Recensione
[<b>Attenzione, contiene spoiler</b>]
Molto difficile parlare di "Le Bizzarre Avventure Di JoJo" senza gridare ed urlare elogiando l’amore che provo verso il geniale autore Hiroiko Araki, capace di creare una delle più belle saghe fumettistiche di sempre (non solo per quanto riguarda il fumetto giapponese), ma soprattutto senza scrivere una introduzione all’intera opera. JoJo è il penultimo lavoro in linea temporale per Araki, già autore dell’ottimo seppur acerbo Baoh, o ancora Gorgeous Irene o Magical BT e tutt’ora all’opera su Steel Ball Run.
Di JoJo mi innamorai subito, scoprendo come un semplice fumetto d’azione potesse diventare il fumetto d’azione per eccellenza. Fumetto che copre ben sei miniserie, rispettivamente rinominate più avanti, in ordine, Phantom Blood, Battle Tendency, Stardust Crusaders, Diamond Is Unbreakable, Golden Wind e per finire Stone Ocean.
Queste serie possono essere lette anche separatamente, ma è nella completezza che si scopre tutto il potere dei personaggi, della saga generazionale più intelligente, nonché del già citato Hiroiko Araki, un uomo che della genialità e delle assurdità ne ha fatto uno stile, creando ed inventando serie dopo serie, stili di disegno diversi nonché storie sempre fresche ed innovative, piene di citazioni musicali, modaiole e quant’altro, non perdendo mai l’originalità che lo ha sempre contraddistinto.
Anche se nelle prime serie troviamo molte affinità con il già famoso Hokuto No Ken, questo non lo si deve assolutamente vedere come una forma di copia o plagio, bensì un omaggio; bisogna sapere infatti che i due autori, Araki ed Hara, son sempre stati non solo colleghi ma grandissimi amici, e fin da sempre si son scambiati idee e pareri.
E da un inizio stilistico molto alla Kenshiro, ci ritroviamo già dalla terza serie un raffinamento dello stile che raggiunge l’apice nella quarta, per poi trasformarsi ancora in Golden Wind per tentare di nuovo un altro stile nell’ultima serie di JoJo che, a parer mio, è anche la più brutta, ma di questo ne parlerò più avanti.
Lo stile grafico cambia ancora in "Steel Ball Run", con dei disegni sublimi, anche se molte tavole le trovo sempre un po’ troppo caotiche. Personalmente poi considero questo un manga a parte, e non l'ultima serie di JoJo, anche se l’autore stesso afferma il contrario. Perciò è solo di Le Bizzarre Avventure Di JoJo che parlerò. Cominciando proprio dalla prima serie, Phantom Blood.
La prima serie di JoJo vede protagonisti, Jonathan Joestar da cui JoJo e Dio Brando, nemico che diverrà poi uno dei più cattivi personaggi della storia dei manga. Siamo nell’Inghilterra del 1868, una carrozza si è trovata coinvolta in un incidente, ed è proprio grazie a quel fatidico incidente che si incrociano i rispettivi padri dei nostri personaggi principali, George Joestar e Diego Brando, vecchio ubriacone che appena vide la carrozza dei ricchi Joestar volle, credendoli tutti morti, commettere sciacallaggio. Quando però George si riprese, credendo Brando suo salvatore, gli promise aiuto in qualsiasi momento, ringraziandolo per averlo soccorso e per aver soccorso il bambino, il futuro JoJo, ancora fra le braccia della defunta madre.
Siamo nel 1880, prossimo alla morte, Diego Brando invita il proprio figlio, Dio, a presentarsi a casa Joestar, sapendo che lo avrebbero ammesso in casa come un figlio, dopo l’incontro accaduto 12 anni prima. E così fu: Dio schifando la vita del padre, alla sua morte partì per casa Joestar da Londra, e già dal suo primo arrivo cominciò a creare casini nella vita del nostro protagonista Jonathan, un ragazzotto semplice con il sogno di essere un gentiluomo ma con maniere un po’ troppo dozzinali. Tutto il contrario di Dio, freddo, calcolatore, educato, intelligente sopra ognuno, forte come nessun altro, ma soprattutto malvagio. L’ambizione di Dio di impossessarsi di tutti gli averi dei Joestar, porterà alle azioni vigliacche e vili, che lo faranno odiare ai più. Ed è proprio l’odio verso Dio Brando che lo rende così cattivo, così malvagio e così fastidioso.
