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Va bene, adesso basta, non posso continuare così. Devo elevarmi come lettrice e spettatrice, non posso andare avanti leggendo e vedendo storie con scolarette in microgonna e divisa - guarda caso - sempre lacerata sulla loro quinta di reggiseno che salvano il Giappone da un'invasione aliena in maniere che non prevedono la minima plausibilità. Con Gourmet è andata male, ancora mi chiedo disperata come sia possibile che non mi sia potuta piacere la storia di un uomo che va in giro per ristoranti. Con L'Uomo che Cammina però andrà meglio, sento già l'odore di capolavoro: insomma chi non resterebbe stregato dalla storia di un uomo che passeggia e basta? Questa recensione sarà dunque la cronaca appassionata ed appassionante del mio viaggio mentale nel capolavorissimo di Taniguchi.

Ore 14:00 di un qualunque sabato
Ecco tra le mie indegne mani il volumetto della Planet Manga. Lo apro e inizio a immergermi nella poetica poesia di un uomo che cammina e guarda il paesaggio, ah che trama appassionante...

Ore 14:30
L'uomo sta ancora camminando e guardando paesaggi. No vabbè, ma ho preso il caffè, mi tengo bella vigile che se magari arriva la poesia e mi scappa mentre mi addormento poi va a finire che non mi piace. Ce la posso fare, me la sento.

Ore 15:30
"Sammy Sweethearth sta ancora appresso a Ronnie? Ma che noia questi due, sono la cosa più insopportabile di Jersey Shore, io darei più spazio a Deena e Snookie! Come dici? Ah sì, ok ci sentiamo per domani ok? Ciao!"
Cosa stavo facendo? Ah, stavo leggendo L'Uomo che Cammina, che mi devo elevare. Ok, piccola distrazione di un'ora, adesso ricomincio da dov'ero rimasta a pagina... pagina... pagina 5! Dai che ce la faccio!

Ore 17:00
L'Uomo sta ancora camminando e godendosi il paesaggio, ma adesso arriva la poesia e me la godo tutta. No, smettetela, non è vero che io aspetto solo che arrivi la scolaretta con la microgonna e la divisa lacerata sulla sua quinta di reggiseno e prenda in ostaggio l'uomo che cammina dopo una rapina per scappare insieme a Tijuana.

Ore 21:00
Vabbè pausa dai miei sacri intenti di elevatura intellettuale che c'è Italia's Got Talent, continuo dopo L'Uomo che Cammina, giuro.

Ore 00:00
Momento, mi guardo la mail e poi prometto che ricomincio... Uh, ma ho finito di scaricare un anime con una scolaretta in microgonna e la divisa lacerata sulla quinta di reggiseno che deve salvare il mondo e la sua scuola dall'invasione degli alieni, degli zombie e della yakuza, devo vederlo subitissimo!

Ok, alla fine la lettura ha preso molto più tempo, ma ormai il giudizio è inappellabile: non c'è speranza. No io non sono degna di queste opere poeticissime che trovano la minimale bellezza del mangiare, camminare per strada, pagare il canone RAI in tabaccheria e posteggiare in centro in tempo di saldi. E non mi devo nemmeno dispiacere se le case editrici rifiutano in massa il mio personale slice of life, "L'Uomo che si libera", dramma sulla storia di un uomo che lotta disperatamente contro il male oscuro della stitichezza e alla fine, eroico, trionfa sulle difficoltà. Perché io non instillare la poesia come sa fare Taniguchi, io a leggere l'appassionantissima storia di un uomo che cammina e basta mi abbiocco e buonanotte.
Perdonate se metto questo due, lo faccio con le gote rosse di vergogna e se qualcuno mi chiederà "ma perché hai messo tre a Gourmet allora?" io mi limito a rispondere "perché almeno lì se magna!"
Però dai, almeno è disegnato bene.