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7.0/10
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Il manga di Dr. Slump edito da Shueisha ebbe un successo incredibile che portò il personaggio di Arale a diventare una specie di commodity promozionale attraverso cui vendere qualsiasi tipo di prodotto, ma Akira Toriyama nel 1984 non ne poteva più di certi ritmi di lavoro e chiese una vacanza al suo redattore. Questa gli fu concessa solo a patto di lavorare al soggetto di un nuovo manga. Fu così che nacque Dragon Ball, che fu serializzato per più del doppio del suo predecessore e che ha raccolto una popolarità immensa, tale che ancora oggi si continuano a produrre sequel e svariati tipi di media ad esso ispirati. Il mio primo approccio a Dragon Ball avvenne alla fine degli anni 80 quando furono trasmessi i primi episodi dell'anime in TV e poi a meta' anni novanta quando fu il primo manga ad essere pubblicato in Italia con il senso di lettura originale invariato. Quindi sono riuscito a completarne la lettura solo pochi mesi fa in seguito ad un ritorno di fiamma verso i manga.

L'opera di Toriyama va annoverata in quel gruppo di battle shonen che fecero la fortuna di Shonen Jump a metà anni 80: a mio parere l'elemento innovativo di questa opera è il disegno. Il tratto di Toriyama è senza dubbio rivoluzionario nel genere, le sue linee sono più leggere e spigolose rispetto a quanto riscontrabile in Ken il guerriero, JoJo, Saint Seiya. Il character design e il mecha design sono dettagliatissimi e originali e risultano il vero marchio di fabbrica dell'autore. E' possibile dire che questa opera è una pietra miliare in quanto ha rivoluzionato la veste grafica degli shonen. Ho trovato invece davvero deludente l'evoluzione narrativa che a mio avviso segue un lento ma inesorabile declino qualitativo. Toriyama non sembra capace di costruire degli intrecci validi e se all'inizio sopperiva a questa mancanza creando degli archi narrativi più brevi e snelli, in seguito, vuoi per l'enorme successo dell'opera, vuoi per la necessità di arrivare a completare le tavole richieste per la settimana, si trova costretto ad allungare il brodo con dialoghi insulsi e sceneggiature ripetitive. La storia quindi si ripete ciclicamente con nemici nuovi ma sempre meno carismatici. L'evoluzione di Goku è inesistente e se da bambino il suo carattere poteva risultare simpatico, nell'età adulta risulta stucchevole e in un certo senso inutile. E tutto ciò è strano perché fino alla saga di Cell il manga, pur se dilatando al limite della noia alcuni combattimenti, risulta godibile ed avvincente. Il problema sta nella seconda metà del manga in cui non solo la sceneggiatura scade nella ripetitività ma anche il tratto di Toriyama perde di mordente rimanendo soffocato dal sovrautilizzo delle linee cinetiche che affollano le scene dei combattimenti.
In conclusione, Dragon Ball, pur essendo caratterizzato da un disegno buono e alcune trovate divertenti, soffre di una storia a lungo andare noiosa e ripetitiva, lasciando trasparire una certa stanchezza creativa dell'autore, cosa tipica di quei manga commerciali la cui serializzazione fa da traino alle riviste su cui sono pubblicati.