8, ma aspetto la stagione conclusiva per il responso finale.
Questo cartone riesce a sconvolgervi nel profondo fin dalla prima puntata, in quanto:
1) utilizza uno stile grafico audace ed originale: tutti i disegni sembrano essere stati digitalizzati da immagini reali, per poi essere "cartonizzati". Il risultato è che le proporzioni e le movenze dei personaggi sono incredibilmente aderenti alla realtà. In realtà la tecnica d'animazione usata è il ben noto "rotoscoping", ma quando parlo di originalità, non mi riferisco tanto a quanto sia innovativa la tecnica usata, ma quanto sia distante l'aspetto esteriore del cartone da quelli che sono i canoni standard. Certo, i puristi della classica animazione giapponese potrebbero storcere il naso, ma l'arte è anche questo: avere il coraggio di "osare" ed esprimersi uscendo dai soliti canoni e luoghi comuni degli anime, come il disegnare tutti con facce super-carine, occhioni enormi, capelli acconciati e colorati nei modi più improbabili, ecc.
2) La trama... La trama è molto adulta e tratta di problemi esistenziali giovanili, ragazzi in cerca di una propria identità e di dare un senso alla propria vita. E non aspettatevi di trovarvi le solite stupidate degli anime giapponesi, quali fan-service, situazioni ridicole e impossibili o altamente improbabili, personaggi assurdi e così via. Qui abbiamo delle situazioni verosimili, ed il tutto viene sapientemente narrato in una maniera tale che lo spettatore venga coinvolto fin da subito in una storia adulta ma mai noiosa. L'unica eccezione è rappresentata da una puntata in cui il protagonista cammina per strada, pensando a quale sia la cosa giusta da fare, e questa camminata (in cui non succede nulla) dura parecchi minuti, come se lo spettatore stesse passeggiando e pensando insieme al protagonista. Beh, che dire... Per me è stato come trovarsi in contemplazione di un bel dipinto (viste le belle scenografie). Se poi non si è molto pazienti, basta andare avanti col proprio lettore multimediale.
Interessante il comparto audio, fatto di effetti sonori ovviamente molto realistici, delle buone musiche d'apertura ed una "malata" musica di chiusura che ingenera una sensazione di disagio nell'ascoltarla, come a voler esprimere il disagio che provano i giovani protagonisti del cartone.
Per me quest'opera è stata un vero e proprio raggio di luce nel buio più totale di una prima stagione 2013 che definire piatta è dir poco. Se non fosse stato per Aku no Hana e Shingeki no Kyojin (altro anime di notevole caratura), credo che il 2013 sarebbe stato uno degli anni più tristi dell'animazione giapponese.
Nota: le 13 puntate di quest'opera non concludono la vicenda, ma saranno seguite da una seconda stagione, che si spera darà un bel finale. Avrei voluto dargli più di 8, ma aspetto la stagione conclusiva per il responso finale.