Recensione
Tetsuwan Girl
10.0/10
Tetsuwan Girl, di Tsutomu Takahashi, è un manga come pochi. Non solo perché riesce a sposare la denuncia di tematiche complesse quali il razzismo e il sessismo e a trattarle molto approfonditamente, ma anche perché nell'opera sono distinguibili diversi argomenti secondari che verrebbero messi in ombra da molti autori, ma non da Takahashi. Perché egli, in questi nove volumi, ha voluto parlare di quelli che per lui sono chiaramente temi molto importanti. E riesce a farlo in maniera del tutto personale, mai stereotipata o banale.
Tsutomu-sensei ha anche avuto la brillante intuizione di fondere questi argomenti attraverso qualcosa che potesse accomunarli, e per farlo utilizza un collante: il baseball. Esatto, perché questo non è, come a molti potrebbe sembrare, un manga sportivo, bensì un seinen a tutti gli effetti. Lo sport infatti non è altro che una scusa, un pretesto per mostrare ai lettori qualcosa di molto più grande e complesso. Ma andiamo con ordine.
Si può dire che in Tetsuwan Girl si possano trovare due temi principali. Primo: l'umiliazione e la discriminazione a cui un popolo vincente sottopone quello perdente. In questo caso si parla rispettivamente di Stati Uniti e Giappone, ma il discorso è applicabile per qualsiasi due nazioni che nella storia abbiano avuto un rapporto di questo genere. E infatti quest'opera è ambientata nel 1945, poco dopo la fine del più grande conflitto dell'umanità, dove un Giappone distrutto e umiliato è costretto a vivere all'ombra della vittoriosa America. Gli statunitensi considerano i "Jap" poco più che scimmie, esseri inferiori, non in grado di competere in alcun modo con la grande e potente nazione a stelle e strisce. Anche da questo nasce la voglia di rivalsa della protagonista, Tome Kano, nei confronti di coloro che hanno umiliato il suo popolo e la sua patria. Questo è forse il tema centrale della prima parte del manga (quella che va dal primo al sesto volume), e che proprio sul finire del numero sei, si mostrerà in tutta la sua durezza e crudeltà.
Secondo: il femminismo. In quegli anni in cui, forse proprio grazie alla guerra, le donne iniziavano a capire di non poter più essere considerate inferiori agli uomini, è Tome a essere presa ad esempio dal genere femminile giapponese. Perché lei è tutto quello che molte donne vorrebbero essere: bella, forte, determinata. E si troverà, quasi suo malgrado, a farsi carico della volontà di tutte loro, per portare in Giappone (e in tutto il mondo) la nascita di una nuova era, in cui la figura della donna non si limita più a quella di madre e casalinga. E non è un caso che il baseball sia uno degli sport maschili per eccellenza: Takahashi urla, attraverso la figura quasi utopica di Tome, che non c'è niente che un uomo sia in grado di fare e una donna no.
E non finisce qui. Perché dal sesto volume entra in scena un protagonista assolutamente inaspettato: l'amore. Pensate che tutte le storie d'amore siano ripetitive e banali? Non avete letto Tetsuwan Girl. Takahashi riesce a dare a questo sentimento una forma molto personale, che non si limita al semplice, estremo affetto, ma va ben oltre. Sconfina nella disperazione e nel sacrificio, attraverso il viaggio che Tome compirà per poter rincontrare l'uomo della sua vita, e che la porterà quasi a perdere tutto ciò che ha.
Infine, il baseball. Un pretesto che comunque può essere un motivo in più per dedicarsi alla lettura di questo capolavoro. Sia chiaro, non troverete partite particolarmente curate come in vero manga sportivo, ma se amate questo sport state pur certi che riuscirete comunque ad apprezzare questo aspetto al massimo della sua potenzialità.
Parliamo ora della grafica. Onestamente, il tratto di Takahashi è uno di quelli che preferisco in assoluto: sporco, grezzo, graffiato. Un disegno che, dietro un'apparente superficialità, nasconde paesaggi curatissimi e particolareggiati, volti definiti perfettamente e scene d'azione perfettamente delineate. L'autore sa ben distinguere quali sono gli elementi importanti delle sue tavole e si concentra su essi, lasciando in secondo piano gli elementi superflui. Vi capiterà spesso di trovare pagine in cui i personaggi principali sono definiti con meticolosità mentre i secondari sono quasi lasciati al caso, solo abbozzati. Questo è sicuramente uno dei tratti distintivi di Takahashi, e uno di quelli che meglio potrete apprezzare in quest'opera.
