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Santa è un vero cugino di Ataru Moroboshi: nato il giorno di Natale, chiamato con il nome bizzarro di Santa proprio per questo, trascurato dai genitori che sono sempre all’estero per curare i bambini in un paese povero e che così si sentono assolti dal curare il proprio figlio. C’è da stupirsi del fatto che odi il Natale e che si sia chiuso in se stesso, in maniera apparentemente senza speranza, e che non voglia più avere degli amici?
Ma un 24 dicembre tutto cambia, poiché entra in scena la giovane Mai, una ragazzina piena di energia che sembra la cugina di Haruki Suzumiya e che si dichiara apprendista di Babbo Natale. Mei farà una questione d’onore di aiutare Santa a guarire e a riprendersi. In più entreranno in scena la cugina rivale di Mai e un’altra ragazzina, così che il nostro vivrà…. no spoiler.

Indubbiamente siamo in presenza di un OAV demenziale e umoristico, tanto che dopo venti minuti ero seriamente tentato di chiudere. Ma fortunatamente ho tenuto duro e sono stato ricompensato da alcune preziose riflessioni. Per esempio, prima di chiudersi agli altri, di continuare a vivere una vita solitaria, sarebbe il caso di chiedersi se i nostri amici gradiscano la nostra compagnia. O il fatto che il dovere di badare ai propri figli resti sempre e non siano sufficienti ragioni nobili come il volontariato o un lavoro importante per trascurarli.

In una parola siamo in una versione molto breve e molto ridotta della malinconia di Haruki Suzumiya. La grafica è discreta così come la regia. Carine le sigle. In definitiva siamo in presenza del classico OAV che non cambia la vita, ma un’oretta si, specialmente se siete fan di Haruki o in cerca di un prodotto più originale di quanto non sembri e non privo di spunti di riflessione. Voto 7