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Dopo ormai decine di anni di produzioni manga e anime, anche l'universo degli shonen di combattimento è ormai arrivato a raggiungere il proprio limite creativo. Tra opere nuove, spesso simili tra loro, e fan che non fanno che additare le scopiazzature e le citazioni che vengono viste in ogni singolo titolo, nulla pare essere più originale. Sembra sia già stato detto tutto. Ed è così che viviamo la rinascita del manga sportivo e i titoli di maggiore interesse divengono splatter e horror.
Ma a cosa serve questo discorso introduttivo? Nell'arido deserto delle produzioni contemporanee nasce talvolta un germoglio florido.

E' così che sono comparsi sulla scena "Kyokaisenjo no Horizon" e "Medaka Box", due titoli oltremodo atipici che però percorrono sentieri ancora inesplorati dello shonen: l'esagerazione e l'estrosità più assolute.
Qui stiamo recensendo il primo titolo, che ha un notevole background alle spalle. Parte integrante di un vastissimo universo narrativo, creato dalla frenetica mente di Minoru Kawakami, "Horizon in the Middle of Nowhere" è una serie di novel adattata in anime dallo studio Sunrise in una prima stagione di "soli" tredici episodi.
Questa serie è arrivata a soddisfare una necessità che percepivo da diverso tempo: guardando anime di carattere demenziale, ma con un setting interessante, mi trovavo sempre con lo sperare di poter assistere a uno scontro, quando invece tutto veniva costantemente mandato a farsi benedire dall'intento comico. "Kyokaisenjo no Horizon" si pone specularmente rispetto a una serie di questo genere, avendo un'anima principalmente battle, ma una vena parodica insita.

Tutta la storia è ambientata in un complesso mondo fantastico.
Tentando di fare un riassunto: in seguito a numerosi eventi l'umanità sta rivivendo la propria storia da capo (siamo nel periodo Edo in questa serie), ma con l'aggiunta di tecnologie superiori. Il Giappone è però rimasto l'unico territorio abitabile e per questo nell'arcipelago coesistono tutte le nazioni sopravvissute (impero dell'estremo oriente, K.P.E., Italia, Tres Espannia etc.). Questo mondo è sorretto da un precario equilibrio che viene definitivamente rotto in seguito al tentativo di un uomo di rivoluzionare la storia. Noi seguiremo le vicende di Toori Aoi, l'idiota cancelliere di Musashi (nave volante che rappresenta l'odierno Giappone). Egli è la massima autorità di un mondo in cui decisioni politiche e militari sono fatte da studenti. Il nostro giovane decide di punto in bianco di dichiarasi a una ragazza morta dieci anni prima... e ora che succederà?

La serie presenta uno stile di narrazione molto complesso: tutto si svolge in pochi giorni e i tanti riferimenti al vasto mondo creato da Kawakami sono spiegati solo superficialmente, venendo quindi lasciati a un approfondimento da parte dello spettatore.
La serie propone combattimenti nel senso più ampio del termine: da battaglie all'arma bianca, a mecha, a battaglie oratorie; assisteremo a molteplici scontri con un'ottima regia e supportati da una grafica assolutamente non maligna.
Lo sviluppo delle vicende è dinamico e turbinoso, tutto procede spedito con un colpo di scena dietro l'altro, fino a un finale che non è che un mero aggancio per la seconda stagione.
Il sistema di combattimento si basa su battaglie pseudo informatizzate in cui gli studenti, tramite permessi e concessioni, ottengono potenziamenti; vi sono poi armi speciali, robot e magie.

I personaggi non hanno chiaramente tutti lo stesso spessore: dall'enigmatica Ps-01 al fin troppo semplice Aoi abbiamo una buona introspezione, con anche una nota di merito alla povera cieca Aoi Yuki e alla maestra di oratoria di Musashi Honda Masazumi. Gli altri personaggi sono accennati solo nelle loro caratteristiche peculiari, dato che bene o male la serie si regge più sulle botte che sui dialoghi, e quando si parla di oratoria invece sono generalmente solo due i personaggi che entrano in scena.

Ad accoglierci sarà una briosa opening dal testo profondo e interessante, mentre a farci accorgere che l'episodio è finito saranno due ending che si alterneranno in base alla vena dell'episodio (tragica o normale). Le musiche in generale sono ben fatte, ma non fanno gridare al miracolo.
Il doppiaggio è invece azzeccatissimo. Nota dolente va al charcater desing, che sin dal primo momento mi è sembrato poco gradevole: occhi enormi o storti, seni di dimensioni inverosimili e chara a volte anche un po' scialbetto. Ma non si può in realtà fare una vera colpa a una light novel in cui la parte grafica è decisamente minoritaria, in questo caso.

"Kyokaisenjo no Horizon" è una serie atipica, a tratti difficile da seguire, ma sicuramente innovativa. In un universo complesso e dalle mille sfaccettature si muovono i nostri pazzoidi personaggi che paiono poter cambiare il mondo intero. Tra scene ecchi, botte da orbi e monologhi con un livello di feeling assurdo, non ci renderemo nemmeno conto di aver finito la prima serie, che subito saremo affamati della seconda.