JoJo si trova ben presto privato degli amici, dell’amore, sia del padre che della bella Elena Pendleton, che rivedremo più avanti, e che scatena l’ira di JoJo cominciando a picchiare Dio, che fino ad allora gli era superiore, e finendo per scoprire un segreto che li porterà al più drammatico degli eventi. La Maschera Di Pietra, un antico monile ritrovato in Messico, appartenente al popolo azteco e col potere di assorbire il sangue umano e di azionare un meccanismo particolare, fatto di aghi che spuntano e che si infilano nel cervello. Ancora presto per queste ricerche JoJo, solo come un cane, si troverà a vivere tutta la sua giovinezza all’ombra di Dio, respinto e cacciato persino dal proprio padre, pensando e studiando archeologia, ispirato dalla visione della Maschera Di Pietra che prende vita.
Arriviamo così al 1888 ed ormai JoJo e Dio, passando tutta la loro giovinezza assieme, sono ora grandi amici ma sarà davvero così? Presto si scoprirà che non è ancora sparita l’ambizione di Dio Brando come non è ancora guarita la ferita al cuore di JoJo. Così che durante un viaggio di JoJo a Londra dove incontrerà uno dei suoi migliori amici, personaggio importante per tutte le prime serie, Robert E.O. Speedwagon, Dio scopre i segreti della Maschera Di Pietra, nascosti nella scrivania del nostro archeologo in forma di appunti. Portandola così in giro e trasformandosi indossandola, in una specie di vampiro, un essere immortale, che trascende la realtà, un essere superiore, proprio quel che è sempre stato Dio Brando, quel Dio Brando, superiore a tutti, con il suo ego estremo ed elitario.
JoJo si troverà quindi a scontrarsi con Dio per la seconda volta, ma non sarà certo l’ultima. Un JoJo acerbo che è riuscito a scampare al demonio Dio solo con il suo spirito coraggioso ed il suo immenso amore per la vita. Ma è grazie ad Elena Pendleton, futura moglie di Jonathan che quest’ultimo torna a camminare, e ferito incontra Will A. Zeppeli, suo maestro poi nell’arte delle Onde Concentriche, tecnica respiratoria che permette di uccidere zombie e vampiri creati dalla Maschera Di Pietra. Venendo a sapere da Zeppeli che Dio è in realtà ancora vivo, arriviamo alla parte principale della serie, dove si scopre qual cosina di più sulla maschera e sul modo per distruggerla, le già citate Onde Concentriche, che ritroveremo in tutte le serie anche se in modo differente. JoJo affronta così un duro allenamento che lo porterà ad affrontare personaggi come Jack lo squartatore, divenuto zombie per mano di Dio, vecchi cavalieri medievali tornati in vita, ed infine lo stesso Dio Brando. Per la seconda volta il re indiscusso della malvagità è, vivo e pieno di forze, pronto ad uccidere JoJo per liberarsi del suo passato una volta per tutte, ma non sarò così facile, in quanto su JoJo grava il peso dell’umanità intera, non può lasciarsi sconfiggere. Ma Dio sarà morto? Durante il viaggio di nozze di Elena e JoJo, potrà quest’ultimo vivere finalmente in pace, con colei che ha sempre amato, la sua vita senza male al mondo? Chissà…
Questa la trama principale, ho voluto parlarne più in dettaglio in quanto è l’inizio di tutta la saga JoJesca e merita quindi particolare attenzione, a rischio spoiler. Di Phantom Blood è stato tratto un film animato cinematografico, inedito in Italia, ed un gioco d’avventura per Playstation 2. Il manga ha un disegno molto acerbo, come per Baoh, ma già dai primi capitoli notiamo il cambiamento, rimanendo un tratto molto anni 80, quindi semplicistico, un po’ come Go Nagai, un po’ come Tezuka, Araki ha piano piano lasciato da parte la semplicità per produrre disegni sempre più tecnici, con personaggi ben delineati, forzati nella loro muscolatura per esprimere al meglio le potenzialità degli stessi, un po’ come in Hokuto No Ken per l’appunto. Rappresentare la forza con personaggi forzatamente forti (perdonate il gioco di parole), era un po’ uno stile in voga a quei tempi che altri manga usciti dopo han preso ad esempio e come spunto, anche per farne parodia, come ad esempio Otoko Juku.
