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6.0/10
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Vincitore del Kodansha Manga Award nel 1997? Miglior disaster manga mai scritto? Queste sono le premesse con le quali ho deciso di leggere questo manga che in 10 numeri doveva soddisfare grandi aspettative.Inizia la lettura con un primo numero incredibile, lasciatemelo dire: un disastro ferroviario all'interno di una galleria, una scolaresca decimata a soli tre superstiti, buio, freddo, la paura di non trovare una via di fuga, ignari di come tutto ciò sia potuto succedere. Disegni cupi che rendono perfettamente il buio della galleria e la paura dei ragazzi.
La mia lettura è continuata repentina e in breve ho letto la prima metà dei volumi cercando di arrivare curioso al finale dove tutti gli enigmi si sarebbero sciolti. Ma proprio qui è il problema: un finale scialbo e veramente noioso. Tutta l'opera gira attorno ad un gigantesco "perché" che non arriva con chiarezza nemmeno nel finale. Nonostante l'impeccabile stile grafico che perfettamente riesce a rendere i toni cupi di una catastrofe, la narrazione non lascia minimamente colpiti.
Personaggi banali, visti e rivisti in tanti altri manga, e dialoghi anch'essi privi di spessore.
Sicuramente una cosa va detta: questo manga è stato scritto nel 1997 e da lettore ultra aggiornato mi trovo oggi ad aver letto altre opere più recenti secondo me migliori seguendo questa chiave di lettura.
Se vogliamo invece analizzarlo in maniera più profonda il manga diventa una metafora perfetta della paura umana, un mostro senza fine e vero nemico dell'uomo. Questa seconda chiave di lettura riesce a rivalutare fortemente l'opera e ne è secondo me il motivo di tanto successo.
Per questo sconsiglio il manga a chi vuole una lettura leggera, o semplicemente dalle tinte horror. Chi riesce ad andare oltre alla narrazione e vuole un prodotto maturo e riflessivo può invece certamente correre in fumetteria ad acquistarne il primo numero.