Recensione
Kaichou wa Maid-sama!
3.0/10
Finalmente, in una settimana di ferie, mi sono decisa a impegnarmi a guardare "Kaichou wa Maid-sama!", presente nella mia lista da mesi. Di solito sono scoraggiata dagli anime shojo con più di venti episodi, però, motivata anche dalle recensioni positive e dal periodo non molto movimentato, mi sono decisa a cominciare.
Una delusione infinita. Avrei voluto 'dropparlo' al quinto episodio, ma sono resistita stoicamente, trascinandomi fino al ventiseiesimo, per poter dare un giudizio rotondo e completo, e negativo, dell'opera.
Il concetto base su cui si sviluppa la storia è interessante: il dualismo della protagonista, presidente degli studenti in una scuola superiore e cameriera in un maid cafè. Due cose che potrebbero benissimo non essere in antitesi, se lei non vedesse il suo ruolo di presidente scolastico come un pretesto per ricevere il premio "femminista dell'anno", per poi ritrovarsi ad essere costretta a chiamare "padrone" tutti i clienti (prevalentemente uomini) del locale.
Purtroppo, a reggere la storia raccontata in ventisei episodi (di cui moltissimi, ad onore del vero, completamente inutili e noiosi), esiste solo lei. La storia ruota solo intorno alla protagonista femminile (una tsundere da manuale), relegando il protagonista maschile (il più bello e misterioso mai visto) ad essere quasi una comparsa alla stregua degli altri personaggi.
Usui piace solo in quanto bello (e comunque, lo è davvero), ma per più di venti episodi non si sa nulla di lui: spunta all'improvviso, è bravo in tutto ma senza nessun interesse, non parla quasi mai e, quando lo fa, riesce a dire niente con una tale enfasi da essere spiazzante, quasi quanto Horatio Caine di "CSI: Miami". Ma anche la sua bellezza non è poi così scontata: tutti i ragazzi biondi dell'anime sono tali e quali a lui, cosa che in alcuni momenti li rende difficilmente distinguibili. La cosa positiva di Usui è che almeno non è il solito ragazzo asessuato degli anime, ma è un normale ragazzo di sedici anni 'ormonato', che vorrebbe superare qualche base pur restando un vero gentiluomo (ho tifato veramente per lui, quando le ha alzato la gonna). Per questo motivo viene tacciato dell'appellativo "Alieno pervertito", ma cosa ti aspetti, Misaki?! C'ha sedici anni, sarebbe preoccupante non lo fosse!
Da parte sua, anche la protagonista è bella, una delle più belle protagoniste mai disegnate, a mio avviso. Occhi stupendi, fisico statuario, il taglio di capelli orrendo (peggio di quelli di “Say, «I Love You!»”, dove i tagli di capelli brutti si sprecavano) e con qualcosa che la fa quasi somigliare a "una di noi". Ma una di noi trentenni che lottiamo per fare carriera, sempre con l'acqua alla gola per far quadrare i conti, che fanno due lavori per mantenere la famiglia e che non hanno tempo per pensare alle storielle con il belloccio di turno. Il che non la rende molto vicina a "una di noi" sedicenni in preda alla tempesta ormonale che, malgrado la scuola, i soldi, il lavoro part-time, passano tutto il loro tempo a pensare al ragazzetto del momento. Davvero non capisco perché Misaki non si mette con Usui in cinque episodi, risparmiandocene ventuno. Io ci avrei messo venti minuti a farlo. L'anime sarebbe diventato un OAV di mezz'ora con un sequel altrettanto breve, dove lascio Usui per mettermi con Shirokawa, che trovo quasi simpatico. Dico quasi, perché anche i personaggi complementari (il trio di idioti, le altre maid, il vicepresidente, la sorella, Aoi, ecc.) risultano piatti e poco interessanti. Tutta l'opera si mantiene su un livello che è troppo surreale per rientrare nello slice of life, ma non riesce a creare situazioni surreali divertenti. Anche il sapore vagamente erotico di sottofondo è troppo sfuggente da cogliere. Capisco che il senso erotico nipponico non sia uguale all’occidentale, ma, per rendere più realistica l’opera e più apprezzabile, avrei preferito qualcosa di più, più simile a “Prison School”. A mio avviso, questo avrebbe dato un po’ più di verve alla storia.
La cosa positiva di questo anime è che comincia sempre con la opening e non con quell'inutile parte all'inizio. Questo mi ha permesso di capire fino a che minuto 'skippare', per passare quella lagna noiosa che è spesso una caratteristica degli anime shojo (fatta eccezione per “Paradise Kiss”, che ha la miglior opening-shojo di sempre!). 1 minuto e 42 secondi.
