Recensione
5 Cm al secondo
10.0/10
Recensione di AnthonySoma-sensei
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5 Centimetri al Secondo è la velocità a cui cadono i petali di ciliegio... tutto inizia da questa frase, da questo strano aneddoto che in qualche maniera stabilisce un legame profondamente radicato tra due ragazzini che frequentano le elementari: Takaki e Akari. Entrambi conducono uno stile di vita piuttosto caotico e movimentato a causa dei continui spostamenti lavorativi da parte dei genitori. Tuttavia ciò non basta per fermare la crescita esponenziale del loro intenso rapporto di amicizia, il quale gradualmente si trasforma in qualcosa di ancora più stupefacente, in qualcosa di ancora più profondo: Amore. Un amore genuinamente puro, così sincero, a cui nessuno avrebbe il coraggio di opporsi... eppure le cose non sempre vanno per il verso giusto, la vita è costellata anche da difficili situazioni da digerire, infatti questo vigoroso legame viene subito messo duramente alla prova, proprio da un trasferimento lavorativo obbligato da parte dei genitori di Takaki, in un'altra città del Giappone. Ci troviamo all'incirca agli inizi degli anni 80, dunque ancora non esiste la tecnologia moderna che consente di utilizzare i vari "Smartphone" o le varie "App", per potersi sentire e vedersi virtualmente sebbene trovandosi agli antipodi della Terra…
I due ragazzi devono affrontare una realtà molto più cruda e complessa, potendosi sentire solo attraverso delle missive e qualche rara volta a telefono. In questo frangente Shinkai non ha fatto altro che ridimensionare il concetto di amore, il quale molto spesso viene erroneamente definito come una forza che va al di là della nostra immaginazione, che può vincere su tutto e tutti, dunque una forza letteralmente Assoluta. Shinkai ha messo a nudo le debolezze e la fragilità di quest'energico e massiccio sentimento, poiché in fondo anche l'amore può essere influenzato, condizionato da alcuni fattori da non sottovalutare: la Distanza e il Tempo.
Il primo è quello più difficile da gestire, quello che frustra maggiormente, in quanto si ha le mani legate, si può fare davvero ben poco di fronte ad esso, tralasciando la sofferenza e la ricerca di un modo adeguato per andare avanti e a non pensare alla propria metà; il secondo, invece, non ha solo una valenza meramente negativa, ma anche positiva, poiché aiuta gradualmente a dimenticarsi sia del legame che dell'altro/a e principalmente a provare qualcosa di diverso. Dunque due fattori che se coadiuvati correttamente infliggono dei colpi non indifferenti alla relazione amorosa che c'è fra due persone; in quest'opera Shinkai non ha utilizzato mezzi termini, ha voluto descrivere l'amore secondo una matrice ultrarealistica, quasi al confine con la realtà (inteso non in senso fantastico o chimerico), ove questo stato d'animo non deve necessariamente essere associato a qualcosa di positivo e che ha sempre un happy ending, ma che molto spesso può distruggere oltre al rapporto tra l'uno e l'altro, anche le persone direttamente coinvolte, seppur in modo diverso.
D'altronde con l'affievolirsi del loro amore, la reazione da parte dei due protagonisti si può considerare diametralmente opposta: Akari ad un certo punto riesce a capire che i suoi sentimenti per Takaki difficilmente scompariranno dalla sua vita, tuttavia ciò che la spinge a superare questa drastica situazione è la consapevolezza di portare con sé questo enorme fardello per tutta la sua esistenza senza aver alcun tipo di rimpianto per ciò che ha provato; Takaki, invece, ha vissuto durante il periodo adolescenziale con la mera illusione che il suo amore avrebbe retto agli urti costanti sia della distanza che del tempo, solo in un secondo momento i suoi ingenui sentimenti si sono scontrati con la dura realtà. Takaki ha costruito una barriera invalicabile attorno a sé, ferendo gradualmente non solo se stesso in prima persona, ma anche tutti coloro che hanno provato ad approcciarsi a lui. Questa condizione nel protagonista è continuata a perdurare anche diversi anni dopo l'università, avendo problemi non solo nelle relazioni sociali e nel lavoro, ma anche influenzando negativamente i rapporti amorosi conseguentemente instaurati con altre ragazze. Tutta questa malinconia, questa tristezza è dovuta essenzialmente al fatto che il protagonista non è riuscito a superare il suo complesso stato d'animo e soprattutto non è riuscito a confidarsi mai con nessuno, restando imprigionato e legato incessantemente ai propri sentimenti.