La storia di JoJo è ben scritta, e da vita ad uno shonen classico molto particolare. Il lettore può rimanere sempre in tensione durante la lettura di JoJo. I personaggi poi sono parte viva e vincente di quest’opera, la loro caratterizzazione è ottima, come già detto in precedenza odierete Dio Brando come mai avete odiato altri, vi dispiacerete per il dolore provato da Jonathan, riderete assieme a Zeppeli e Speedwagon, è questo ciò che mi aspetto io da un fumetto. Poter capire i sentimenti dei personaggi, e affezionarcisi, seppur in soli 5 volumi.
Consiglio JoJo veramente a tutti, anche alle ragazze, in quanto questo shonen, è in grado di piacere a chiunque, ed è l'unico manga a cui darò sempre 10.
Il successo in patria di JoJo è indiscusso e già alla prima pubblicazione, ossia Phantom Blood, Araki dovette correre immediatamente a crearne un seguito, in quanto i lettori di un tempo, vollero sempre di più, si innamorarono di questa storia come me ne innamorai io, e fu così che nacque Battle Tendency, seconda serie di Le Bizzarre Avventure Di JoJo, con protagonista Joseph Joestar, nipote del caro Jonathan, ma di questa storia ve ne parlerò nella prossima recensione.
Molto difficile parlare di "Le Bizzarre Avventure Di JoJo" senza gridare ed urlare elogiando l’amore che provo verso il geniale autore Hiroiko Araki, capace di creare una delle più belle saghe fumettistiche di sempre (non solo per quanto riguarda il fumetto giapponese), ma soprattutto senza scrivere una introduzione all’intera opera. JoJo è il penultimo lavoro in linea temporale per Araki, già autore dell’ottimo seppur acerbo Baoh, o ancora Gorgeous Irene o Magical BT e tutt’ora all’opera su Steel Ball Run.
Di JoJo mi innamorai subito, scoprendo come un semplice fumetto d’azione potesse diventare il fumetto d’azione per eccellenza. Fumetto che copre ben sei miniserie, rispettivamente rinominate più avanti, in ordine, Phantom Blood, Battle Tendency, Stardust Crusaders, Diamond Is Unbreakable, Golden Wind e per finire Stone Ocean.
Queste serie possono essere lette anche separatamente, ma è nella completezza che si scopre tutto il potere dei personaggi, della saga generazionale più intelligente, nonché del già citato Hiroiko Araki, un uomo che della genialità e delle assurdità ne ha fatto uno stile, creando ed inventando serie dopo serie, stili di disegno diversi nonché storie sempre fresche ed innovative, piene di citazioni musicali, modaiole e quant’altro, non perdendo mai l’originalità che lo ha sempre contraddistinto.
Anche se nelle prime serie troviamo molte affinità con il già famoso Hokuto No Ken, questo non lo si deve assolutamente vedere come una forma di copia o plagio, bensì un omaggio; bisogna sapere infatti che i due autori, Araki ed Hara, son sempre stati non solo colleghi ma grandissimi amici, e fin da sempre si son scambiati idee e pareri.