Tuttavia, verso il ventesimo episodio mi sono ritrovata a 'skippare' 1:50... 1:80... 2:00...
Il mio voto non poteva che essere 3.
Una delusione infinita. Avrei voluto 'dropparlo' al quinto episodio, ma sono resistita stoicamente, trascinandomi fino al ventiseiesimo, per poter dare un giudizio rotondo e completo, e negativo, dell'opera.
Il concetto base su cui si sviluppa la storia è interessante: il dualismo della protagonista, presidente degli studenti in una scuola superiore e cameriera in un maid cafè. Due cose che potrebbero benissimo non essere in antitesi, se lei non vedesse il suo ruolo di presidente scolastico come un pretesto per ricevere il premio "femminista dell'anno", per poi ritrovarsi ad essere costretta a chiamare "padrone" tutti i clienti (prevalentemente uomini) del locale.
Purtroppo, a reggere la storia raccontata in ventisei episodi (di cui moltissimi, ad onore del vero, completamente inutili e noiosi), esiste solo lei. La storia ruota solo intorno alla protagonista femminile (una tsundere da manuale), relegando il protagonista maschile (il più bello e misterioso mai visto) ad essere quasi una comparsa alla stregua degli altri personaggi.
Usui piace solo in quanto bello (e comunque, lo è davvero), ma per più di venti episodi non si sa nulla di lui: spunta all'improvviso, è bravo in tutto ma senza nessun interesse, non parla quasi mai e, quando lo fa, riesce a dire niente con una tale enfasi da essere spiazzante, quasi quanto Horatio Caine di "CSI: Miami". Ma anche la sua bellezza non è poi così scontata: tutti i ragazzi biondi dell'anime sono tali e quali a lui, cosa che in alcuni momenti li rende difficilmente distinguibili. La cosa positiva di Usui è che almeno non è il solito ragazzo asessuato degli anime, ma è un normale ragazzo di sedici anni 'ormonato', che vorrebbe superare qualche base pur restando un vero gentiluomo (ho tifato veramente per lui, quando le ha alzato la gonna). Per questo motivo viene tacciato dell'appellativo "Alieno pervertito", ma cosa ti aspetti, Misaki?! C'ha sedici anni, sarebbe preoccupante non lo fosse!
Da parte sua, anche la protagonista è bella, una delle più belle protagoniste mai disegnate, a mio avviso. Occhi stupendi, fisico statuario, il taglio di capelli orrendo (peggio di quelli di “Say, «I Love You!»”, dove i tagli di capelli brutti si sprecavano) e con qualcosa che la fa quasi somigliare a "una di noi". Ma una di noi trentenni che lottiamo per fare carriera, sempre con l'acqua alla gola per far quadrare i conti, che fanno due lavori per mantenere la famiglia e che non hanno tempo per pensare alle storielle con il belloccio di turno. Il che non la rende molto vicina a "una di noi" sedicenni in preda alla tempesta ormonale che, malgrado la scuola, i soldi, il lavoro part-time, passano tutto il loro tempo a pensare al ragazzetto del momento. Davvero non capisco perché Misaki non si mette con Usui in cinque episodi, risparmiandocene ventuno. Io ci avrei messo venti minuti a farlo. L'anime sarebbe diventato un OAV di mezz'ora con un sequel altrettanto breve, dove lascio Usui per mettermi con Shirokawa, che trovo quasi simpatico. Dico quasi, perché anche i personaggi complementari (il trio di idioti, le altre maid, il vicepresidente, la sorella, Aoi, ecc.) risultano piatti e poco interessanti. Tutta l'opera si mantiene su un livello che è troppo surreale per rientrare nello slice of life, ma non riesce a creare situazioni surreali divertenti. Anche il sapore vagamente erotico di sottofondo è troppo sfuggente da cogliere. Capisco che il senso erotico nipponico non sia uguale all’occidentale, ma, per rendere più realistica l’opera e più apprezzabile, avrei preferito qualcosa di più, più simile a “Prison School”. A mio avviso, questo avrebbe dato un po’ più di verve alla storia.
La cosa positiva di questo anime è che comincia sempre con la opening e non con quell'inutile parte all'inizio. Questo mi ha permesso di capire fino a che minuto 'skippare', per passare quella lagna noiosa che è spesso una caratteristica degli anime shojo (fatta eccezione per “Paradise Kiss”, che ha la miglior opening-shojo di sempre!). 1 minuto e 42 secondi.
Tuttavia, verso il ventesimo episodio mi sono ritrovata a 'skippare' 1:50... 1:80... 2:00...
Il mio voto non poteva che essere 3.