Recensione
Le situazioni di Lui e Lei
8.0/10
Immagino che chi come me ha amato "Karekano - Le situazioni di Lui e Lei", anime che ha goduto di una certa popolarità anche in Italia grazie al passaggio televisivo di qualche anno fa, si sarà sentito preso in giro dalla brusca conclusione e, desideroso di conoscere il seguito, sia corso ai ripari recuperando il manga originario serializzato su LaLa dal 1996 al 2005.
Kareshi Kanojo no Jijō racconta le vicende di Yukino Miyazawa e Soichiro Arima, due studenti modello in una prestigiosa scuola pubblica in serrata competizione con se stessi e con il prossimo per primeggiare in ogni campo, anche se per ragioni diverse. Un giorno l'uno scopre per caso il vero volto dell'altra - rozza, testarda, opportunista, egocentrica e vanesia - e la ricatta di spifferare tutto ai suoi compagni di classe se non sottostarà ai suoi ordini. Questo permetterà ai due di passare molto tempo assieme, rivelarsi e innamorarsi. In realtà lo spazio dedicato al pre-fidanzamento occupa solamente i primi due volumi; questa scelta permette all'autrice di staccarsi dalle convenzioni del genere shoujo e affrontare il campo fino ad allora poco esplorato delle dinamiche di coppia, oltre che approfondire le vicende sentimentali dei numerosi comprimari.
Il manga è diviso nettamente in tre archi narrativi: il primo è focalizzato sull'esperienza scolastica di Yukino (volumi 1-9), il secondo riguarda la parabola autodistruttiva di Soichiro (10-16) e l'ultimo (17-21) il più breve e a mio avviso il meno riuscito, si impunta sul melodramma familiare dimenticandosi di imbastire una conclusione dignitosa.
La prima cosa che salta all'occhio sfogliando un qualsiasi volume è la mole di testo presente, fra i dialoghi dei personaggi, i loro lunghi monologhi interiori e gli invasivi interventi della Tsuda, stranamente spesso incastrati a piè o a lato delle tavole. Le tavole panoramiche sono pochissime, ancor meno i bordi bianchi o neri che, pur nel rispetto dei codici del fumetto orientale, di solito vengono usati per dare respiro tra una vignetta e l' altra. La lettura ne risulta affaticata, a tratti pesante, anche per via delle non facili tematiche affrontate. Karekano infatti appartiene più al campo del dramma psicologico che a quello della commedia romantica: ogni personaggio è inserito in un contesto che permette a lui - e di conseguenza al fruitore dell' opera - di meditare a lungo sul suo modo di fare per conoscersi e perfezionarsi. Yukino, Soichiro, Tsubasa, Tonami sono liceali che per salvare il proprio io ferito hanno eretto intorno ad esso un guscio fatto di ipocrisia e pacata indifferenza. L'amore raccontato è un mezzo per raggiungere la felicità, una disperata ricerca di qualcuno per il quale vivere onestamente. L'analisi di Masami Tsuda sulle sue creature è viscerale e serratissima, operata attraverso un rigoroso metodo psicanalitico che non dà scampo al lettore di esulare dal suo pensiero. Quando, ad esempio, ci si trova di fronte ad eventi particolarmente drammatici e basterebbero le immagini a far riflettere la mangaka irrompe con un fiume esplicativo di parole o, ancor peggio, con le sue esternazioni a latere di quanto sia buono il cibo giapponese e dei suoi disperati tentativi di dimagrire. Per fortuna il fastidio è colmato dal continuo inserimento di nuovi personaggi e dalle scenette comiche e romantiche che permettono, anche se per poco, di tirare il fiato. Quando invece l'autrice contiene la propria logorrea e il numero di pagine, regala delle assolute perle di fumetto giapponese: alcune side e extra stories sono godibilissime nella loro brevità e beffardamente palesano le ingenuità della trattazione della coppia principale. Non è un caso che il personaggio universalmente riconosciuto come migliore sia il più aleatorio, quell'Hideaki Asaba il cui passato è un mistero e la cui delicata sensibilità è ben visibile sotto il fare da esuberante gigolò.
I disegni non sono un gran ché. Seguono con puntiglio gli stilemi degli shoujo anni '90 - corpi alti e magrissimi, occhioni espressivi, volti efebici, feticismo del petalo - senza farsi ricordare e, soprattutto, privi di dettagli nel design che permettano di distinguere facilmente un personaggio dall'altro. È perciò reputabile un difetto l'abuso di primissimi piani per mascherare la pochezza degli sfondi, mentre sono apprezzabili le vignette interamente coperte da retini e inchiostro che richiamano all'espressionismo astratto. Il tratto peggiora negli ultimi volumi, probabilmente a causa di una restrizione delle scadenze; le tavole a colori sono invece sempre bruttine.
In conclusione manga e l'anime di Karekano sono involontariamente complementari: come l'uno è un'esperienza completa e istruttiva ma pedante nell'approfondimento dei soggetti osservati, il secondo pur nella discontinuità conserva la freschezza e l'ironia dei primi volumi, con il tocco di un istrione alla regia. Due medium diversi e ugualmente pregevoli, resta tuttavia l' amarezza per l'eccellenza che avrebbero potuto rappresentare nel panorama shoujo dopo una accorta revisione; entrambi da provare per cultura e da amare se riuscite ad entrare in sintonia con gli autori e la loro visione del mondo.