Questo complesso impianto costruito da Shinkai, è coadiuvato dalla realizzazione di ottimi disegni, i quali sono riusciti a esprimere al meglio gli stati d'animo dei protagonisti, riuscendo a far immedesimare profondamente lo spettatore in tutta la narrazione riportata all'interno dei due volumi. Disegni che sono inoltre nettamente superiori a quelli che abbiamo apprezzato nell'anime. Un altro elemento molto interessante è l'utilizzo di una matrice spazio-temporale davvero molto limitata e poco dettagliata nel suo insieme, poiché in soli due volumi, lo spettatore ha assistito ad un arco temporale che ricopre ben quindici anni. Sebbene si tratti di tantissimo tempo, Shinkai è riuscito lo stesso a dare rilevanza a quegli aspetti più importanti che hanno consentito di avere una visione generale piuttosto soddisfacente, attraverso una caratterizzazione direi pressoché perfetta e accurata dei seppur pochi personaggi e di una trama piena di sfumature interessanti e malinconiche.
D'altronde anche il finale lascia un alone di mistero attorno al manga, che però segue i toni tristi e malinconici che abbiamo potuto apprezzare durante il corso di tutta la serie. Resta solamente un interrogativo, a mio modo di vedere, molto importante: se Shinkai avesse ambientato la storia ai giorni nostri, con l'avvento delle tecnologia moderne, la vicenda avrebbe preso effettivamente questa piega?
Naturalmente questa è un'altra storia, ma credo ci sarebbero stati più e più vie per mantenere un legame bellissimo che si è spezzato incessantemente col tempo… Prima di decidere il voto, ho riletto più e più volte molte parti del manga, perché dare il massimo dei voti significa comunque che l'opera abbia centrato correttamente delle tematiche molto importanti in modo adeguato e che poi soprattutto sia riuscito a dare un'impronta vigorosa sia alla trama che ai personaggi... e penso che in questo frangente Shinkai ci sia riuscito alla grande!
Il mio voto è il massimo... 10!
I due ragazzi devono affrontare una realtà molto più cruda e complessa, potendosi sentire solo attraverso delle missive e qualche rara volta a telefono. In questo frangente Shinkai non ha fatto altro che ridimensionare il concetto di amore, il quale molto spesso viene erroneamente definito come una forza che va al di là della nostra immaginazione, che può vincere su tutto e tutti, dunque una forza letteralmente Assoluta. Shinkai ha messo a nudo le debolezze e la fragilità di quest'energico e massiccio sentimento, poiché in fondo anche l'amore può essere influenzato, condizionato da alcuni fattori da non sottovalutare: la Distanza e il Tempo.
Il primo è quello più difficile da gestire, quello che frustra maggiormente, in quanto si ha le mani legate, si può fare davvero ben poco di fronte ad esso, tralasciando la sofferenza e la ricerca di un modo adeguato per andare avanti e a non pensare alla propria metà; il secondo, invece, non ha solo una valenza meramente negativa, ma anche positiva, poiché aiuta gradualmente a dimenticarsi sia del legame che dell'altro/a e principalmente a provare qualcosa di diverso. Dunque due fattori che se coadiuvati correttamente infliggono dei colpi non indifferenti alla relazione amorosa che c'è fra due persone; in quest'opera Shinkai non ha utilizzato mezzi termini, ha voluto descrivere l'amore secondo una matrice ultrarealistica, quasi al confine con la realtà (inteso non in senso fantastico o chimerico), ove questo stato d'animo non deve necessariamente essere associato a qualcosa di positivo e che ha sempre un happy ending, ma che molto spesso può distruggere oltre al rapporto tra l'uno e l'altro, anche le persone direttamente coinvolte, seppur in modo diverso.
