Recensione
Death Parade
9.5/10
Per recensire "Death Parade" intendo procedere per punti, esaminando gli elementi fondamentali dell’opera ed evidenziando, qualora siano presenti, note di merito, o demerito.
Iniziamo dunque dall’ambientazione. L’aldilà è solitamente trattato come un mondo al quale gli umani, eccezion fatta per personaggi speciali, non posso accedere, per svariate ragioni. In "Death Parade", tuttavia, questo non avviene, poiché l’intero anime è strutturato nel mondo dell’oltretomba, che sappiamo essere strutturato verticalmente, all’interno di un’altissima torre. Qui troviamo (a mio parere) la prima nota di demerito, poiché ci vengono dati ben pochi dettagli riguardo la gerarchia dei giudici dell’aldilà, tanto quanto è scarna la descrizione del luogo nel quale veniamo catapultati fin dal primo istante della serie. Questo alone di mistero e mancanza di informazioni portano, tuttavia, a rimanere incollati allo schermo, bramando dettagli su dettagli che, purtroppo, non verranno mai forniti, lasciando in parte con l’amaro in bocca. Sul piano estetico, ritengo che l’ambiente sia assolutamente azzeccato: inquietante al punto giusto per l’arredamento e l’uso delle luci, intrigante per la presenza di elementi che pian piano assumono senso nel corso della storia.
I personaggi sono relativamente pochi, o meglio, nessun personaggio è inutile o serve semplicemente come comparsa nei diversi luoghi. Caratterizzati in modo eccellente sul piano psicologico, fisicamente sono piuttosto classici, scelta stilistica perfetta per portare lo spettatore a focalizzarsi sulla psiche di ognuno. Come avviene per l’ambientazione, possediamo ben poche informazioni sulla storia dei giudici, figure che rimarranno sempre misteriose.
Il susseguirsi degli eventi, col procedere degli episodi, potrebbe risultare ripetitivo e noioso, se non fosse per il fatto che non mancano colpi di scena e situazioni intriganti, che permettono di seguire la serie senza addormentarsi davanti allo schermo ed, anzi, risvegliare l’attenzione nei momenti più importanti.
I disegni sono oggettivamente ben fatti, molto semplici, ma evidentemente unici nello stile, ragion per cui, dal punto di vista estetico, questa seria mette d’accordo davvero tutti.
Ho quindi intenzione di prestare attenzione alla colonna sonora, a mio parere uno dei maggiori punti di forza di "Death Parade". L’opening, sempre uguale per tutti e dodici gli episodi, è a dir poco magnifica. Incalzante, potente e ballabile, tiene alta l’attenzione fin dall’inizio di ogni puntata, discostandosi decisamente dai molti momenti cupi, riflessivi e commoventi che danno un senso alla storia nel suo insieme. I brani scelti di sottofondo sono stati scelti altrettanto meticolosamente ed enfatizzano incredibilmente determinate situazioni e sensazioni, rendendo alcuni eventi indimenticabili. L’ending, d’altro canto, non è da meno. Il brano è perfetto per concludere gli episodi, ognuno dei quali (o quasi) è fine a sé stesso.
Insomma, come credo si sia capito, ho davvero amato questa serie. I temi vengono trattati in maniera seria, forte e logica, incalzando a riflettere sul vero significato della vita e, se vogliamo, toccando tematiche secondarie, a cui l’autore lascia libera interpretazione. Ci sono pecche evidenti: buchi storici e ambientali, mancanza di chiarezza dal punto di vista “sociale e politico” per quanto riguarda i personaggi. Nonostante questo, però, "Death Parade" eccelle sotto molti punti di vista, diventando, dunque, un anime che consiglio vivamente di guardare, a prescindere dalla tipologia preferita.
Iniziamo dunque dall’ambientazione. L’aldilà è solitamente trattato come un mondo al quale gli umani, eccezion fatta per personaggi speciali, non posso accedere, per svariate ragioni. In "Death Parade", tuttavia, questo non avviene, poiché l’intero anime è strutturato nel mondo dell’oltretomba, che sappiamo essere strutturato verticalmente, all’interno di un’altissima torre. Qui troviamo (a mio parere) la prima nota di demerito, poiché ci vengono dati ben pochi dettagli riguardo la gerarchia dei giudici dell’aldilà, tanto quanto è scarna la descrizione del luogo nel quale veniamo catapultati fin dal primo istante della serie. Questo alone di mistero e mancanza di informazioni portano, tuttavia, a rimanere incollati allo schermo, bramando dettagli su dettagli che, purtroppo, non verranno mai forniti, lasciando in parte con l’amaro in bocca. Sul piano estetico, ritengo che l’ambiente sia assolutamente azzeccato: inquietante al punto giusto per l’arredamento e l’uso delle luci, intrigante per la presenza di elementi che pian piano assumono senso nel corso della storia.
I personaggi sono relativamente pochi, o meglio, nessun personaggio è inutile o serve semplicemente come comparsa nei diversi luoghi. Caratterizzati in modo eccellente sul piano psicologico, fisicamente sono piuttosto classici, scelta stilistica perfetta per portare lo spettatore a focalizzarsi sulla psiche di ognuno. Come avviene per l’ambientazione, possediamo ben poche informazioni sulla storia dei giudici, figure che rimarranno sempre misteriose.
Il susseguirsi degli eventi, col procedere degli episodi, potrebbe risultare ripetitivo e noioso, se non fosse per il fatto che non mancano colpi di scena e situazioni intriganti, che permettono di seguire la serie senza addormentarsi davanti allo schermo ed, anzi, risvegliare l’attenzione nei momenti più importanti.
I disegni sono oggettivamente ben fatti, molto semplici, ma evidentemente unici nello stile, ragion per cui, dal punto di vista estetico, questa seria mette d’accordo davvero tutti.
Ho quindi intenzione di prestare attenzione alla colonna sonora, a mio parere uno dei maggiori punti di forza di "Death Parade". L’opening, sempre uguale per tutti e dodici gli episodi, è a dir poco magnifica. Incalzante, potente e ballabile, tiene alta l’attenzione fin dall’inizio di ogni puntata, discostandosi decisamente dai molti momenti cupi, riflessivi e commoventi che danno un senso alla storia nel suo insieme. I brani scelti di sottofondo sono stati scelti altrettanto meticolosamente ed enfatizzano incredibilmente determinate situazioni e sensazioni, rendendo alcuni eventi indimenticabili. L’ending, d’altro canto, non è da meno. Il brano è perfetto per concludere gli episodi, ognuno dei quali (o quasi) è fine a sé stesso.
Insomma, come credo si sia capito, ho davvero amato questa serie. I temi vengono trattati in maniera seria, forte e logica, incalzando a riflettere sul vero significato della vita e, se vogliamo, toccando tematiche secondarie, a cui l’autore lascia libera interpretazione. Ci sono pecche evidenti: buchi storici e ambientali, mancanza di chiarezza dal punto di vista “sociale e politico” per quanto riguarda i personaggi. Nonostante questo, però, "Death Parade" eccelle sotto molti punti di vista, diventando, dunque, un anime che consiglio vivamente di guardare, a prescindere dalla tipologia preferita.