Recensione
Zetman
7.0/10
"Zetman" è un serie d'animazione, tratta dall'omonimo romanzo tutt'oggi incompleto, della stagione primaverile del 2012; essa si articola in tredici episodi dalla durata media di venticinque minuti ciascuno. Ci tengo a specificare che il manga, che io non ho letto, è ancora in corso, di conseguenza al termine dei tredici episodi aspettatevi un finale più o meno aperto. Lo spettatore si rende subito conto di alcune lacune narrative o comunque dati mancanti utili a comprendere al meglio la trama, per questo consiglio a tutti coloro che non avessero letto il manga di informarsi più approfonditamente.
Trama: la storia non è sicuramente delle più banali, ma poteva essere adattata meglio. Molti degli elementi che potevano essere sfruttati non lo sono stati; penso al rapporto tra il protagonista e il "nonno", alla scoperta dello stesso dei sentimenti umani... insomma, a mio parere doveva essere fornito un quadro introspettivo-psicologico più ricco, per non far risultare il tutto troppo sbrigativo e superficiale. La grande mancanza di quest'anime è la capacità di proiettare lo spettatore nella sua atmosfera, nel suo universo: è come se la superficialità con cui è trattato ne compromettesse la sua credibilità. Nel complesso, però, è una visione piacevole e scorrevole, senza suspense o grandi colpi di scena, ma godibile.
Personaggi: Jin o "Zet", il protagonista, è senz'altro molto intrigante, ma la sua personalità è difficilmente comprensibile; sembra sempre, anche nelle situazioni più critiche, privo di emozioni. Attorno a lui si collocano molteplici personaggi, pochi dei quali ritengo interessanti: Haitani è uno di questi, sebbene le sue intenzioni siano poco chiarificate, un'antagonista interessante quasi al pari di Makishima in "Psycho Pass"; anche la giovane Hanako, adorabile con il suo apparecchio, non è da meno, ma la sua storia personale e la relazione con Jin sono marginali nella serie. Per il resto, degno di nota negativa, è Kouga, amico d'infanzia di Jin, che si erge a paladino della "giustizia", coprendosi continuamente di ridicolo e dimostrando di non avere una propria personalità e capacità decisionale.
A volte, infine, lasciano sconcertati i dialoghi per la loro banalità, anche in situazioni più profonde e drammatiche. Mi chiedo se non risieda proprio in queste "falle" di sistema la particolarità di quest'anime.
Grafica: ho molto apprezzato lo stile del disegno, i volti spigolosi e arcigni, le pose e l'anatomia esasperata e i forti contrasti chiaroscurali che si adattano bene a una storia del genere; in compenso però ritengo che i colori, in special modo quelli dei Players, sminuiscano le animazioni e rendano il tutto un po' anonimo; penso alla somiglianza con molti dei cartoni animati con i personaggi Marvel che vedevo da piccola. Concludo con il dire che le battaglie sarebbero potute essere nettamente migliori e meno prevedibili.
Musiche: per quanto concerne il comparto sonoro mi è piaciuta molto l'opening, ma ritengo che una vicina allo stile di "Ergo Proxy" sarebbe stata meglio, ne avrebbe colto maggiormente l'essenza. Mentre l'ending, alla "Kimi ni Todoke", è stata davvero fuori luogo.
In definitiva assegno comunque un 7 a quest'opera, che ho tanto criticato, perché mi ha lasciato addosso una sensazione particolare: l'ho vista godendomela per quello che è, senza grandi aspettative; certo, avrei senz'altro preferito durasse di più e fosse trattata meno superficialmente, ma sono soddisfatta. La consiglio a tutti gli amanti del genere e a tutti coloro che vogliono passare un po' di tempo.
Trama: la storia non è sicuramente delle più banali, ma poteva essere adattata meglio. Molti degli elementi che potevano essere sfruttati non lo sono stati; penso al rapporto tra il protagonista e il "nonno", alla scoperta dello stesso dei sentimenti umani... insomma, a mio parere doveva essere fornito un quadro introspettivo-psicologico più ricco, per non far risultare il tutto troppo sbrigativo e superficiale. La grande mancanza di quest'anime è la capacità di proiettare lo spettatore nella sua atmosfera, nel suo universo: è come se la superficialità con cui è trattato ne compromettesse la sua credibilità. Nel complesso, però, è una visione piacevole e scorrevole, senza suspense o grandi colpi di scena, ma godibile.
Personaggi: Jin o "Zet", il protagonista, è senz'altro molto intrigante, ma la sua personalità è difficilmente comprensibile; sembra sempre, anche nelle situazioni più critiche, privo di emozioni. Attorno a lui si collocano molteplici personaggi, pochi dei quali ritengo interessanti: Haitani è uno di questi, sebbene le sue intenzioni siano poco chiarificate, un'antagonista interessante quasi al pari di Makishima in "Psycho Pass"; anche la giovane Hanako, adorabile con il suo apparecchio, non è da meno, ma la sua storia personale e la relazione con Jin sono marginali nella serie. Per il resto, degno di nota negativa, è Kouga, amico d'infanzia di Jin, che si erge a paladino della "giustizia", coprendosi continuamente di ridicolo e dimostrando di non avere una propria personalità e capacità decisionale.
A volte, infine, lasciano sconcertati i dialoghi per la loro banalità, anche in situazioni più profonde e drammatiche. Mi chiedo se non risieda proprio in queste "falle" di sistema la particolarità di quest'anime.
Grafica: ho molto apprezzato lo stile del disegno, i volti spigolosi e arcigni, le pose e l'anatomia esasperata e i forti contrasti chiaroscurali che si adattano bene a una storia del genere; in compenso però ritengo che i colori, in special modo quelli dei Players, sminuiscano le animazioni e rendano il tutto un po' anonimo; penso alla somiglianza con molti dei cartoni animati con i personaggi Marvel che vedevo da piccola. Concludo con il dire che le battaglie sarebbero potute essere nettamente migliori e meno prevedibili.
Musiche: per quanto concerne il comparto sonoro mi è piaciuta molto l'opening, ma ritengo che una vicina allo stile di "Ergo Proxy" sarebbe stata meglio, ne avrebbe colto maggiormente l'essenza. Mentre l'ending, alla "Kimi ni Todoke", è stata davvero fuori luogo.
In definitiva assegno comunque un 7 a quest'opera, che ho tanto criticato, perché mi ha lasciato addosso una sensazione particolare: l'ho vista godendomela per quello che è, senza grandi aspettative; certo, avrei senz'altro preferito durasse di più e fosse trattata meno superficialmente, ma sono soddisfatta. La consiglio a tutti gli amanti del genere e a tutti coloro che vogliono passare un po' di tempo.