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Ho appena finito di leggere questo manga stupendo tutto d'un fiato. Devo ammetterlo, all'inizio pensavo che non meritasse molto, che sarebbe finito in maniera pessima e che tutta la storia di Ceres e della dea celeste fossero solo spunti abbozzati, giusto per dare uno sfondo e invece ho avuto una gran bella sorpresa.

"La leggenda narra che un pescatore scoprì una dea celeste che faceva il bagno nel mare, folgorato dalla sua bellezza le rubò la veste impedendole di volare in cielo e costringendola a sposarla e a generare i propri figli."
Il giorno del suo sedicesimo compleanno Aya Mikage partecipa, all'oscuro di tutto, a una cerimonia che ormai si ripete da anni nella sua famiglia e nella quale, di fronte ai giovani dell'età della ragazza viene mostrata una reliquia della dea celeste, e se ha luogo il risveglio allora vengono subito uccisi. Fortunatamente Aya riesce a fuggire e viene ospitata dai suoi soccorritori Yuhi e Suzumi, entrambi appartenenti alla famiglia Aogiri. Da questi ultimi scoprirà di essere la discendente della dea celeste che si manifesta ormai da secoli nella sua famiglia, i Mikage. Ma se Aya dovrà convivere con Ceres Aki verrà del tutto sopraffatto dalla personalità del capostipite, risvegliatosi anch'egli durante la cerimonia e per niente d'accordo a lasciare "la sua donna" nelle mani di qualcun altro.

I primi volumi presentano subito una trama e un ritmo invitanti, il mistero celato coinvolge il lettore, desideroso di vedere sbrogliata la matassa; certo, poteva sembrare la classica storia dove il protagonista acquisisce poteri speciali e deve salvare il mondo, ma non è così! Andando avanti si scoprirà che Aya non è la sola ad aver ereditato il sangue divino, mostrando la grande capacità della Watase di saper intavolare qualcosa di molto più vasto; partendo da un puntino ha intessuto una rete di eventi tutti collegati tra di loro e mai scontati o confusi.
La mangaka non si dimentica nemmeno della storia d'amore a cui la trama fa da sfondo: tra tutte queste vicende movimentate e con parecchi colpi di scena ben orchestrati, Toya, un ragazzo misterioso la cui sorte sembrerebbe essere legata a doppio filo con i Mikage e la loro leggenda, fa breccia nel cuore della giovane Aya salvandole la vita in più occasioni e dando da subito l'idea di non essere un comune essere umano. Con tutti i personaggi (più o meno importanti) che Yu Watase ha saputo creare, concreti, interessanti e umani, quello peggiore è Toya, secondo solo ad Aki. Il primo prende vita dal classico stereotipo del bel tenebroso imperturbabile, mentre Aki è il classico personaggio "burattino", utile soltanto ad ospitare lo spirito del possessivo e maniacale capostipite, senza che nessuno lo possa far fuori perché fratello della protagonista.

Non ho digerito nemmeno la storia d'amore tra Toya e Aya, troppo forzata e melensa per un manga così meditato, ma conoscendo Yu Watase era impossibile non infilarci la solita sviolinata romantica (irritante al pari di quella tra Miaka e Tamahome nell'ultima parte di "Fushigi Yuugi"). Nonostante ciò è probabile che l'amore tra i due fosse funzionale alla trama, mi spiego: Ceres per prima era stata ingannata dal marito che aveva amato tantissimo e adesso chiamava vendetta, gli stessi personaggi della storia hanno vissuto, positivamente o negativamente, gli effetti dell'amore verso gli altri. È probabile che la coppia Aya-Toya servisse alla mangaka come contrappeso, per affermare che l'amore può vincere sulla conservazione della specie, sulla seduzione del potere e sulla violenza del mondo. Oltre alla parte "romantica della trama" non ho gradito nemmeno i disegni, belli per quanto riguarda la fisicità dei personaggi ma orribili nel look e negli abiti; sembrano migliorare verso il nono volume ma più avanti hanno ancora una ricaduta. La cosa da apprezzare però è il cambiamento fisico dei personaggi che nel corso di una storia che dura anni hanno almeno il buon gusto di cambiare taglio di capelli.

Nonostante tutto, ancora mi chiedo come abbia fatto la Watase a caratterizzare tutti i personaggi così bene pur soffermandosi pochissimo su di loro (ma moltissimo sulle vicende) e lo stesso vale per l'atmosfera che non si perde nonostante la complessità degli avvenimenti che ci accorgiamo essere basati su una struttura solida, la trama da semplice che era partita si evolve, migliora, ma non perde mai il filo, giungendo alla fine con una serie di motivazioni del tutto calzanti e anche appaganti per chi ha letto fino alla fine.