Recensione
Bocchi the Rock!
9.5/10
Ancora prima del suo debutto, la stagione autunnale appena conclusasi si apprestava ad essere una delle migliori degli ultimi tempi e non ha affatto deluso le aspettative. Tra i suoi titoli si possono, infatti, annoverare anime di fama mondiale, come la terza stagione di “Mob Psycho 100”, la seconda di “Spy Family” e la trasposizione animata di manga famosissimi come “Blue Lock” e, ovviamente, “Chainsaw Man”, prodotto dallo Studio MAPPA. Fin dai suoi esordi, dunque, grazie soprattutto alla presenza di questi anime, la stagione autunnale 2022 prometteva grandi cose, eppure, a mio modesto parere, il vero capolavoro animato andato in onda nei tre mesi appena trascorsi, non rientra nel novero di quelli sopra citati. Per quanto “Blue Lock” abbia il merito di avermi fatto riprovare, dopo parecchio tempo, l’emozione di guardare e vivere uno spokon e “Chainsaw Man” sia riuscito a raggiungere picchi di epicità degni del miglior shounen, nessun anime mi ha emozionato, divertito e indotto alla riflessione come “Bocchi the Rock!”, il nuovo capolavoro targato Cloverworks.
La storia segue le vicende di Hitori Goto, per le amiche Bocchi, e per chi la segue su YouTube Guitarhero, una liceale appassionata di chitarra, il cui sogno sarebbe quello di entrare a far parte di una band e, così, conquistare fama imperitura. Quello della chitarra è un hobby che coltiva da quando è piccola e, per questo, è già dalle medie che insegue il suo sogno, ma senza successo. Hitori, infatti, soffre di una tremenda ansia sociale che, nel corso degli anni, le ha negato ogni tipo di rapporto umano che non fosse con i propri familiari. Come alle medie, dunque, anche al liceo, questa ragazza tanto timida e introversa si ritrova senza uno straccio di amicizia e la possibilità di entrare a far parte di una band sembra quanto mai lontana. Un giorno, però, fa la conoscenza di Nijika Ijichi, una ragazza che suona la batteria ed è alla ricerca proprio di un chitarrista per la band in cui suona. La sorte sembra finalmente sorriderle, la questione è se Bocchi, come impareremo a chiamarla nel corso delle puntate, riuscirà a ricambiare o meno questo sorriso.
“Bocchi the Rock!” rappresenta, a tutti gli effetti, uno slice of life di formazione. Giorno dopo giorno seguiamo le vicende quotidiane di Hitori, da quando esce di casa per andare a scuola, fino a quando vi fa ritorno. Viviamo insieme a lei i momenti della sua crescita, tutta volta alla sconfitta di questa maledetta ansia sociale, che passa per due componenti fondamentali: la musica e l’amicizia. La prima l’ha accompagnata nel corso di tutti questi anni, durante i quali la chitarra è stata compagna di svago di interminabili pomeriggi, passati chiusi nella propria stanza a registrare nuove basi musicali. Ancora di salvezza che le ha permesso, nel momento cruciale della sua vita, di legare con altre ragazze animate dalla sua stessa fervida passione per la musica e, possibilmente, trampolino di lancio verso un contratto con una grande casa discografica, che le permetterebbe di raggiungere la tanto agognata fama internazionale. In un anime musicale come questo, la musica non può che svolgere un ruolo di primaria importanza e la Kessoku Band, con le sue canzoni di stampo J-rock, è riuscita ad entrarmi nel cuore ed anche nelle orecchie. Ormai, sono giorni che ascolto le loro tracce senza mai annoiarmi e, tra le mie preferite, annovero “Seisyun complex”, ovvero l’opening dell’anime e “Guitar, Loneliness and Blue Planet”. Se non lo aveste ancora fatto, vi consiglio di dar loro un ascolto, provare per credere. Nonostante ciò, non è la musica l’anima pulsante della serie che, per quanto possa parlare, più o meno apertamente, della musica rock, riserva a quest’ultima uno spazio “marginale”, tanto da non essere presente in ogni singolo episodio. È, infatti, la seconda delle due componenti a muovere la storia, ovvero l’amicizia. “Bocchi the Rock!” è un anime sull’ansia e sull’inadeguatezza sociale, che la nostra eroina potrà superare solo grazie all’amicizia con delle ragazze più o meno problematiche come lei e animate dalla stessa passione per la musica. L’anime segue la crescita di Bocchi, che passa attraverso una serie di esperienze di vita legate alla quotidianità come andare a scuola, entrare in un negozio a comprare una nuova chitarra, andare al mare con le amiche e cominciare a vivere il mondo al di fuori del proprio guscio. Questo è “Bocchi the Rock!”, un anime maturo e incredibilmente pedagogico, fonte d’ispirazione e di sostegno per chi, come la sua protagonista, soffre di ansia sociale e non riesce a superarla. Questa storia ci insegna che la timidezza e la paura di stare in pubblico, circondati da altre persone, sono cose che si possono combattere, l’importante è stare in buona compagnia. Musica e amicizia si fondono, dunque, all’interno della serie che, però, a mio parere, non avrebbe riscosso lo stesso successo senza la sua buona dose di ironia, usata per trattare temi delicati come l'inadeguatezza sociale, ma dosata al punto giusto. Mai fuori luogo e sempre in grado di strappare un sorriso allo spettatore. Sorridere fa bene all’animo, eppure, in più frangenti, grazie alle reazioni di Bocchi, mi sono ritrovato a ridere di gusto, più che a sorridere e basta, e questo è sicuramente un altro dei tanti meriti di quest’opera.
