Recensione
Dragon Ball
1.0/10
Recensione di Ihei Misawa
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Prima di iniziare la recensione vera e propria, ci tengo a fare una premessa. Spinto dall'enorme successo della serie tv andata in onda su Italia 1 nel lontano 2001, in quell'anno mi avvicinai per la prima volta al mondo dei manga proprio con Dragon Ball. Come me, in tanti sono cresciuti con Goku & company. Ma se nel 2001 avevo nove anni, ora che ne ho ventuno mi sono accorto che ci sono molte cose che non quadrano. Innanzitutto, bisogna tener presente che Akira Toriyama non ha mai brillato per originalità, essendo un citazionista. Se Dr.Slump era un chiaro rimando ad Astro Boy del compianto Osamu Tezuka, Dragon Ball è praticamente tratto da Boku no Son Gokū, Saiyuki e The Monkey dello stesso Tezuka, che a sua volta si ispirò all'antico e famoso romanzo cinese "Viaggio in Occidente". Aggiungerei anche che la storia di Goku ricorda a tratti quella di Kal-El (coincidenza?). Ma venendo al nocciolo della questione, i principali enormi difetti di Dragon Ball sono i seguenti:
1) Il titolo stesso. Valori e temi importanti come sacrificio e morte perdono ogni significato con le sfere del drago. Proprio così, con quest'ultime si può persino resuscitare i defunti, e addirittura rigenerare pianeti distrutti.
2) Prodotto di scarsa qualità. Soprattutto nella parte iniziale (ma anche verso l'epilogo) Dragon Ball ricorda molto i film trash del tipo "Giovannona Coscialunga", pieno di allusioni sessuali (da notare che Bulma Brief significa letteralmente mutandine strette), tanto che si è dovuto subito intervenire con la censura negli adattamenti dei testi, e questo ovviamente mostra il lato perverso di una parte del Giappone che avrebbe poi sempre più degenerato nel corso degli anni (attualmente siamo ai massimi storici), e nonostante l'assenza quasi totale di valori, una storia insignificante ed una trama piatta, scontata fin dall'inizio e a dir poco ripetitiva, con incongruenze a tutto spiano e disegni da terza elementare, il fin troppo banale Dragon Ball ha avuto successo in tutto il mondo. Ah, e da qui sono nati i vari Oda, Kishimoto, Kubo e Mashima, non bisogna dimenticarlo.
Quindi, concludendo la recensione, Dragon Ball è un prodotto puramente commerciale, che ancora oggi vive, perché sospinto da un forte merchandising che tra action figures, videogiochi, film di serie B animati (per esempio Battle Of Gods) e non (Dragonball Evolution e The Magic Begins), ed è seguito dai giovanissimi.
1) Il titolo stesso. Valori e temi importanti come sacrificio e morte perdono ogni significato con le sfere del drago. Proprio così, con quest'ultime si può persino resuscitare i defunti, e addirittura rigenerare pianeti distrutti.
2) Prodotto di scarsa qualità. Soprattutto nella parte iniziale (ma anche verso l'epilogo) Dragon Ball ricorda molto i film trash del tipo "Giovannona Coscialunga", pieno di allusioni sessuali (da notare che Bulma Brief significa letteralmente mutandine strette), tanto che si è dovuto subito intervenire con la censura negli adattamenti dei testi, e questo ovviamente mostra il lato perverso di una parte del Giappone che avrebbe poi sempre più degenerato nel corso degli anni (attualmente siamo ai massimi storici), e nonostante l'assenza quasi totale di valori, una storia insignificante ed una trama piatta, scontata fin dall'inizio e a dir poco ripetitiva, con incongruenze a tutto spiano e disegni da terza elementare, il fin troppo banale Dragon Ball ha avuto successo in tutto il mondo. Ah, e da qui sono nati i vari Oda, Kishimoto, Kubo e Mashima, non bisogna dimenticarlo.
Quindi, concludendo la recensione, Dragon Ball è un prodotto puramente commerciale, che ancora oggi vive, perché sospinto da un forte merchandising che tra action figures, videogiochi, film di serie B animati (per esempio Battle Of Gods) e non (Dragonball Evolution e The Magic Begins), ed è seguito dai giovanissimi.