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"Stardust Crusaders" si pone come il terzo capitolo della saga ma sotto vari aspetti lo si potrebbe definire il primo vero "JoJo". Araki dopo aver sperimentato con "Phantom Blood" e "Battle Tendency" giunge alla sua consacrazione capovolgendo completamente le dinamiche di genere. In questa serie, con la resurrezione del malvagio Dio Brando, emergono dei nuovi poteri denominati "stand": un'emanazione spirituale di individui eccezionali che proiettano una figura di forma umanoide, animale, ibrida, materiale o astratta che si caratterizza attraverso dei poteri e delle proprietà uniche. Araki rimodella se stesso rendendo la storia molto più complessa e i duelli sempre più raffinati. Un vento carico di novità che trova nel suo protagonista un portabandiera emblematico e calzante: Jotaro Kujo... il terzo JoJo. Non a caso uno dei più amati dell'universo di Araki, e non solo per le sue doti eccezionali, ma soprattutto per il suo temperamento, il suo acume strategico e il suo sangue freddo. Jotaro non parla molto, ma quando decide di farlo non si può fare altro che rimanerne incantati. Un leader silenzioso che rende ogni suo scontro unico e mai banale. Ad un grande protagonista occorre un rivale adatto per poter infiammare l'animo del lettore e direi che Dio Brando fa decisamente la sua bella figura. Dall'ombra della sua "torre d'avorio" muove le fila restando comunque una figura ingombrante. La sua mano invisibile la si può vedere danzare su questa scacchiera di fanti mandanti al macello, e lui è il re più difficile da imbrigliare, il giocatore più astuto che possiede sempre un piano di riserva. I disegni sono audaci, giocano con le emozioni e osano molto più rispetto alle precedenti serie. Non manca il solito umorismo tagliente di Araki e il suo immenso bagaglio culturale che si snoda attraverso citazioni sopraffine soprattutto in ambito musicale. Come voto ho messo 8 ma consideratelo un 8,5... serve aggiungere altro? Dai su!!! Correte a leggerlo!!!