Tecnicamente parlando, Cloverworks ha svolto un lavoro impeccabile, in cui non si registrano mai dei cali ingiustificati di qualità. Proprio le animazioni, inoltre, riescono a rendere ancora più esilaranti le reazioni di Bocchi, una volta trasformata in cenere e un’altra, sconfitta dalla vita, raffigurata come Joe Yabuki al termine del suo leggendario ultimo round, in una citazione che ho particolarmente apprezzato. Menzione d’onore, infine, per Kerorira, character designer dell’anime, che ha svolto un lavoro eccezionale nel dare vita a personaggi dall’estetica facilmente riconoscibile, ma senza dover sfociare nell’esagerato.
Onestamente parlando, era da tempo che non vedevo un anime musicale di questo tipo. Autentico capolavoro.
La storia segue le vicende di Hitori Goto, per le amiche Bocchi, e per chi la segue su YouTube Guitarhero, una liceale appassionata di chitarra, il cui sogno sarebbe quello di entrare a far parte di una band e, così, conquistare fama imperitura. Quello della chitarra è un hobby che coltiva da quando è piccola e, per questo, è già dalle medie che insegue il suo sogno, ma senza successo. Hitori, infatti, soffre di una tremenda ansia sociale che, nel corso degli anni, le ha negato ogni tipo di rapporto umano che non fosse con i propri familiari. Come alle medie, dunque, anche al liceo, questa ragazza tanto timida e introversa si ritrova senza uno straccio di amicizia e la possibilità di entrare a far parte di una band sembra quanto mai lontana. Un giorno, però, fa la conoscenza di Nijika Ijichi, una ragazza che suona la batteria ed è alla ricerca proprio di un chitarrista per la band in cui suona. La sorte sembra finalmente sorriderle, la questione è se Bocchi, come impareremo a chiamarla nel corso delle puntate, riuscirà a ricambiare o meno questo sorriso.
“Bocchi the Rock!” rappresenta, a tutti gli effetti, uno slice of life di formazione. Giorno dopo giorno seguiamo le vicende quotidiane di Hitori, da quando esce di casa per andare a scuola, fino a quando vi fa ritorno. Viviamo insieme a lei i momenti della sua crescita, tutta volta alla sconfitta di questa maledetta ansia sociale, che passa per due componenti fondamentali: la musica e l’amicizia. La prima l’ha accompagnata nel corso di tutti questi anni, durante i quali la chitarra è stata compagna di svago di interminabili pomeriggi, passati chiusi nella propria stanza a registrare nuove basi musicali. Ancora di salvezza che le ha permesso, nel momento cruciale della sua vita, di legare con altre ragazze animate dalla sua stessa fervida passione per la musica e, possibilmente, trampolino di lancio verso un contratto con una grande casa discografica, che le permetterebbe di raggiungere la tanto agognata fama internazionale. In un anime musicale come questo, la musica non può che svolgere un ruolo di primaria importanza e la Kessoku Band, con le sue canzoni di stampo J-rock, è riuscita ad entrarmi nel cuore ed anche nelle orecchie. Ormai, sono giorni che ascolto le loro tracce senza mai annoiarmi e, tra le mie preferite, annovero “Seisyun complex”, ovvero l’opening dell’anime e “Guitar, Loneliness and Blue Planet”. Se non lo aveste ancora fatto, vi consiglio di dar loro un ascolto, provare per credere. Nonostante ciò, non è la musica l’anima pulsante della serie che, per quanto possa parlare, più o meno apertamente, della musica rock, riserva a quest’ultima uno spazio “marginale”, tanto da non essere presente in ogni singolo episodio. È, infatti, la seconda delle due componenti a muovere la storia, ovvero l’amicizia. “Bocchi the Rock!” è un anime sull’ansia e sull’inadeguatezza sociale, che la nostra eroina potrà superare solo grazie all’amicizia con delle ragazze più o meno problematiche come lei e animate dalla stessa passione per la musica. L’anime segue la crescita di Bocchi, che passa attraverso una serie di esperienze di vita legate alla quotidianità come andare a scuola, entrare in un negozio a comprare una nuova chitarra, andare al mare con le amiche e cominciare a vivere il mondo al di fuori del proprio guscio. Questo è “Bocchi the Rock!”, un anime maturo e incredibilmente pedagogico, fonte d’ispirazione e di sostegno per chi, come la sua protagonista, soffre di ansia sociale e non riesce a superarla. Questa storia ci insegna che la timidezza e la paura di stare in pubblico, circondati da altre persone, sono cose che si possono combattere, l’importante è stare in buona compagnia. Musica e amicizia si fondono, dunque, all’interno della serie che, però, a mio parere, non avrebbe riscosso lo stesso successo senza la sua buona dose di ironia, usata per trattare temi delicati come l'inadeguatezza sociale, ma dosata al punto giusto. Mai fuori luogo e sempre in grado di strappare un sorriso allo spettatore. Sorridere fa bene all’animo, eppure, in più frangenti, grazie alle reazioni di Bocchi, mi sono ritrovato a ridere di gusto, più che a sorridere e basta, e questo è sicuramente un altro dei tanti meriti di quest’opera.
Tecnicamente parlando, Cloverworks ha svolto un lavoro impeccabile, in cui non si registrano mai dei cali ingiustificati di qualità. Proprio le animazioni, inoltre, riescono a rendere ancora più esilaranti le reazioni di Bocchi, una volta trasformata in cenere e un’altra, sconfitta dalla vita, raffigurata come Joe Yabuki al termine del suo leggendario ultimo round, in una citazione che ho particolarmente apprezzato. Menzione d’onore, infine, per Kerorira, character designer dell’anime, che ha svolto un lavoro eccezionale nel dare vita a personaggi dall’estetica facilmente riconoscibile, ma senza dover sfociare nell’esagerato.
Onestamente parlando, era da tempo che non vedevo un anime musicale di questo tipo. Autentico capolavoro.