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6.0/10
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Cosa dire dire a proposito di Naruto? Colonna portante del Weekly Shonen Jump, manga con 12 anni di serializzazione alle spalle, ha un anime di successo planetario, decine di videogames e i fan non si contano. In parole povere stiamo parlando di un manga che è riuscito a far parlare di sé in ogni luogo e modo possibile.

Voto 6.5. Perché così poco direte, dopo la premessa così in grande che ho fatto? Cercherò di non dilungarmi troppo nella spiegazione e di affermarmi solo nei particolari più rivelanti a parer mio cercando di essere il meno soggettivo possibile e non metterò nessuno spoiler per poter far leggere questa recensione a tutti.

Quest'opera, come voi ben saprete, è di Masashi Kishimoto, mangaka senza alcuna esperienza alle spalle (e di questo il manga ne risentirà poi parecchio a lungo andare), assistente di Togashi-sensei (autore di HxH, Yuyu Hakusho, Level E ecc) giovanissimo e con un talento artistico notevole.

Passando al manga, Kishimoto riesce fin dai primi capitoli, se non addirittura dal One Shot stesso, a far immergere completamente il lettore in una dimensione fantasy con protagonisti dei ninja non ordinari, che al contrario della tradizione non nascondono alle persone normali la propria identità (tranne alcune eccezioni). Ci viene presentato Naruto, un vero e proprio monello dispettoso dall'aria sempre allegra e spensierata nonostante si verrà poi a scoprire il suo doloroso passato che inevitabilmente lo caratterizzerà per tutta la vita. Inoltre Kishimoto ci presenta gli altri personaggi che saranno poi i coprotagonisti della storia con un metodo ingegnoso, ovvero formando delle squadre di ninja che avrebbero cooperato per passare l'esame per diventare Genin (ovvero i ninja del livello più basso).

Oltre a delle belle ambientazioni in questo mondo fantasy, alla valanga di personaggi presentati e caratterizzati con la dovuta calma, Kishimoto inserisce due elementi che sarnno poi al centro di tutta la storia. Il primo è la volpe a nove code, un enorme demone sigillato all'interno di Naruto stesso; il secondo è la rivalità nata fin da subito fra il protagonista e Sasuke Uchiha, l'unico sopravvissuto di un Clan di Konoha sterminato dal fratello di quest'ultimo.

Con il passare la storia si evolverà e diventerà sempre più interessante fino all'arrivo di un time skip di due anni. Da qui in poi il manga è cambiato, i vecchi scontri strategici che lo avevano caratterizzato scompariranno quasi - salvo in pochissimi scontri come ad esempio Shikamaru vs Hidan -, la storia poi tenderà ad incentrarsi troppo sul clan Uchiha e le sviste di Kishimoto inizieranno a farsi sempre più grandi. Infatti con il passare del tempo parecchie cose rimarranno in sospeso e non saranno mai più riprese, o stravolte del tutto nei modi più impensabili.

Credo che questo sia successo in parte per la poca esperienza di Kishimoto, infatti gestire un'opera così lunga è un'impresa ardua e contraddirsi per semplificare alcuni passaggi con nuove dichiarazioni improbabili risulterà un po' brusco alla lettura.
Inoltre con l'inizio dell'ultima saga (ancora in corso) si vedrà molto bene la fatica con la quale il mangaka gestirà la sua opera, ridicolizzando anche alcuni personaggi semplificando o tagliando scontri e non solo.

Nel complesso comunque consiglio molto quest'opera, che fino al trentesimo volume circa è davvero una chicca e con il seguito, nonostante l'abbassamento del livello, rimane un'opera apprezzabile per molti.