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Nell'ultimo (speriamo solo per il momento) capitolo della saga dei mostri digitali più amati della tv, la regia cerca di tornare alle origini del fenomeno Digimon. Eccoci, dunque, di nuovo alle prese con un gruppo di bambini catapultato a Digiworld, minacciato da una serie di "forze oscure" interessate ad impadronirsi tanto al mondo digitale quanto a quello "reale". Richiamo ancora più esplicito se si pensa che il protagonista si chiama Taiki, come il Tai di Adventure. L'intento è meritorio, ma, a mio giudizio, per nulla riuscito.

1) Struttura

La serie si divide in tre grandi sotto-saghe. La prima, chiamata semplicemente "Digimon Xros Wars" (titolo originale dell'opera), ha carattere introduttivo: ci racconta di come i nuovi digiprescelti finiscono a Digiworld, ci vengono presentati i personaggi principali ed i classici soggetti "ambigui", regalandoci qualche piacevole colpo di scena.
Segue "I malvagi Death General ed i Sette Regni", in cui tiriamo le somme del primo arco narrativo, che giunge finalmente a conclusione.
Conclude il tutto "I giovani hunter che viaggiano attraverso il tempo", che si caratterizza per il cambiamento di alcuni dei protagonisti e l'inizio di una nuova storia, il cui finale chiuderà l'intera serie.

2)Critica

Digimon Fusion Battles rappresenta, a mio avviso, un esperimento con (poche) luci e (molte) ombre. I problemi più grandi ce li ha la trama. Tutte le precedenti serie, con l'esclusione di Savers, ci avevano abituato a grandi colpi di scena, inaspettati in un anime con un target così giovane e che ne avevano decretato la fortuna. In questo caso, invece, assistiamo a rivelazioni piuttosto misere, banali, facilmente intuibili e che lasciano un senso di insoddisfazione nello spettatore. Più nello specifico, va abbastanza bene il primo arco narrativo; scema la qualità nel secondo; il terzo parte bene, ma scade nella piattezza più assoluta dopo pochi episodi, risolvendosi in un aborto di serie che spiazza uno spettatore che, dopo aver aspettato il gran finale, si sente brutalmente defraudato.
Anche sul versante personaggi non ci siamo. Le vicende tra Akari e Taiki sembrano la brutta copia di quel rapporto d'affetto che legava Tai e Sora, senza contare che due dei comprimari ad un certo punto spariscono. Insomma, se uno dei punti di forza delle serie precedenti era stata la capacità di creare un'opera "corale", in cui ogni protagonista aveva il suo posto e la sua personalità, qui assistiamo ad una serie di pedine strumentali esclusivamente a nobilitare la figura dell'eroe di turno - Taiki nei primi due archi narrativi, Tagiru nel terzo - . Anche dal versante dei "cattivi" le cose non migliorano. Nell'ultima parte manca davvero un villain degno di questo nome; nei primi vediamo Bagramon e Darknightmon che hanno delle ottime potenzialità, ma a mio avviso poco sviluppate. Si poteva fare di meglio.

3)Digievoluzioni

Il sistema delle digievoluzioni è forse la parte meno debole dell'impianto complessivo. Intendiamoci, a me piaceva tanto il meccanismo della prima serie, molto più lineare. Ho apprezzato anche il tentativo di innovare della seconda... dopodiché, a mio avviso, il meccanismo si è andato un po' inceppando. Detto ciò, la digifusione combinata alla digievoluzione ha anche il pregio di permettere risultati molto fantasiosi e di lasciare un meccanismo aperto con possibilità di miglioramento. Il tutto anche grazie all'ottima grafica.

4)Grafica e disegno

La grafica è spettacolare! Ricchissima di effetti speciali, con colori brillanti e sgargianti che rendono al meglio il mondo di fantasia dei mostriciattoli digitali.
Lo stile di disegno non è male. Può piacere o non piacere, ma io personalmente lo trovo un po' troppo spigoloso.

5)Musica

Le musiche di accompagnamento possiedono una grinta ed un'energia eccezionali, in grado di sottolineare ottimamente i momenti di pathos, suspense e quelli più leggeri. Peccato che nella versione italiana siano state praticamente eliminate. Al contrario, non è un granché la sigla, né nella versione giapponese ed ancor meno in quella italiana, che ne riprende la melodia.

6)Doppiaggio

Nulla da ridere a proposito della scelta dei doppiatori: li trovo tutti azzeccati ed anzi, alcuni da preferire all'edizione originale (Taiki, per esempio). Il punto dolente è la traduzione: Lilithmon che diventa Rirismon, Tàiki - Taìchi, Zènjiro - Zenjìro, Nène - Nené (ma non è mica francese?!), Taghiru - Taggiru, Minveramon - Mervamon, ecc... pessima, pessima, pessima!


Tirando le somme, Digimon Fusion Battles è come quello studente che "ha ottime potenzialità, ma non si applica". Potrebbe fare molto, ma si accontenta della sufficienza... senza infamia né lode.