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10.0/10
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Per me MPD Psycho è stato una scoperta. Il primo manga che abbia deciso di seguire fedelmente volume dopo volume. Ci spinge in un universo in cui la “mente umana/cervello/massa encefalica pensante” è un'entità a sé e come tale artefice di mille scenari, deviati, contorti, offensivi e inconcepibili in quello che ci piace definire "il mondo reale": "Se scoprissi di essere un ricambio... che cosa faresti?", chiede Kito a Sasayama. Che cosa faresti? Chiedo io voi.

MPD Psycho rappresenta brillantemente la pericolosità della mente umana e gli abomini che questa è in grado di concepire; lo scopo è sempre uno ed uno solo: il controllo sul tuo simile; la sopraffazione e il dominio assoggettante. I personaggi di Otsuka – facilmente paragonabili a emanazioni usa e getta di un organismo non meglio identificato (Gakuso?/Wakana Isono?) – non sono altro che pedine di una letale partita a scacchi in cui si tenta di dimostrare che siamo vittime e carnefici del nostro cervello: manipolatori e manipolabili grazie ad esso.

Al di là della violenza artistica, al di là della confusione dei personaggi e dei mille colpi di scena che stordiscono e ci allontanano da un'epifania definitiva e chiarificatrice di questa trama così intricata, bisogna riconoscere MPD Psycho come l'epopea della nostra potenzialità omicida e megalomane: chi potrebbe concepire la catalogazione e controllo su larga scala della popolazione tramite la selezione genetica e il loro cervello se non un altro essere umano?