D'altronde con l'affievolirsi del loro amore, la reazione da parte dei due protagonisti si può considerare diametralmente opposta: Akari ad un certo punto riesce a capire che i suoi sentimenti per Takaki difficilmente scompariranno dalla sua vita, tuttavia ciò che la spinge a superare questa drastica situazione è la consapevolezza di portare con sé questo enorme fardello per tutta la sua esistenza senza aver alcun tipo di rimpianto per ciò che ha provato; Takaki, invece, ha vissuto durante il periodo adolescenziale con la mera illusione che il suo amore avrebbe retto agli urti costanti sia della distanza che del tempo, solo in un secondo momento i suoi ingenui sentimenti si sono scontrati con la dura realtà. Takaki ha costruito una barriera invalicabile attorno a sé, ferendo gradualmente non solo se stesso in prima persona, ma anche tutti coloro che hanno provato ad approcciarsi a lui. Questa condizione nel protagonista è continuata a perdurare anche diversi anni dopo l'università, avendo problemi non solo nelle relazioni sociali e nel lavoro, ma anche influenzando negativamente i rapporti amorosi conseguentemente instaurati con altre ragazze. Tutta questa malinconia, questa tristezza è dovuta essenzialmente al fatto che il protagonista non è riuscito a superare il suo complesso stato d'animo e soprattutto non è riuscito a confidarsi mai con nessuno, restando imprigionato e legato incessantemente ai propri sentimenti.
Questo complesso impianto costruito da Shinkai, è coadiuvato dalla realizzazione di ottimi disegni, i quali sono riusciti a esprimere al meglio gli stati d'animo dei protagonisti, riuscendo a far immedesimare profondamente lo spettatore in tutta la narrazione riportata all'interno dei due volumi. Disegni che sono inoltre nettamente superiori a quelli che abbiamo apprezzato nell'anime. Un altro elemento molto interessante è l'utilizzo di una matrice spazio-temporale davvero molto limitata e poco dettagliata nel suo insieme, poiché in soli due volumi, lo spettatore ha assistito ad un arco temporale che ricopre ben quindici anni. Sebbene si tratti di tantissimo tempo, Shinkai è riuscito lo stesso a dare rilevanza a quegli aspetti più importanti che hanno consentito di avere una visione generale piuttosto soddisfacente, attraverso una caratterizzazione direi pressoché perfetta e accurata dei seppur pochi personaggi e di una trama piena di sfumature interessanti e malinconiche.
D'altronde anche il finale lascia un alone di mistero attorno al manga, che però segue i toni tristi e malinconici che abbiamo potuto apprezzare durante il corso di tutta la serie. Resta solamente un interrogativo, a mio modo di vedere, molto importante: se Shinkai avesse ambientato la storia ai giorni nostri, con l'avvento delle tecnologia moderne, la vicenda avrebbe preso effettivamente questa piega?
Naturalmente questa è un'altra storia, ma credo ci sarebbero stati più e più vie per mantenere un legame bellissimo che si è spezzato incessantemente col tempo… Prima di decidere il voto, ho riletto più e più volte molte parti del manga, perché dare il massimo dei voti significa comunque che l'opera abbia centrato correttamente delle tematiche molto importanti in modo adeguato e che poi soprattutto sia riuscito a dare un'impronta vigorosa sia alla trama che ai personaggi... e penso che in questo frangente Shinkai ci sia riuscito alla grande!
Il mio voto è il massimo... 10!