Riassumendo, non ho dubbi sul fatto che quest'opera si possa definire un capolavoro. Takahashi è riuscito a mescolare magistralmente tematiche così diverse e difficoltose da trattare, rimanendo sempre coerente con le sue idee, fermandosi quando opportuno e accelerando il ritmo dove ve n'era la necessità. E riuscendo, perché no, anche a emozionare e commuovere il lettore. Se cercate qualcosa di diverso, un seinen originale e che vi faccia riflettere, questo è il manga che fa per voi. Dieci pieno.
Tsutomu-sensei ha anche avuto la brillante intuizione di fondere questi argomenti attraverso qualcosa che potesse accomunarli, e per farlo utilizza un collante: il baseball. Esatto, perché questo non è, come a molti potrebbe sembrare, un manga sportivo, bensì un seinen a tutti gli effetti. Lo sport infatti non è altro che una scusa, un pretesto per mostrare ai lettori qualcosa di molto più grande e complesso. Ma andiamo con ordine.
Si può dire che in Tetsuwan Girl si possano trovare due temi principali. Primo: l'umiliazione e la discriminazione a cui un popolo vincente sottopone quello perdente. In questo caso si parla rispettivamente di Stati Uniti e Giappone, ma il discorso è applicabile per qualsiasi due nazioni che nella storia abbiano avuto un rapporto di questo genere. E infatti quest'opera è ambientata nel 1945, poco dopo la fine del più grande conflitto dell'umanità, dove un Giappone distrutto e umiliato è costretto a vivere all'ombra della vittoriosa America. Gli statunitensi considerano i "Jap" poco più che scimmie, esseri inferiori, non in grado di competere in alcun modo con la grande e potente nazione a stelle e strisce. Anche da questo nasce la voglia di rivalsa della protagonista, Tome Kano, nei confronti di coloro che hanno umiliato il suo popolo e la sua patria. Questo è forse il tema centrale della prima parte del manga (quella che va dal primo al sesto volume), e che proprio sul finire del numero sei, si mostrerà in tutta la sua durezza e crudeltà.
Secondo: il femminismo. In quegli anni in cui, forse proprio grazie alla guerra, le donne iniziavano a capire di non poter più essere considerate inferiori agli uomini, è Tome a essere presa ad esempio dal genere femminile giapponese. Perché lei è tutto quello che molte donne vorrebbero essere: bella, forte, determinata. E si troverà, quasi suo malgrado, a farsi carico della volontà di tutte loro, per portare in Giappone (e in tutto il mondo) la nascita di una nuova era, in cui la figura della donna non si limita più a quella di madre e casalinga. E non è un caso che il baseball sia uno degli sport maschili per eccellenza: Takahashi urla, attraverso la figura quasi utopica di Tome, che non c'è niente che un uomo sia in grado di fare e una donna no.
E non finisce qui. Perché dal sesto volume entra in scena un protagonista assolutamente inaspettato: l'amore. Pensate che tutte le storie d'amore siano ripetitive e banali? Non avete letto Tetsuwan Girl. Takahashi riesce a dare a questo sentimento una forma molto personale, che non si limita al semplice, estremo affetto, ma va ben oltre. Sconfina nella disperazione e nel sacrificio, attraverso il viaggio che Tome compirà per poter rincontrare l'uomo della sua vita, e che la porterà quasi a perdere tutto ciò che ha.
Infine, il baseball. Un pretesto che comunque può essere un motivo in più per dedicarsi alla lettura di questo capolavoro. Sia chiaro, non troverete partite particolarmente curate come in vero manga sportivo, ma se amate questo sport state pur certi che riuscirete comunque ad apprezzare questo aspetto al massimo della sua potenzialità.
Parliamo ora della grafica. Onestamente, il tratto di Takahashi è uno di quelli che preferisco in assoluto: sporco, grezzo, graffiato. Un disegno che, dietro un'apparente superficialità, nasconde paesaggi curatissimi e particolareggiati, volti definiti perfettamente e scene d'azione perfettamente delineate. L'autore sa ben distinguere quali sono gli elementi importanti delle sue tavole e si concentra su essi, lasciando in secondo piano gli elementi superflui. Vi capiterà spesso di trovare pagine in cui i personaggi principali sono definiti con meticolosità mentre i secondari sono quasi lasciati al caso, solo abbozzati. Questo è sicuramente uno dei tratti distintivi di Takahashi, e uno di quelli che meglio potrete apprezzare in quest'opera.
Riassumendo, non ho dubbi sul fatto che quest'opera si possa definire un capolavoro. Takahashi è riuscito a mescolare magistralmente tematiche così diverse e difficoltose da trattare, rimanendo sempre coerente con le sue idee, fermandosi quando opportuno e accelerando il ritmo dove ve n'era la necessità. E riuscendo, perché no, anche a emozionare e commuovere il lettore. Se cercate qualcosa di diverso, un seinen originale e che vi faccia riflettere, questo è il manga che fa per voi. Dieci pieno.