Recensione
Usagi Drop
10.0/10
Attenzione: la recensione contiene lievi spoiler
"Usagi Drop" narra le vicende di Daikichi e Rin: il primo, trentenne, avviato in una buona azienda con possibilità di carriera; la seconda, bambina di sei anni, orfana di padre (abbandonata inoltre dalla madre), imparentata con Daikichi in quanto figlia di suo nonno. L'esistenza di Rin rimane celata all'intera famiglia fino al decesso del nonno di Daikichi, dal momento che quest'ultimo aveva deciso di vivere gli ultimi anni isolato rispetto al resto della famiglia.
In questo realistico slice of life osserviamo tutto l'iniziale rifiuto dei familiari del "vecchio" a Rin, vista come un'estranea e come elemento di vergogna. In occasione del funerale la piccola Rin sente tutto il giudizio della famiglia su di sé e ciò la porta a mostrare un carattere solitario e taciturno che in realtà non le appartiene. Quando la famiglia decide di discutere delle sorti di Rin, Daikichi rimane impressionato dai ragionamenti dei familiari, che proprio non vogliono la piccola con loro, ed è in quel preciso momento che Daikichi decide di chiedere alla bambina se vuole restare a vivere con lui.
Ho iniziato ad apprezzare l'anime da questo punto in poi.
Daikichi pone a Rin una scelta (come farà anche in futuro): poteva imporsi ai familiari affermando che si sarebbe occupato lui della bambina non prendendo in considerazione l'opinione di quest'ultima... ma non lo ha fatto, a dimostrazione di come il suo gesto sia legato alla reale volontà di prendersi cura di quella bambina, considerando e rispettando anche le scelte di quest'ultima e accettando anche i suoi eventuali rifiuti. Emblematico è l'esempio di quando Daikichi chiede a Rin di diventare suo padre a tutti gli effetti e lei rifiuta sostenendo che mantenere il suo cognome è importante perché suo padre è il "nonno" (di Daikichi) e "Daikichi dovrebbe rimanere solo Daikichi".
Da quando Daikichi adotta Rin cambia ed è lui stesso a rendersene conto. Cambiano le sue priorità... la sua vita era precedentemente organizzata esclusivamente su sé stesso, mentre ora deve tener conto di una persona in più, un bambino per giunta, che necessità di attenzioni, e per di più è solo. Daikichi riorganizzerà il lavoro, si occuperà di asili, di vaccinazioni, di letti bagnati... tutto questo nell'arco di pochi mesi. Si renderà conto di come fare il padre sia difficile e come questa condizione porti inevitabilmente a delle rinunce (più che ricompensate dall'affetto di un figlio), ma sarà per lui ugualmente dura, e vedremo un protagonista davvero "reale" nelle problematiche e nei dubbi che svilupperà. Rin, dal suo canto, affronterà presto temi importanti quali quello della morte, della famiglia, ma grazie all'aiuto di Daikichi, del suo amico Kouki e della madre Yukari riuscirà a ritrovare il perduto sorriso.
Tuttavia "Usagi Drop" non è solo la storia di Rin e Daikichi: abbiamo la madre di Kouki che da sola, con tutte le sue forze, fronteggia un divorzio, un bambino supervivace, un lavoro... trovando anche il tempo di essere solidale con i nostri protagonisti quando ne avranno più bisogno; dal lato opposto abbiamo la madre di Rin, Masako, che deciderà di rinunciare alla figlia per carriera, cosa che in ogni modo la segnerà.
Padri e madri soli, madri che abbandonano i propri bambini, padri anzianissimi, coppie in crisi... "Usagi Drop" colpisce nel modo in cui riesce a parlare di famiglia: non è famiglia solo il nucleo marito-moglie-figlio e non basta - e non serve! - essere un componente di questo nucleo per ricevere affetto e per avere la capacità e la forza di darne.
Per quanto riguarda le animazioni, nulla di particolare da segnalare se non la loro semplicità e piacevolezza, così come le musiche sempre pertinenti al contesto.
