Recensione
Caro Fratello
9.5/10
L'incipit della storia è molto semplice: Nanako, al primo anno di liceo riesce ad entrare in un rinomato club chiamato Sonority, presieduto da Fukiko, studentessa molto ammirata detta "Lady Miya", anche presidentessa del consiglio studentesco. Tutto sembra bello, ma non è sempre oro quel che luccica, come si suol dire.
Molte volte la forza di un'opera è "come racconta" ed indubbiamente anche per CF è così. I ritmi sono fascinosamente "lenti" e cadenzati, intervallati da lampi che mettono in risalto i personaggi e le loro emozioni. Parla soprattutto di debolezze e ossessioni, come quella di Miya per il potere, della fragilità psicologica di Rei, del "trauma" di Mariko, dell'invidia di Aya... La stessa granitica Kaoru si scoprirà avere un problema.
Raffrontandosi con questi personaggi, e coadiuvata dall'amica del cuore Nanako, la protagonista passerà in un vortice di emozioni che la faranno maturare e prendere delle decisioni importanti.
Ad arricchire il tutto vi è anche la classica narrazione epistolare tra lei e Takehiko, suo insegnante delle scuole medie e fratellastro, che non riesce a perdonare il padre per aver lasciato lui e la madre.
Unici "difetti", diciamo, sono un paio di alleggerimenti nel finale rispetto a come si conclude il fumetto, della stessa autrice di "Lady Oscar".
Il comparto grafico è molto curato e dopo venticinque anni fa ancora la sua figura. Lo stile di disegno per alcuni personaggi ricorda un po "Jenny la tennista" (LM sembra la sorella di Reika Ross), mentre per altri assomiglia a quello che verrà adottato negli OAV di "Black Jack", altra produzione della Tezuka Productions.
All'uscita in home video, la Yamato mise delle versioni strumentali della OP e della ED, mentre nei passaggi TV si può ascoltare la sigla dei Cavalieri del Re, di nuovo in sella dopo tanto!
Per concludere, un'opera che fa delle esagerazioni del quotidiano la sua forza e che mi ha molto emozionato.
Molte volte la forza di un'opera è "come racconta" ed indubbiamente anche per CF è così. I ritmi sono fascinosamente "lenti" e cadenzati, intervallati da lampi che mettono in risalto i personaggi e le loro emozioni. Parla soprattutto di debolezze e ossessioni, come quella di Miya per il potere, della fragilità psicologica di Rei, del "trauma" di Mariko, dell'invidia di Aya... La stessa granitica Kaoru si scoprirà avere un problema.
Raffrontandosi con questi personaggi, e coadiuvata dall'amica del cuore Nanako, la protagonista passerà in un vortice di emozioni che la faranno maturare e prendere delle decisioni importanti.
Ad arricchire il tutto vi è anche la classica narrazione epistolare tra lei e Takehiko, suo insegnante delle scuole medie e fratellastro, che non riesce a perdonare il padre per aver lasciato lui e la madre.
Unici "difetti", diciamo, sono un paio di alleggerimenti nel finale rispetto a come si conclude il fumetto, della stessa autrice di "Lady Oscar".
Il comparto grafico è molto curato e dopo venticinque anni fa ancora la sua figura. Lo stile di disegno per alcuni personaggi ricorda un po "Jenny la tennista" (LM sembra la sorella di Reika Ross), mentre per altri assomiglia a quello che verrà adottato negli OAV di "Black Jack", altra produzione della Tezuka Productions.
All'uscita in home video, la Yamato mise delle versioni strumentali della OP e della ED, mentre nei passaggi TV si può ascoltare la sigla dei Cavalieri del Re, di nuovo in sella dopo tanto!
Per concludere, un'opera che fa delle esagerazioni del quotidiano la sua forza e che mi ha molto emozionato.