Recensione
Ikigami - Annunci di morte
7.5/10
La trama è sintetizzata così dall'editore italiano, Panini Comics:
“Che cosa faresti se ti venisse detto che oggi è il tuo ultimo giorno di vita? Il governo nipponico ha legalizzato un incubo: notificare con un “ikigami” - un annuncio di morte - il decesso di una persona nelle successive 24 ore. Ogni giapponese porta in corpo una letale capsula velenosa pronta a dischiudersi per chi ha ricevuto un ikigami. Queste esecuzioni casuali si prefiggono di ricordare alla popolazione l’importanza della vita. Ogni volume ruota intorno a storie differenti delle persone che hanno ricevuto un “ikigami”, seguendole nelle ultime ventiquattro ore della loro esistenza”
«Ikigami» è un manga seinen di Motoro Mase, del 2005. Come mi capita spesso di fare, quando leggo o vedo opere che muovono una denuncia a un particolare aspetto della società odierna, sfrutto questi titoli come scusa per ricordare quanto animazione e fumetti non siano solo mero intrattenimento, in una buona percentuale dei casi.
«Ikigami» è una distopia, essenzialmente, in cui esiste un governo che ha subito messo in chiaro come si muoverà nei confronti del proprio popolo: viene presentata una democrazia con diritto di pensiero e parola, che non è altro che una mera facciata, perché democrazia non è. Perché la popolazione vive sapendo che la vita non gli appartiene, e a quel punto si può davvero parlare di democrazia, quando si fonda unicamente sul terrore?
Il merito della dicotomia tra giusto/sbagliato è rimarcato dalla presenza di un cast incredibile che Mase mette in scena. Non solo dai personaggi secondari (ogni volume mostra due storie singole diverse), ma soprattutto dal protagonista, incredibilmente realista, colto da dubbi, contraddizioni e incertezze, che si muove in un susseguirsi di gentilezze e sentimenti, contrastati da momenti di meschinità.
Attenzione: inizio parte contenente spoiler!
Il picco più alto lo si ha nei confronti della collega che gli interessa, che sembra simpatizzare per il movimento che intende abbattere un sistema totalitario, e che lui -per paura possa essere una spia- denuncia per primo, per paura di essere a sua volta additato come traditore.
Fine parte contenente spoiler
È proprio la paura il perno della storia. Perché il governo rappresentato pone come regola di somministrare pene severe oltre ogni immaginazione per chiunque si opponga a quanto deciso, tra cui morte e lavaggio del cervello.
I volumi risultano quindi intriganti sia per le storie singole, che mostrano reazioni diverse a seconda del personaggio (chi cercherà di sabotare il sistema per aver salva la vita, chi sfamerà la propria vendetta sapendo di non aver più niente da perdere, e chi si rassegnerà alla morte), sia per la macro-storia che vede coinvolto il protagonista che consegna le ikigami. Di certo c’è che Mase non mancherà di apporre la giusta attenzione su ogni dettaglio, né fallirà nel coinvolgere emotivamente il lettore.
Potrebbe risultare un difetto, per qualcuno, la ripetitività dei casi, che forse sono troppi e, in qualche caso, simili gli uni agli altri. Ma è un difetto di tutti i manga/anime che presentano volumi/episodi autoconclusivi.
Quanto ai disegni, conoscevo già il tratto di Mase dal manga «Heads», di Keigo Higashino, e risultano semplici, ma con un tratto pulito e piacevole.
“Che cosa faresti se ti venisse detto che oggi è il tuo ultimo giorno di vita? Il governo nipponico ha legalizzato un incubo: notificare con un “ikigami” - un annuncio di morte - il decesso di una persona nelle successive 24 ore. Ogni giapponese porta in corpo una letale capsula velenosa pronta a dischiudersi per chi ha ricevuto un ikigami. Queste esecuzioni casuali si prefiggono di ricordare alla popolazione l’importanza della vita. Ogni volume ruota intorno a storie differenti delle persone che hanno ricevuto un “ikigami”, seguendole nelle ultime ventiquattro ore della loro esistenza”
«Ikigami» è un manga seinen di Motoro Mase, del 2005. Come mi capita spesso di fare, quando leggo o vedo opere che muovono una denuncia a un particolare aspetto della società odierna, sfrutto questi titoli come scusa per ricordare quanto animazione e fumetti non siano solo mero intrattenimento, in una buona percentuale dei casi.
«Ikigami» è una distopia, essenzialmente, in cui esiste un governo che ha subito messo in chiaro come si muoverà nei confronti del proprio popolo: viene presentata una democrazia con diritto di pensiero e parola, che non è altro che una mera facciata, perché democrazia non è. Perché la popolazione vive sapendo che la vita non gli appartiene, e a quel punto si può davvero parlare di democrazia, quando si fonda unicamente sul terrore?
Il merito della dicotomia tra giusto/sbagliato è rimarcato dalla presenza di un cast incredibile che Mase mette in scena. Non solo dai personaggi secondari (ogni volume mostra due storie singole diverse), ma soprattutto dal protagonista, incredibilmente realista, colto da dubbi, contraddizioni e incertezze, che si muove in un susseguirsi di gentilezze e sentimenti, contrastati da momenti di meschinità.
Attenzione: inizio parte contenente spoiler!
Il picco più alto lo si ha nei confronti della collega che gli interessa, che sembra simpatizzare per il movimento che intende abbattere un sistema totalitario, e che lui -per paura possa essere una spia- denuncia per primo, per paura di essere a sua volta additato come traditore.
Fine parte contenente spoiler
È proprio la paura il perno della storia. Perché il governo rappresentato pone come regola di somministrare pene severe oltre ogni immaginazione per chiunque si opponga a quanto deciso, tra cui morte e lavaggio del cervello.
I volumi risultano quindi intriganti sia per le storie singole, che mostrano reazioni diverse a seconda del personaggio (chi cercherà di sabotare il sistema per aver salva la vita, chi sfamerà la propria vendetta sapendo di non aver più niente da perdere, e chi si rassegnerà alla morte), sia per la macro-storia che vede coinvolto il protagonista che consegna le ikigami. Di certo c’è che Mase non mancherà di apporre la giusta attenzione su ogni dettaglio, né fallirà nel coinvolgere emotivamente il lettore.
Potrebbe risultare un difetto, per qualcuno, la ripetitività dei casi, che forse sono troppi e, in qualche caso, simili gli uni agli altri. Ma è un difetto di tutti i manga/anime che presentano volumi/episodi autoconclusivi.
Quanto ai disegni, conoscevo già il tratto di Mase dal manga «Heads», di Keigo Higashino, e risultano semplici, ma con un tratto pulito e piacevole.