Recensione
ID: Invaded
7.5/10
Recensione di Ataru Moroboshii
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Mizuhanome è un complesso macchinario in grado di ricreare a partire da alcune particelle mentali una sofisticata simulazione dell'inconscio di una persona. Questa tecnologia viene utilizzata dalla squadra omicidi per entrare nell'inconscio degli assassini e carpirne le informazioni. La ricostruzione dei mondi interiori, detti pozzi, avviene sotto forma di un rompicapo giallo in cui l'utente nei panni di un detective geniale deve ogni volta risolvere l'enigma della morte di una ragazza di nome Kaere all'interno di quel mondo onirico pieno però di indizi sull'identità, i pensieri e le frequentazioni dell'assassino a cui queste particelle mentali appartengono.
Ci troviamo finalmente davanti ad un uso sensato del genere Isekai ma benchè questa novità possa essere rara nel panorama degli anime (se si esclude "Paprika, Sognando un Sogno") dal punto di vista mondiale "ID Invaded" arriva in ritardo di 10 anni: dopo "Inception", Source Code", "Dejavù" e altri numerosi emuli, e dopo varie tecnologie sci-fi in grado di ricostruire inconsci, momenti del passato e mondi interiori lo spettatore non può che pensare in ogni momento a sviluppi di trama già visti e stravisti. Fortunatamente ad una tecnologia simile non corrisponde per forza un risultato uguale ed "ID Invaded" riuscirà a trovare una sua propria strada lontano dai suoi predecessori del cinema americano.
L'anime per via degli interessanti e variegati mondi interiori mostrati e per via di un ottimo montaggio risulterà essere particolarmente scorrevole e leggero da vedere, a fare da contraltare c'è però una trama troppo accelerata che mettendo, specie nella seconda parte, troppa carne al fuoco non permette di comprendere ottimamente i vari passaggi logici che regolano il Mizuhanome e i mondi onirici da questo generati. Il risultato è un rush finale bello da vedere ma decisamente caotico, in un certo modo "ID Invaded" ricalca gli stessi pregi e difetti del sopra citato "Paprika".
A deludere le aspettative c'è sopratutto un misterioso villain della serie decisamente poco carismatico, talmente che la delusione non si ha solo personalmente ma si nota anche dalle reazioni dei detective alla scoperta. A carte scoperte e senza il sostegno di un buon villain "ID Invaded" esaurisce le sue cartucce prima del tempo e ci lascia con questa parte finale in cui l'action prende il posto dell'investigazione troppo presto. Questi detective geniali risultano così fin troppo geniali come se in un romanzo giallo l'assassino venisse rivelato ai 2/3 del libro.
Al contrario del gran Villain e dei suoi stereotipati sodali, i protagonisti sono invece dei personaggi tridimensionali e carismatici, anche se il poco tempo e l'ampio cast costringe a concentrarsi prevalentemente sui detective geniali. sopratutto la vita, le debolezze ed i pensieri del protagonista Narihisago, alias detective geniale Sakaido verranno rivoltate come un calzino mostrandoci un personaggio piacevolmente controverso. È un peccato che i tempi troppo stretti non abbiano permesso l'introspezione degli altri interessanti personaggi: una più approfondita analisi della psicologia di questi detective ambigui oltre ad essere interessante sarebbe stata un valore aggiunto in un anime che parla di inconscio, ferite e assassini seriali. Peccato infine per il poco sfruttato elemento alla "Homunculus" che ci ha donato l'attività del serial killer, Il Perforatore.
Nel complesso, "ID Invaded" è un ottimo investimento di tempo per tutti, pur non essendo un vero capolavoro.
Ci troviamo finalmente davanti ad un uso sensato del genere Isekai ma benchè questa novità possa essere rara nel panorama degli anime (se si esclude "Paprika, Sognando un Sogno") dal punto di vista mondiale "ID Invaded" arriva in ritardo di 10 anni: dopo "Inception", Source Code", "Dejavù" e altri numerosi emuli, e dopo varie tecnologie sci-fi in grado di ricostruire inconsci, momenti del passato e mondi interiori lo spettatore non può che pensare in ogni momento a sviluppi di trama già visti e stravisti. Fortunatamente ad una tecnologia simile non corrisponde per forza un risultato uguale ed "ID Invaded" riuscirà a trovare una sua propria strada lontano dai suoi predecessori del cinema americano.
L'anime per via degli interessanti e variegati mondi interiori mostrati e per via di un ottimo montaggio risulterà essere particolarmente scorrevole e leggero da vedere, a fare da contraltare c'è però una trama troppo accelerata che mettendo, specie nella seconda parte, troppa carne al fuoco non permette di comprendere ottimamente i vari passaggi logici che regolano il Mizuhanome e i mondi onirici da questo generati. Il risultato è un rush finale bello da vedere ma decisamente caotico, in un certo modo "ID Invaded" ricalca gli stessi pregi e difetti del sopra citato "Paprika".
A deludere le aspettative c'è sopratutto un misterioso villain della serie decisamente poco carismatico, talmente che la delusione non si ha solo personalmente ma si nota anche dalle reazioni dei detective alla scoperta. A carte scoperte e senza il sostegno di un buon villain "ID Invaded" esaurisce le sue cartucce prima del tempo e ci lascia con questa parte finale in cui l'action prende il posto dell'investigazione troppo presto. Questi detective geniali risultano così fin troppo geniali come se in un romanzo giallo l'assassino venisse rivelato ai 2/3 del libro.
Al contrario del gran Villain e dei suoi stereotipati sodali, i protagonisti sono invece dei personaggi tridimensionali e carismatici, anche se il poco tempo e l'ampio cast costringe a concentrarsi prevalentemente sui detective geniali. sopratutto la vita, le debolezze ed i pensieri del protagonista Narihisago, alias detective geniale Sakaido verranno rivoltate come un calzino mostrandoci un personaggio piacevolmente controverso. È un peccato che i tempi troppo stretti non abbiano permesso l'introspezione degli altri interessanti personaggi: una più approfondita analisi della psicologia di questi detective ambigui oltre ad essere interessante sarebbe stata un valore aggiunto in un anime che parla di inconscio, ferite e assassini seriali. Peccato infine per il poco sfruttato elemento alla "Homunculus" che ci ha donato l'attività del serial killer, Il Perforatore.
Nel complesso, "ID Invaded" è un ottimo investimento di tempo per tutti, pur non essendo un vero capolavoro.