Kareshi Kanojo no Jijō racconta le vicende di Yukino Miyazawa e Soichiro Arima, due studenti modello in una prestigiosa scuola pubblica in serrata competizione con se stessi e con il prossimo per primeggiare in ogni campo, anche se per ragioni diverse. Un giorno l'uno scopre per caso il vero volto dell'altra - rozza, testarda, opportunista, egocentrica e vanesia - e la ricatta di spifferare tutto ai suoi compagni di classe se non sottostarà ai suoi ordini. Questo permetterà ai due di passare molto tempo assieme, rivelarsi e innamorarsi. In realtà lo spazio dedicato al pre-fidanzamento occupa solamente i primi due volumi; questa scelta permette all'autrice di staccarsi dalle convenzioni del genere shoujo e affrontare il campo fino ad allora poco esplorato delle dinamiche di coppia, oltre che approfondire le vicende sentimentali dei numerosi comprimari.
Il manga è diviso nettamente in tre archi narrativi: il primo è focalizzato sull'esperienza scolastica di Yukino (volumi 1-9), il secondo riguarda la parabola autodistruttiva di Soichiro (10-16) e l'ultimo (17-21) il più breve e a mio avviso il meno riuscito, si impunta sul melodramma familiare dimenticandosi di imbastire una conclusione dignitosa.
La prima cosa che salta all'occhio sfogliando un qualsiasi volume è la mole di testo presente, fra i dialoghi dei personaggi, i loro lunghi monologhi interiori e gli invasivi interventi della Tsuda, stranamente spesso incastrati a piè o a lato delle tavole. Le tavole panoramiche sono pochissime, ancor meno i bordi bianchi o neri che, pur nel rispetto dei codici del fumetto orientale, di solito vengono usati per dare respiro tra una vignetta e l' altra. La lettura ne risulta affaticata, a tratti pesante, anche per via delle non facili tematiche affrontate. Karekano infatti appartiene più al campo del dramma psicologico che a quello della commedia romantica: ogni personaggio è inserito in un contesto che permette a lui - e di conseguenza al fruitore dell' opera - di meditare a lungo sul suo modo di fare per conoscersi e perfezionarsi. Yukino, Soichiro, Tsubasa, Tonami sono liceali che per salvare il proprio io ferito hanno eretto intorno ad esso un guscio fatto di ipocrisia e pacata indifferenza. L'amore raccontato è un mezzo per raggiungere la felicità, una disperata ricerca di qualcuno per il quale vivere onestamente. L'analisi di Masami Tsuda sulle sue creature è viscerale e serratissima, operata attraverso un rigoroso metodo psicanalitico che non dà scampo al lettore di esulare dal suo pensiero. Quando, ad esempio, ci si trova di fronte ad eventi particolarmente drammatici e basterebbero le immagini a far riflettere la mangaka irrompe con un fiume esplicativo di parole o, ancor peggio, con le sue esternazioni a latere di quanto sia buono il cibo giapponese e dei suoi disperati tentativi di dimagrire. Per fortuna il fastidio è colmato dal continuo inserimento di nuovi personaggi e dalle scenette comiche e romantiche che permettono, anche se per poco, di tirare il fiato. Quando invece l'autrice contiene la propria logorrea e il numero di pagine, regala delle assolute perle di fumetto giapponese: alcune side e extra stories sono godibilissime nella loro brevità e beffardamente palesano le ingenuità della trattazione della coppia principale. Non è un caso che il personaggio universalmente riconosciuto come migliore sia il più aleatorio, quell'Hideaki Asaba il cui passato è un mistero e la cui delicata sensibilità è ben visibile sotto il fare da esuberante gigolò.
I disegni non sono un gran ché. Seguono con puntiglio gli stilemi degli shoujo anni '90 - corpi alti e magrissimi, occhioni espressivi, volti efebici, feticismo del petalo - senza farsi ricordare e, soprattutto, privi di dettagli nel design che permettano di distinguere facilmente un personaggio dall'altro. È perciò reputabile un difetto l'abuso di primissimi piani per mascherare la pochezza degli sfondi, mentre sono apprezzabili le vignette interamente coperte da retini e inchiostro che richiamano all'espressionismo astratto. Il tratto peggiora negli ultimi volumi, probabilmente a causa di una restrizione delle scadenze; le tavole a colori sono invece sempre bruttine.
In conclusione manga e l'anime di Karekano sono involontariamente complementari: come l'uno è un'esperienza completa e istruttiva ma pedante nell'approfondimento dei soggetti osservati, il secondo pur nella discontinuità conserva la freschezza e l'ironia dei primi volumi, con il tocco di un istrione alla regia. Due medium diversi e ugualmente pregevoli, resta tuttavia l' amarezza per l'eccellenza che avrebbero potuto rappresentare nel panorama shoujo dopo una accorta revisione; entrambi da provare per cultura e da amare se riuscite ad entrare in sintonia con gli autori e la loro visione del mondo.