E da un inizio stilistico molto alla Kenshiro, ci ritroviamo già dalla terza serie un raffinamento dello stile che raggiunge l’apice nella quarta, per poi trasformarsi ancora in Golden Wind per tentare di nuovo un altro stile nell’ultima serie di JoJo che, a parer mio, è anche la più brutta, ma di questo ne parlerò più avanti.
Lo stile grafico cambia ancora in "Steel Ball Run", con dei disegni sublimi, anche se molte tavole le trovo sempre un po’ troppo caotiche. Personalmente poi considero questo un manga a parte, e non l'ultima serie di JoJo, anche se l’autore stesso afferma il contrario. Perciò è solo di Le Bizzarre Avventure Di JoJo che parlerò. Cominciando proprio dalla prima serie, Phantom Blood.
La prima serie di JoJo vede protagonisti, Jonathan Joestar da cui JoJo e Dio Brando, nemico che diverrà poi uno dei più cattivi personaggi della storia dei manga. Siamo nell’Inghilterra del 1868, una carrozza si è trovata coinvolta in un incidente, ed è proprio grazie a quel fatidico incidente che si incrociano i rispettivi padri dei nostri personaggi principali, George Joestar e Diego Brando, vecchio ubriacone che appena vide la carrozza dei ricchi Joestar volle, credendoli tutti morti, commettere sciacallaggio. Quando però George si riprese, credendo Brando suo salvatore, gli promise aiuto in qualsiasi momento, ringraziandolo per averlo soccorso e per aver soccorso il bambino, il futuro JoJo, ancora fra le braccia della defunta madre.
Siamo nel 1880, prossimo alla morte, Diego Brando invita il proprio figlio, Dio, a presentarsi a casa Joestar, sapendo che lo avrebbero ammesso in casa come un figlio, dopo l’incontro accaduto 12 anni prima. E così fu: Dio schifando la vita del padre, alla sua morte partì per casa Joestar da Londra, e già dal suo primo arrivo cominciò a creare casini nella vita del nostro protagonista Jonathan, un ragazzotto semplice con il sogno di essere un gentiluomo ma con maniere un po’ troppo dozzinali. Tutto il contrario di Dio, freddo, calcolatore, educato, intelligente sopra ognuno, forte come nessun altro, ma soprattutto malvagio. L’ambizione di Dio di impossessarsi di tutti gli averi dei Joestar, porterà alle azioni vigliacche e vili, che lo faranno odiare ai più. Ed è proprio l’odio verso Dio Brando che lo rende così cattivo, così malvagio e così fastidioso.
JoJo si trova ben presto privato degli amici, dell’amore, sia del padre che della bella Elena Pendleton, che rivedremo più avanti, e che scatena l’ira di JoJo cominciando a picchiare Dio, che fino ad allora gli era superiore, e finendo per scoprire un segreto che li porterà al più drammatico degli eventi. La Maschera Di Pietra, un antico monile ritrovato in Messico, appartenente al popolo azteco e col potere di assorbire il sangue umano e di azionare un meccanismo particolare, fatto di aghi che spuntano e che si infilano nel cervello. Ancora presto per queste ricerche JoJo, solo come un cane, si troverà a vivere tutta la sua giovinezza all’ombra di Dio, respinto e cacciato persino dal proprio padre, pensando e studiando archeologia, ispirato dalla visione della Maschera Di Pietra che prende vita.
Arriviamo così al 1888 ed ormai JoJo e Dio, passando tutta la loro giovinezza assieme, sono ora grandi amici ma sarà davvero così? Presto si scoprirà che non è ancora sparita l’ambizione di Dio Brando come non è ancora guarita la ferita al cuore di JoJo. Così che durante un viaggio di JoJo a Londra dove incontrerà uno dei suoi migliori amici, personaggio importante per tutte le prime serie, Robert E.O. Speedwagon, Dio scopre i segreti della Maschera Di Pietra, nascosti nella scrivania del nostro archeologo in forma di appunti. Portandola così in giro e trasformandosi indossandola, in una specie di vampiro, un essere immortale, che trascende la realtà, un essere superiore, proprio quel che è sempre stato Dio Brando, quel Dio Brando, superiore a tutti, con il suo ego estremo ed elitario.