"Usagi Drop" narra le vicende di Daikichi e Rin: il primo, trentenne, avviato in una buona azienda con possibilità di carriera; la seconda, bambina di sei anni, orfana di padre (abbandonata inoltre dalla madre), imparentata con Daikichi in quanto figlia di suo nonno. L'esistenza di Rin rimane celata all'intera famiglia fino al decesso del nonno di Daikichi, dal momento che quest'ultimo aveva deciso di vivere gli ultimi anni isolato rispetto al resto della famiglia.
In questo realistico slice of life osserviamo tutto l'iniziale rifiuto dei familiari del "vecchio" a Rin, vista come un'estranea e come elemento di vergogna. In occasione del funerale la piccola Rin sente tutto il giudizio della famiglia su di sé e ciò la porta a mostrare un carattere solitario e taciturno che in realtà non le appartiene. Quando la famiglia decide di discutere delle sorti di Rin, Daikichi rimane impressionato dai ragionamenti dei familiari, che proprio non vogliono la piccola con loro, ed è in quel preciso momento che Daikichi decide di chiedere alla bambina se vuole restare a vivere con lui.
Ho iniziato ad apprezzare l'anime da questo punto in poi.
Daikichi pone a Rin una scelta (come farà anche in futuro): poteva imporsi ai familiari affermando che si sarebbe occupato lui della bambina non prendendo in considerazione l'opinione di quest'ultima... ma non lo ha fatto, a dimostrazione di come il suo gesto sia legato alla reale volontà di prendersi cura di quella bambina, considerando e rispettando anche le scelte di quest'ultima e accettando anche i suoi eventuali rifiuti. Emblematico è l'esempio di quando Daikichi chiede a Rin di diventare suo padre a tutti gli effetti e lei rifiuta sostenendo che mantenere il suo cognome è importante perché suo padre è il "nonno" (di Daikichi) e "Daikichi dovrebbe rimanere solo Daikichi".
Da quando Daikichi adotta Rin cambia ed è lui stesso a rendersene conto. Cambiano le sue priorità... la sua vita era precedentemente organizzata esclusivamente su sé stesso, mentre ora deve tener conto di una persona in più, un bambino per giunta, che necessità di attenzioni, e per di più è solo. Daikichi riorganizzerà il lavoro, si occuperà di asili, di vaccinazioni, di letti bagnati... tutto questo nell'arco di pochi mesi. Si renderà conto di come fare il padre sia difficile e come questa condizione porti inevitabilmente a delle rinunce (più che ricompensate dall'affetto di un figlio), ma sarà per lui ugualmente dura, e vedremo un protagonista davvero "reale" nelle problematiche e nei dubbi che svilupperà. Rin, dal suo canto, affronterà presto temi importanti quali quello della morte, della famiglia, ma grazie all'aiuto di Daikichi, del suo amico Kouki e della madre Yukari riuscirà a ritrovare il perduto sorriso.
Tuttavia "Usagi Drop" non è solo la storia di Rin e Daikichi: abbiamo la madre di Kouki che da sola, con tutte le sue forze, fronteggia un divorzio, un bambino supervivace, un lavoro... trovando anche il tempo di essere solidale con i nostri protagonisti quando ne avranno più bisogno; dal lato opposto abbiamo la madre di Rin, Masako, che deciderà di rinunciare alla figlia per carriera, cosa che in ogni modo la segnerà.
Padri e madri soli, madri che abbandonano i propri bambini, padri anzianissimi, coppie in crisi... "Usagi Drop" colpisce nel modo in cui riesce a parlare di famiglia: non è famiglia solo il nucleo marito-moglie-figlio e non basta - e non serve! - essere un componente di questo nucleo per ricevere affetto e per avere la capacità e la forza di darne.
Per quanto riguarda le animazioni, nulla di particolare da segnalare se non la loro semplicità e piacevolezza, così come le musiche sempre pertinenti al contesto.