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Attenzione: la recensione contiene spoiler

"Noragami Aragoto" è la seconda serie prodotta nel 2015 dallo studio di produzione Bones, consta di ben tredici episodi.

La serie prosegue sulla scia della precedente, introducendo due nuovi archi narrativi che ho deciso di chiamare rispettivamente "Arco Bishamon" e "Arco Ebisu".

Come dice il nome stesso, l'arco Bishamon si concentra sulla figura della dea della guerra Bishamon e i suoi numerosissimi Strumenti Divini.
Quest'arco è stato particolarmente interessante e ha permesso un approfondimento di personaggi intravisti nella prima serie e l'introduzione di più e più personaggi non molto caratterizzati ma gestiti nel complesso abbastanza bene. Gli episodi, ben strutturati, si susseguivano con un ritmo incalzante che ho molto apprezzato, facendo finalmente luce sui motivi che spingono Bishamon ad odiare tanto e a voler uccidere il dio Yato. L'Arco Bishamon si conclude, a mio parere, piuttosto bene, senza forzature, lasciando comunque uno spiraglio aperto, quindi gli atti conclusivi di quest'arco non hanno definitivamente risolto il problema "intruso" che si ripresenterà in seguito, ma hanno risolto parzialmente la questione riguardante Yato, Kazuma e Bishamon, rivelando la verità sul passato che hanno in comune.

Tra i due archi, viene introdotto un tema già affrontato in precedenza e che viene rimarcato inutilmente, visto che se n'è parlato fin troppo nel corso della prima serie, ovvero ci si concentra nuovamente sulle perdite di memoria di Hiyori, rallentando la narrazione che risulta noiosa e ripetitiva.
Tuttavia questa tematica è dominante nell'arco dedicato ad Ebisu, uno dei sette dei della fortuna, che, se da un lato è un dio conosciuto e rispettato, dall'altro cerca di sfruttare o meglio addomesticare gli Spettri che popolano il mondo dei vivi, venendo meno alle regole da tempo stabilite dal Consiglio. In questa situazione c'è di mezzo anche il giovane dio in tuta Yato che, costretto a ubbidire agli ordini di suo padre, deve per forza collaborare con Nora per salvare la vita di Ebisu, che è stato erroneamente scambiato da tutti per l'incantatore. Perciò, tra le assenze ingiustificate di Yato e gli allenamenti di Yukine, si pone il tema della perdita di memoria di Hiyori, che si trova ad avere un "affettuoso scambio di confidenze" con un ragazzo che frequenta la sua scuola. Questa parentesi non segna molto la giovane Hiyori, ma si rivela avere delle ripercussioni nei capitoli a seguire, quelli che purtroppo mancano, essendo la serie animata conclusa con la qui presente serie.

Il finale dell'arco Ebisu, nonché finale della serie, è terribilmente aperto.
Si scopre l'attuale identità del padre di Yato, che risiede in un personaggio noto, si conclude la faccenda di Ebisu, cessano in parte le ostilità tra il dio in tuta e la dea della guerra Bishamon, e finalmente Yato taglia i ponti con Nora. E allora perché è un finale aperto? Perché molte risposte alle domande poste durante la prima e anche durante questa seconda serie continuano a non trovare risposta, alcuni personaggi non sono stati approfonditi o sono stati introdotti senza un apparente motivo, e ci sono ancora dei nemici in circolazione con piani diabolici in mente. Quindi no, per me "Noragami" merita una terza e anche una quarta stagione, per chiarire l'intera vicenda (visto che rimane indietro di ben dieci tankobon fatti di emozioni, combattimenti, approfondimenti, spiegazioni varie e tanto altro!).

La seconda serie guadagna decisamente punti con la caratterizzazione dei personaggi principali e soprattutto secondari. Purtroppo il personaggio di Hiyori non migliora, risultando sempre parecchio anonimo, Yato perde punti, mentre uno di quei personaggi amletici è "Kugaha".
L'introduzione di Kugaha nella prima parte è determinante, essendo il villain indiscusso dell'arco Bishamon, ma nella seconda parte fa nuovamente la sua apparizione per un motivo tuttora sconosciuto, una toccata e fuga, un momento c'è e l'altro è sparito. Obiettivamente non si comprende bene il perché, quindi ometterlo sarebbe stata una cosa giusta e più che lecita, se si ha intenzione di concludere la serie con la seconda stagione.
Sorprendentemente Ebisu mi ha stupita, è stato un bel personaggio e la sua caratterizzazione è stata davvero eccelsa, mi è piaciuto quel lato di Ebisu che prendeva sotto gamba la vita perché convinto della propria rinascita, poiché "E' un dio della fortuna!", "Tutti credono in lui!", "Non c'è nulla da temere, se non può farlo in questa vita, può sempre rinascere", e il confronto con Yato lo mette dinanzi a una realtà diversa da quella che aveva vissuto per tanti anni, e quel suo desiderio di non morire si manifesta in una scena superlativa. Davvero toccante.

Il comparto grafico è meraviglioso come nella prima serie. Ambientazioni discrete.
La ending non mi ha colpita, probabilmente perché non regge il confronto con la opening, aiutata da "Hey Kids!!" dei magnifici The Oral Cigarettes.

Voto: 8