JoJo si troverà quindi a scontrarsi con Dio per la seconda volta, ma non sarà certo l’ultima. Un JoJo acerbo che è riuscito a scampare al demonio Dio solo con il suo spirito coraggioso ed il suo immenso amore per la vita. Ma è grazie ad Elena Pendleton, futura moglie di Jonathan che quest’ultimo torna a camminare, e ferito incontra Will A. Zeppeli, suo maestro poi nell’arte delle Onde Concentriche, tecnica respiratoria che permette di uccidere zombie e vampiri creati dalla Maschera Di Pietra. Venendo a sapere da Zeppeli che Dio è in realtà ancora vivo, arriviamo alla parte principale della serie, dove si scopre qual cosina di più sulla maschera e sul modo per distruggerla, le già citate Onde Concentriche, che ritroveremo in tutte le serie anche se in modo differente. JoJo affronta così un duro allenamento che lo porterà ad affrontare personaggi come Jack lo squartatore, divenuto zombie per mano di Dio, vecchi cavalieri medievali tornati in vita, ed infine lo stesso Dio Brando. Per la seconda volta il re indiscusso della malvagità è, vivo e pieno di forze, pronto ad uccidere JoJo per liberarsi del suo passato una volta per tutte, ma non sarò così facile, in quanto su JoJo grava il peso dell’umanità intera, non può lasciarsi sconfiggere. Ma Dio sarà morto? Durante il viaggio di nozze di Elena e JoJo, potrà quest’ultimo vivere finalmente in pace, con colei che ha sempre amato, la sua vita senza male al mondo? Chissà…
Questa la trama principale, ho voluto parlarne più in dettaglio in quanto è l’inizio di tutta la saga JoJesca e merita quindi particolare attenzione, a rischio spoiler. Di Phantom Blood è stato tratto un film animato cinematografico, inedito in Italia, ed un gioco d’avventura per Playstation 2. Il manga ha un disegno molto acerbo, come per Baoh, ma già dai primi capitoli notiamo il cambiamento, rimanendo un tratto molto anni 80, quindi semplicistico, un po’ come Go Nagai, un po’ come Tezuka, Araki ha piano piano lasciato da parte la semplicità per produrre disegni sempre più tecnici, con personaggi ben delineati, forzati nella loro muscolatura per esprimere al meglio le potenzialità degli stessi, un po’ come in Hokuto No Ken per l’appunto. Rappresentare la forza con personaggi forzatamente forti (perdonate il gioco di parole), era un po’ uno stile in voga a quei tempi che altri manga usciti dopo han preso ad esempio e come spunto, anche per farne parodia, come ad esempio Otoko Juku.
La storia di JoJo è ben scritta, e da vita ad uno shonen classico molto particolare. Il lettore può rimanere sempre in tensione durante la lettura di JoJo. I personaggi poi sono parte viva e vincente di quest’opera, la loro caratterizzazione è ottima, come già detto in precedenza odierete Dio Brando come mai avete odiato altri, vi dispiacerete per il dolore provato da Jonathan, riderete assieme a Zeppeli e Speedwagon, è questo ciò che mi aspetto io da un fumetto. Poter capire i sentimenti dei personaggi, e affezionarcisi, seppur in soli 5 volumi.
Consiglio JoJo veramente a tutti, anche alle ragazze, in quanto questo shonen, è in grado di piacere a chiunque, ed è l'unico manga a cui darò sempre 10.
Il successo in patria di JoJo è indiscusso e già alla prima pubblicazione, ossia Phantom Blood, Araki dovette correre immediatamente a crearne un seguito, in quanto i lettori di un tempo, vollero sempre di più, si innamorarono di questa storia come me ne innamorai io, e fu così che nacque Battle Tendency, seconda serie di Le Bizzarre Avventure Di JoJo, con protagonista Joseph Joestar, nipote del caro Jonathan, ma di questa storia ve ne parlerò nella prossima recensione.