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Guardando "I figli del mare", non pensavo di trovarmi di fronte a un film così complesso e arcano nella trama e nel messaggio.

La prima parte del film, decisamente la migliore e più interessante, presenta i protagonisti, principalmente la problematica Ruka e poi Umi e Sora, e lo fa principalmente mostrando come questi si relazionano con gli altri e con il mondo circostante: i tre hanno infatti approcci e visioni della vita molto diverse tra loro, risultando piuttosto realistici e affascinanti; purtroppo però, nel corso del film, le occasioni in cui potranno mostrare i propri aspetti saranno abbastanza ridotte, rendendo così la caratterizzazione insufficiente e, alla fine, un po' insoddisfacente. Le premesse della trama sono piuttosto accattivanti e attirano subito l'attenzione degli spettatori, con un intreccio tra le vite dei tre ragazzi con la vita privata e familiare di Ruka.
La seconda parte è invece la più suggestiva, ma anche oscura, lasciando uno spazio fin troppo esagerato all'interpretazione; la vicenda si svolge intorno a un fantomatico "grande evento", che viene descritto come una nascita. Gli ultimi venti minuti del film presentano infatti una sequenza di animazioni estremamente fluide, luminescenti e stupefacenti che, a mio parere, vogliono paragonare la nascita di un essere umano con quella di un universo, un mondo di particelle che in relazione tra loro creano qualcosa di tanto magico quanto misterioso (per questa interpretazione la scena finale, dopo i titoli di coda, è essenziale).
Questa grossa apertura della seconda parte, con un finale che non conclude veramente la storia, lascia però quasi una sensazione di fastidio.

Le animazioni e la cura del disegno sono sicuramente il punto forte del film: ambientare la maggior parte della vicenda in mare o in un acquario ha infatti permesso di sfoderare disegni molto luminosi, coloratissimi, estremamente curati nel dettaglio, tanto da poter essere essi stessi emozionanti (a me non capita spesso) e da rendere la visione del film piacevole anche se non ci fosse una trama. A completare il quadro, anche la colonna sonora è molto bella, Joe Hisaishi è sempre una garanzia.

Nonostante ciò mi sento di assegnare un 7,5, che è comunque un buon voto, per via di tutti gli spunti a mio parere non ben sfruttati (le "promesse" della trama non sono proprio mantenute), lasciati a metà (i personaggi) o non affatto spiegati (il finale), tutte cose per cui il film avrebbe sicuramente goduto di qualche minuto in più di lunghezza.