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Un 48enne così medio che più medio non si può, con il vizio di alzare il gomito ogni tanto, un giorno come un altro sbaglia il pendolare per tornare a Tokyo e si ritrova sulla strada verso la sua città natale. Decide allora di passare dal cimitero a pregare di fronte la tomba della madre, e come per magia si ritrova catapultato nella sua adolescenza. Hiroshi Nakahara, e con lui tutti coloro che avranno la fortuna di inciampare in quest'opera intrisa di un realismo e di una melanconia disarmanti, viaggeranno lungo i sentieri che sono nascosti più profondamente nella nostra anima.

Ad essere sincero, e spero che questa mia confessione sia sufficiente a spingere chiunque alla lettura di questa meraviglia, sono ormai una decina d'anni che leggo ogni genere di manga ma nessuno mai mi aveva spinto a scriverne una recensione come sono invece riusciti i due volumetti di Jiro Taniguchi, autore del quale non mi lascerò più sfuggire neppure una goccia d'inchiostro. Un 10 non è mai stato così meritato (purtroppo oggigiorno è un pochino inflazionato).